Sorpresa a metà. La Gallura e il Nord Ovest dell’isola battono le altre province sarde e l’intero Meridione d’Italia nelle medie sulla qualità della vita. Il Nuorese, sino allo scorso anno in una posizione di classifica invidiabile rispetto a molte aree del Sud, perde qualcosa ma conserva un posto tutto sommato di rilievo. Stanno meno bene le altre province dell’isola, che appaiono più allineante con parecchie regioni contrassegnate da disagi quando si parla di benessere, servizi, lavoro e business. L’Ogliastra figura così al numero 58 su 107 province. Il Cagliaritano è al numero 63. Carbonia-Iglesias al 77. Villacidro-Sanluri all’81, sempre su 107. Ma da dove emergono le novità? L’andamento statistico della vita sociale e le notizie strettamente collegate su questi particolari aspetti scaturiscono dall’ultima ricerca del Sole 24 Ore, centrata su una serie d’indicatori e stime valutative. Il quotidiano della Confindustria mette a confronto infatti la vivibilità dei territori italiani sulla base di sei parametri: tenore di vita; affari e lavoro; ambiente e salute; popolazione; reati; tempo libero. Alla fine il quadro che vien fuori è quello di un Meridione rallentato dalle emergenze sui versanti dell’occupazione, delle infrastrutture, dell’ambiente. E la Sardegna non fa eccezioni. Solo l’area settentrionale dell’isola riesce a spingersi in qualche modo nella prima parte della graduatoria. La classifica regionale vede appunto Olbia-Tempio svettare sulle altre sette. Al secondo posto dopo la Gallura, che si classifica ventesima a livello nazionale guadagnando 35 posizioni rispetto al report di analogo contenuto realizzato l’anno scorso, si piazza la provincia di Sassari, 44esima in Italia, con 14 posizioni in più nel confronto con il 2013. Terzo è il Nuorese, al 50esimo posto assoluto, che perde però 10 posizioni rispetto al 2010. Va indietro (-15 ) l’Ogliastra. Ne guadagna 3 la provincia di Cagliari. Galleggia con un +1, sempre rispetto al 2013, il Sulcis-Iglesiente. L’ultima delle province sarde in elenco, il Medio Campidano, perde a sua volta 6 posizioni rispetto al 2013. Sul piano più generale, grazie al lavoro portato a termine dagli analisti del Sole 24 Ore, è possibile sapere che la zona d’Italia dove l’esistenza collettiva sembra migliore è Ravenna. Mentre la provincia di Modena è in testa per quel che riguarda più specificamente il semplice “tenore” di vita, concetto differente rispetto alla “qualità”. L’area di Reggio Emilia brilla per le produzioni aziendali destinate all’export. Il Senese registra ottime performance per la popolazione giovanile e una bassa percentuale di separazioni-divorzi (fanalino di coda in Italia per questi parametri è invece il Medio Campidano). Crotone e la sua provincia si distinguono per la scarsità di reati e per la minore pericolosità sociale. Infine Genova e l’entroterra che la circonda spiccano per gli indici di valutazione destinati al tempo libero. Per quel che riguarda l’isola, rispetto alla scorso anno, al di là delle differenti posizioni in graduatoria, ci sono stati diversi cambiamenti di carattere sociale. Almeno questo è quel che scaturisce dal dossier del quotidiano economico-finanziario, che spesso nell’ambito di queste elaborazioni generali ha peraltro riportato statistiche e analisi contestate su scala più locale da amministratori e specialisti negli stessi settori. Ma ci sono anche conferme: Sassari e Olbia sono sempre ai primi posti per bar e ristoranti, considerati come parametri positivi per la stima della qualità del tempo libero. Oggi invece si assiste a mutamenti nella realtà sarda ancora più condizionati del passato dall’aggravarsi della crisi, dalla stasi del mercato immobiliare per quel che concerne case e abitazioni e da altri fattori negativi, come la sempre più scarsa natalità e le difficoltà economiche per le giovani coppie di metter su famiglia.
Certo, come no? Preparo le valigie e parto domani. Tanto poi il lavoro me lo trova il Sole24ore giusto?