di Pier Giorgio Pinna *
La Sardegna guida la ribellione di tutte le Regioni sullo Sblocca-Italia. La giunta capeggiata da Francesco Pigliaru si oppone in maniera frontale al governo Renzi. Le due anime del centrosinistra si sfidano sulla difesa del paesaggio. Già schierate su fronti avversi per le valutazioni delle servitù militari, adesso assumono posizioni antitetiche sulla lotta in parlamento per il decreto da convertire in legge. Concezioni diverse. Sì, perché quelli che a Palazzo Chigi appaiono come semplici provvedimenti per snellire la burocrazia e per favorire lo sviluppo economico, letti nell’isola si configurano in maniera del tutto differente, trasformandosi spesso in pericoli gravissimi. Tanto che molti parlano apertamente di incubi ambientali e sociali. Si va dai rischi per i nuovi inceneritori e le ombre sulle trivellazioni alla caduta dei vincoli a tutela del patrimonio naturalistico. Dal via libera a una corsa sfrenata alla caccia di gas e petrolio a un’altra maxi-beffa sulle bonifiche mancate. A ben guardare, in Sardegna su questa partita gli ecologisti, che per primi hanno lanciato l’allarme parlando di “Sfascia-Isola”, hanno così al loro fianco la giunta. E l’alleanza s’allarga ora a tutte le altre Regioni. Ma che cosa ha fatto sino a questo momento l’esecutivo guidato da Pigliaru per cercare di modificare il progetto governativo? Ricordare qualche tappa dell’azione svolta dalla giunta regionale aiuta a capire meglio. Due i canali attivati. Uno, come sottolineano negli assessorati ai Lavori pubblici e all’Ambiente, si fonda sul confronto diretto con il governo. L’altro riguarda il dibattito alle Camere. Lungo la prima direttrice, in queste ultime settimane, c’è stato uno scontro molto serrato. Da una parte Renzi e i suoi sostenitori, dall’altra la Sardegna, che si è fatta promotrice di una serie d’iniziative per eliminare dallo Sblocca Italia pesantissime criticità. «Contro la decretazione centralizzata legata al recupero di energia dai rifiuti”, rammentano alla Regione, “la giunta sarda è stata in prima fila nel guidare la rivolta delle Regioni, che hanno condiviso e approvato le nostre richieste di riformare il testo governativo».
* Nuova Sardegna