TRA NUOVA ZELANDA E SVEZIA, IL GIRO DEL MONDO DI SILVIA PARTITA DA SAMUGHEO: QUANDO LA CAKE DESIGNER E’ UNA DONNA SARDA
di Irene Marrosu *
Quando a Samugheo, la nonna dava alla piccola Silvia un pezzetto di pasta da lavorare, mentre si facevano i dolci per le feste o i matrimoni, la bambina non si poteva immaginare quanto lontano dal paese sarebbe andato a finire tutto quello che le stavano insegnando. Da Oristano, dove abitava, spesso Silvia andava con sua madre dalla nonna a fare i dolci oppure capitava che a Samugheo ci passasse un po’ di tempo d’estate e allora poteva assistere a numerose preparazioni, oltre che di dolci, anche di pane e formaggio. Nel caso del formaggio, a lei e alle altre bimbe veniva dato un pentolino con del latte, e un po’ per imitazione dei gesti antichi e ripetitivi che vedevano di volta in volta, un po’ grazie a qualche sbrigativo intervento di una mamma o una nonna che ogni tanto dava loro un’occhiata, anno dopo anno, qualcosa Silvia deve averla imparata. Sua madre, accorgendosi dell’interesse della figlia, divide con lei i segreti di un antico quaderno di ricette, ereditato da una vecchia zia che a sua volta aveva visto nella madre di Silvia, la degna depositaria di un sapere che, nella cultura dei paesi della Sardegna, è condivisibile solo tra coloro che si dimostrano realmente capaci e promettenti. Coloro che porteranno avanti la tradizione, operando e istruendo a loro volta. Nonostante l’abilità nel disegno Silvia non la possegga proprio, i riccioli di glassa sui dolcetti di pasta di mandorle, sembrano delicati ricami, quando li fa lei. Un cono di carta da forno con una fessura piccolissima diventa una penna stilografica: fiorellini, cuori, arabeschi e persino scritte. Come quelle degli ultimi dolcetti che fa a Samugheo: il suo nome e quello di Michele, suo marito. Ormai a Milano da anni, dove lavora nel marketing per una multinazionale, Silvia torna a Oristano per sposarsi, saluta per sempre i forni delle case di paese affidando loro la perfezione di quei dolci nuziali, e riparte verso avventure sempre più lontane. Il lavoro del marito li porta dall’altra parte del Mondo: in Nuova Zelanda. «Ho rinunciato al mio lavoro per seguire Michele in Nuova Zelanda e dopo poco aspettavo già il mio primo figlio», racconta Silvia. Per tenersi occupata e imparare qualcosa di nuovo, decide di fare un corso di pasticceria e cake design. «Ho pensato al cake design non perché ne intendessi ricavare un’attività ma perché, essendo incinta, volevo imparare a fare delle belle torte per i compleanni di mio figlio». Seguendo il corso in Nuova Zelanda, Silvia capisce quanto era stato utile pasticciare con quei pezzetti di pasta, da bambina e quanto la fantasia dei dolci sardi, potesse costituire una marcia in più alle sue creazioni. Il bambino nasce e poi nasce anche una bambina. Le torte da fare sono sempre di più, anche le amiche iniziano a commissionargliene per i loro figli, mariti e persino per le aziende in cui lavorano. Le avventure di quest’intraprendente mamma sarda, però, non le danno tregua: prima che ci si possa annoiare nella lontana Nuova Zelanda, il lavoro del marito li riporta in Europa, nell’affascinante Stoccolma. Qui Silvia apre una partita iva e un blog, sofisticato e d’effetto come le sue torte, i cui ordini non mancano mai. «Comincio prima disegnando il progetto, organizzo i colori, gli spazi, le dimensioni, una decina di giorni prima della consegna. Le figure tridimensionali in pasta di zucchero, inizio a farle una settimana prima perché devo essere sicura che siano stabili. Il giorno prima della consegna faccio la base e la farcisco. L’ultimo giorno la ricopro e la decoro».
* La Donna Sarda
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