di Antonello De Candia *
A Villasor c’è ora un “Centro di accoglienza per anziani” intestato a Tullio Locci. Il Comune ha così voluto tributare un riconoscimento ufficiale al suo concittadino illustre, diventato una “bandiera” per il suo impegno sociale verso il mondo dell’emigrazione. Tullio Locci era nato a Villasor nel 1905, paese al quale è sempre rimasto legato nonostante gran parte della sua vita sia trascorsa fuori dalla Sardegna e in particolare a Savona, dove ha formato la sua famiglia (anche la moglie, Orsolina Cocco, era di Villasor) e dove ha concluso la sua attività lavorativa come direttore Provinciale dell’Inam. E fu proprio quando andò in pensione,nel 1971, che iniziò ad occuparsi di emigrazione, fondando a Savona il circolo “Il Nuraghe”, e diventando poi per 15 anni il presidente di quella che allora era la Lega dei Circoli Sardi in Italia, l’attuale Fasi. Il ricordo visivo di quegli anni, prima ancora delle parole, è stato testimoniato dalle foto che sono state proiettate sul grande schermo installato nella sala comunale assiepata da centinaia di persone che hanno partecipato all’evento e che hanno potuto così documentarsi sulla figura del loro concittadino. Ma anche nelle scuole, ad alunni e studenti – come ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Gloria Podda – il giorno precedente era stato fatto conoscere il personaggio, perché sapessero chi era quel Tullio Locci cui il Comune intestava il Centro di Accoglienza di via Cocco. Prima che si entrasse nel vivo della conferenza dibattito si sono esibiti il Coro della scuola primaria “su sonadori” diretto dalla maestra Roberta Cassinelli, la corale di Siurgus Donigala diretta dal maestro Felice Cattinelli e la cantante Maria Paola Aresu che a Tullio Locci ha dedicato una sua poesia. È toccato al sindaco Walter Marongiu aprire i lavori di “una giornata speciale” dedicata alla figura di Tullio Locci: “Il Grande Ufficiale nominato dal presidente Pertini, al quale – ha detto – abbiamo pensato di dedicare non una strada o una piazza, ma il Centro di accoglienza”. Il sindaco ha poi letto alcune lettere e cartoline di un epistolario intercorso negli anni tra la figlia e una sua ziache viveva a Villasor, a testimoniare che non è mai cessato il legame con il paese natale. L’assessore Gloria Podda, che ha voluto fortemente questa iniziativa (realizzata in collaborazione con la Proloco) che va inserita in un ciclo dedicato ai sardi che hanno fatto la storia della Sardegna, si è soffermata sul fenomeno dell’emigrazione facendo alcune riflessioni profonde: “una vita sospesa, quella dell’emigrato – ha detto – uno strappo, un distacco dalle radici, dagli affetti, carico di rabbia, un viaggio spesso di sola andata che ha lasciato ferite profonde. Tullio Locci ha recepito questo disagio nei suoi conterranei, questa necessità di assistenza e solidarietà, questa necessità di riunire per colmare la nostalgia della propria terra”. Luciano Locci ha rivolto un sincero “grazie” al sindaco e tutte le persone che si sono impegnate nell’organizzazione della manifestazione per tributare al padre Tullio questo riconoscimento. “Io sono nato a Savona – ha detto – ma ringrazio mio padre che assieme alla passione politica mi ha trasmesso la sua sardità. E anch’io mi sento sardo e legato a questa comunità. Mio nonno, il cavalier Evaristo Locci è stato segretario comunale a Villasor e il giovane pilota morto in guerra, quel Renzo Cocco cui è intestata la via in cui è situata la palazzina del Centro di accoglienza, era fratello di mia madre”. Il giornalista Gianni De Candia, direttore del Messaggero Sardo, il mensile che ha sostenuto per 40 anni le lotte degli emigrati sardi nel mondo, ha raccontato alcuni aneddoti della vita e delle esperienze vissute accanto a Tullio Locci (“amante del mangiare, delle donne e del gioco”) e ha sottolineato il suo attaccamento a Villasor (“ogni volta che lo incontravo – ha ricordato De Candia – lo provocavo, facendogli una domanda che lo mandava in bestia: … ma tu di dove sei, di Serramanna?, gli chiedevo, e lui si arrabbiava: “Sono di Biddesorris – ribatteva – di Villasor”). L’on. Giovanni Nonne ha rievocato le battaglie storiche condotte da Tullio Locci perché agli emigrati che rientravano in Sardegna per le festività o per le ferie estive fossero riservati un numero sufficiente di posti sulle navi e non fossero più costretti a bivaccare nei porti di Genova o di Civitavecchia in attesa dell’imbarco”. «Quelle sacrosante battaglie – ha ricordato l’ex vice ministro della Marina mercantile e dei Trasporti – costrinsero i vertici della compagnia di navigazione della Tirrenia ad accogliere le legittime richieste della Lega guidata da Locci. È stato il primo passo storico verso la “continuità territoriale”». L’argomento “trasporti” è stato ripreso da Tonino Mulas, responsabile della Fasi in materia, che ha fornito alcuni dati: “Nel 2014 – ha detto – la Fasi ha emesso 30 mila biglietti e ottenuto uno sconto del 30% per i sardi sulle navi della Tirrenia”. Mulas ha quindi ricordato che esiste una Sardegna fuori dall’Isola, la Sardegna degli emigrati, che sono ufficialmente più di 700/800 mila, ma che il numero raddoppia se si considerano le discendenze. “Questi emigrati sono riuniti in oltre 130 circoli sparsi nel mondo – ha sottolineato Mulas –, siamo una forza sociale e politica e si deve a Tullio Locci il ruolo di fondatore di questa realtà. Noi oggi siamo i suoi eredi”. Nel ringraziare il Comune di Villasor di aver voluto ricordare questo uomo, questo mito, il presidente onorario della Fasi ha ringraziato ancora Tullio Locci per tutto quello che ha fatto per il mondo dell’emigrazione sarda e perché anche questo avvenimento in suo onore – ha detto – continua a tener viva l’attenzione su un fenomeno più che mai di attualità”. Per ringraziare il Comune di Villasor sono arrivati messaggi dal circolo “Il Nuraghe” di Savona, letto da Gloria Podda e da Domenico Scala, vicepresidente vicario della Consulta e leader degli emigrati sardi in Svizzera. «Partecipo idealmente con intensa commozione – ha scritto Domenico Scala – alla meritoria iniziativa intrapresa dal Comune di Villasor in collaborazione con la Proloco per ricordare il suo illustre figlio Tullio Locci. In virtù del suo instancabile, illuminato impegno speso a favore di migliaia di sardi “esodati” nel mondo, Locci è stato un mirabile esempio di generosità, amicizia e disinteressata solidarietà. Basterebbe solo considerare il lungo ventennio che lo vide figura chiave nel preparare la strada per il futuro e fondazione dell’allora Lega dei circoli degli emigrati sardi nell’Italia continentale, nonché Presidente della Federazione dei Circoli dei Sardi in Italiae vice-presidente della Consulta per l’Emigrazione – sottolinea Scala – per essergli profondamente riconoscenti dell’enorme mole di lavoro che Locci si sobbarcò. Penso alle convenzioni stipulate, alle mozioni presentate, alle innumerevoli iniziative promosse per creare stretti legami di lavorotra le Leghe dei Circoli sardi in Europa e nel mondo, al continuo stimolo esercitato nei confronti di politici, amministratori e sindacalisti. Al riconoscimento di questo importante ruolo pubblico – conclude Scala, che di Locci è stato il delfino – mi sia permesso di accompagnare il ricordo del suo amichevole magistero fitto di consigli e suggerimenti: autentiche, indimenticabili lezioni di vita che egli generosamente m’impartì fin dai miei anni giovanili». Gratitudine per quest’uomo (“da sarda, umanamente e professionalmente”) è stata espressa anche da Vittoria Mereu, responsabile delle relazioni esterne della Tirrenia, la quale ha illustrato l’accordo tra Tirrenia e Regione in fatto di continuità territoriale, un contratto che ha esteso le agevolazioni ai sardi anche se non residenti. A Serafina Mascia, presidente della Fasi, le ultime considerazioni sulla figura di Tullio Locci: «La forza che ci ha lasciato – ha detto – è l’organizzazione. Il ruolo dei circoli è cambiato nel tempo, la loro evoluzione va di pari passo con i tempi, ma la nostra “rete” esiste e l’organizzazione è il fulcro di questa rete. L’emigrazione purtroppo continua, ma il problema è stato rimosso dai politici. I circoli sono il primo posto di approdo di chi ancora è costretto a lasciare la Sardegna in cerca di lavoro: compromettere questa “rete” è compromettere il futuro. Grazie a Tullio Locci per quanto ha fatto – ha concluso Serafina Mascia – e grazie perché da lassù è riuscito anche oggi a far riemergere il problema dell’emigrazione». A conclusione della manifestazione Luciano Locci ha donato alcuni preziosi libri antichi su Villasor conservati dal padre Tullio perché siano custoditi nella biblioteca comunale.