Dieci opere della fotografa Maria Antonietta Mameli sono esposte nella sede della Italian Academy di New York (1161 Amsterdam Avenue) dal 29 ottobre al 12 dicembre. Il vernissage si è tenuto presso la stessa sede della Italian Academy mercoledì 29 ottobre con una grande partecipazione di pubblico e di critici.
L’ultima serie della Mameli (nata a Cagliari, Italy, dove per anni ha svolto attività legale) è stata ispirata dalla celebrazione dei cento anni della magnifica stazione centrale dei treni di New York. Dice l’artista: “Un pomeriggio d’inverno, mentre passavo attraverso l’affollata stazione ho notato un manifesto che anticipava la celebrazione dei cento anni di Grand Central Station. Ho allora deciso di tornare a Grand Central, dopo averlo gia’ fatto nel 2008, ad osservare e catturare con la mia macchina fotografica gli impegnatissimi New Yorkers che ogni giorno hanno la fortuna di attraversare questo incredibile spazio pieno di luce ed energia”. L’ultima serie della Mameli e’ stata ispirata dalla celebrazione dei cento anni della magnifica stazione centrale dei treni di New York: “Un pomeriggio d’inverno, mentre passavo attraverso l’affollata stazione ho notato un manifesto che anticipava la celebrazione dei cento anni di Grand Central Station. Ho allora deciso di tornare a Grand Central, dopo averlo gia’ fatto nel 2008, ad osservare e catturare con la mia macchina fotografica gli impegnatissimi New Yorkers che ogni giorno hanno la fortuna di attraversare questo incredibile spazio pieno di luce ed energia”. Cosi, Maria Antonietta Mameli con le sue “composizioni” fotografiche ha reso ancora una volta omaggio alla stazione piu grande e famosa del mondo. Il curatore della mostra, Renato Miracco, sostiene in un estratto tratto dal suo essay intitolato “To Become Another Being In Grand Central Terminal – New York City”: “Caratteristica dell’artista è di riuscire a far parlare i silenzi, i volti appena illuminati, il vuoto, il paesaggio urbano, gli oggetti che i ‘protagonisti scelti’ reggono in mano…”. E ancora: quello della Mameli “non è uno sguardo passivamente mimetico, né uno sguardo totalmente neutro: è uno sguardo inclusivo e totalizzante che punta ad abbracciare il luogo prescelto, nella sua massima estensione e contemporaneamente creare un mondo quasi si captasse una realtà parallela dove la luce del giorno è preziosa e le notti sono buie e misteriose…”. Nelle storie raccontate ha un ruolo decisivo il piano elementare dell’esistenza, che ruota intorno alle esperienze antropologiche primarie di fame, sonno, lavoro, freddo, paura e l’azione si sviluppa in una sorta di intervallo nelle vicende individuali e collettive, nel quale il tempo della consuetudine viene stravolto: spesso costretto ad arrestarsi, a tornare se stesso in un ampliamento corale del racconto. La diversità sociale è sentita come realtà collettiva determinata dalla rottura dello stato d’isolamento e di solitudine e da una incertezza comunicativa che alcuni dei suoi personaggi trasmettono. La borghesia rappresentata è, nella maggior parte dei casi, una piccola borghesia che convive meravigliosamente in uno spazio architettonico come può essere Grande Central. Così ogni fotografia contiene interi mondi e più la guardiamo più la storia del personaggio “si srotola” davanti ai nostri occhi. Ma nella serie Grand Central Continued vi è un altro elemento che vorrei portare all’attenzione del fruitore: una impercettibile astrazione nella composizione. Sicuramente il buio, la scala dei personaggi, l’atteggiamento spaziale sono elementi che forniscono all’ inquadratura un “astratto realismo” (pur nella contraddizione dei termini). Così queste foto non sono un romanzo, né una storia romanzata. Sono un documento storico, nel senso che i personaggi, fatti ed emozioni, sono effettivamente reali e raccontano storie reali.Storie, personaggi, inquadrature che noi stessi cerchiamo avidamente quando passiamo correndo per Grand Central forse a volte un po’ timorosi che lassù qualcuno ci stia riprendendo e “catturi in un click ” la nostra anima segreta”.”La mostra è stata organizzata in collaborazione con la galleria Bruce Silverstein di New York, che ormai da diversi anni rappresenta esclusivamente il lavoro della Mameli e ha presentato le sue opere con mostre personali a New York e Miami. A partire dal 2007 le fotografie della Mameli sono state esibite nelle più esclusive mostre internazionali e fanno parte di numerose collezioni d’arte pubbliche e private. Il vernissage – come detto – si è tenuto presso la sede della Italian Academy, 1161 Amsterdam Avenue, New York. Sui link del sito della Columbia University sono apparse le informazioni dettagliate sull’evento.
* Sardi News