di Maurizio Solinas
Fui a Tratalias in occasione del gemellaggio con il comune di Fumane (VR) noto per un famoso sito paleolitico, fatalità scoperto molti anni fa da un sardo. In virtù di questa comunanza culturale ci fu fatto visitare il nuraghe Cuccu. Ci accompagnò il giovane archeologo Nicola Dessì e alcuni appassionati del gruppo folk locale “Maria Munserrara”, legato all’Associazione dei sardi “Sebastiano Satta “ di Verona, da “preistorica” amicizia. Come cultore di antichità veronesi e sarde fui colpito dall’abbandono pressoché totale in cui versava il maestoso nuraghe. Qualche timida ripulitura era stata fatta, sufficiente solo a vedere alcune pietre ammucchiate usate dai pastori come ovile, sorte questa di molti nuraghi, ma fortunosamente utile a salvarli dalla completa distruzione. Seppi così che era in costituzione l’Associazione culturale “Guardia Sulcitana”, con l’intento di salvaguardare il patrimonio archeologico del territorio. Molti sorridono al sentir queste notizie: si pensa sempre a un gruppo di persone canute dalle lunghe barbe che piangono sugli allori perduti. Associazioni dai nomi importanti e roboanti che svolgono dotte conferenze dai tanti “si dovrebbero”, “bisognerebbe”, ” si deve intervenite”, poi, “passato il Santo passata, la festa”, rimangono solo le parole. “Guardi Sulcitana” dal … bla bla é invece passata hai picconi, rastrelli, badili, e guidati dal loro presidente Vincenzo Esposito, con la direzione scientifica della Soprintendenza ai beni archeologici e la necessaria esperienza tecnica di Nicola Dessì hanno reso accessibile il nuraghe, riportandolo per quel che si poteva all’antico splendore. Opera meritoria, quindi, utile non solo a salvare dall’oblio la vetusta memoria ma anche ha rendere turisticamente più visibile il luogo. Una nota curiosa: attorno al nuraghe vidi numerose pianticelle che forte del titolo di Fitopreparatore definii Veccia sativa; mi stoppò subito la voce argentina di Antonella Carboni: “No! E’ liquirizia”. Bella “tarpata di ali”, poi guardandole bene aveva ragione Antonella. Poco male la spiumatura delle ali se a toglierti le penne è una bella donna sarda.