VALERIA PULCI, VERSO LA FELICITA’: LA STORIA DI UN’EMIGRATA E L’AMORE PER LA SUA TERRA

il libro di Valentina Pusceddu


di Eleonora Bullegas *

La solitudine e la malinconia. E poi c’è la voglia di fare nuovamente la valigia, per ritornare nella propria terra d’origine, che appare come l’unico luogo ideale, dove ci si sente accolti e accettati. Chi è costretto a emigrare per cercare lavoro, in tanti casi, riesce a resistere allo sconforto, perché guidato da un’intensa voglia di riscatto e dalla speranza di riuscire a integrarsi in una città a cui all’inizio crede di non poter appartenere.  La storia della protagonista del romanzo di Valentina Pusceddu, Valeria Pulci – Verso la felicità (Silele Edizioni), riflette stati d’animo, delusioni, sogni e aspettative di tanti altri emigrati che, non intravedendo alcuna prospettiva e realizzazione della propria vita nella terra d’origine, decidono di lasciarla per cercare fortuna altrove. Valentina Pusceddu è nata a Brescia 37 anni fa, da genitori sardi che da Arbus, comune del Medio Campidano, sono emigrati nella città lombarda. La sua famiglia decide però di rientrare nell’Isola per stabilirsi a Marrubiu, centro in provincia di Oristano, quando lei ha appena quattro anni. Valentina trascorre qui l’infanzia e l’adolescenza. Si mette in tasca il diploma preso al liceo scientifico di Oristano e decide poi di iscriversi all’Università a Cagliari, per studiare matematica. «A un certo punto», racconta, «i miei non potevano più mantenermi economicamente a Cagliari. La facoltà che avevo scelto prevedeva la frequenza obbligatoria alle lezioni. Ho dato qualche esame e poi mi sono resa conto che i tempi si sarebbero dilungati troppo». A 22 anni decide così di lasciare Marrubiu. «In me sono scattati il desiderio e la voglia di essere più autonoma, di non essere più un peso per la mia famiglia d’origine e di provare a camminare con le mie gambe».  A Brescia, Valentina vive ormai da 16 anni. Si è sposata, ha due figli ed è impiegata come segretaria in una società di revisione contabile. La sua prima esperienza lavorativa in terra lombarda l’ha avuta in un supermercato, proprio come Valeria Pulci. La protagonista del suo romanzo “«è una ragazza arrivata molto giovane a Brescia dalla Sardegna, alla ricerca della sua indipendenza e della sua individualità”. Nonostante i vari e numerosi ostacoli, la voglia di riscatto è la molla che spinge Valeria a inseguire e a perseguire la sua idea di felicità.

A parte il tema dell’emigrazione, qual è il filo conduttore di Valeria Pulci – verso la felicità? Ci sono diverse tematiche nel testo. Ci sono quelle della nostalgia, della malinconia, della voglia di tornare a casa, dell’amore e dell’idealizzazione del luogo d’origine. Il tema principale resta comunque legato all’emigrazione. Nel romanzo vengono messe in luce le difficoltà che si incontrano quando ci si trasferisce in un posto nuovo, con ritmi e culture differenti. C’è sempre un po’ di diffidenza nei confronti di chi arriva da un’altra regione e città. All’inizio, per conquistarsi la fiducia e farsi accettare dagli altri, bisogna faticare il doppio. Nel libro c’è una parte in cui si affronta il tema della ricerca di un’occupazione. La rinascita di Valeria avviene quando inizia a lavorare in un ufficio dove ci sono persone della sua età. Da quel momento, lei riesce a integrarsi meglio nel contesto bresciano.

Com’è riuscita a inserirsi nell’ambiente lavorativo e quali sono state le difficoltà che ha dovuto affrontare? Il primo lavoro in un supermercato l’ho trovato grazie all’aiuto di alcuni conoscenti. All’impiego in ufficio, invece, ci sono arrivata rispondendo a un annuncio pubblicato in un giornale. All’inizio scattano la solitudine, lo sconforto per i week end passati da soli a casa, senza sapere dove andare o cosa fare, senza voglia di uscire perché presi dalla malinconia. Poi c’è anche la paura di non essere accettati. La rinascita può avvenire, paradossalmente, proprio a partire da quelle persone che inizialmente si sono dimostrate fredde e distaccate. Quelle stesse persone che imparano pian piano a conoscerti e che ti introducono nel loro mondo, permettendoti di farne finalmente parte.

Quale legame l’è rimasto con l’Isola? Da un po’ di tempo anche i miei genitori si sono trasferiti a Brescia, ma ogni volta che ritorno nell’Isola provo una grande emozione.

* La Donna Sarda

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *