Gentilissime Claudia Sarritzu e Michela Murgia, come dice il titolo, una lettera, aperta. Una lettera piena di errori, senza coerenza retorica, con troppo pathos forse.
L’ho voluta aperta, aperta alle diverse possibilità che la vita ci offre, alle diverse risposte che possiamo dar-l-e noi. Che i due articoli contro mi hanno invece rinchiusa, in un’isola, e in uno stereotipo che rifiuto, quello dell’emigrato che ha mollato.
Ebbene si, io ho scelto di partire, di andare via dalla mia Sardegna, quasi troppo tardi, ma per fortuna qualche treno son riuscita a prenderlo, anche qualche TGV, confesso… e se solo i miei genitori avessero potuto accompagnarmi economicamente, la mia sognatissima scuola per interpreti a Milano me la sarei proprio fatta; fatta anche con le sfumature gergali che questo “fatta” ha…
Lancio un fiore, certo con qualche spina di matrice politica, al sindaco di Elmas, suppongo sarà l’unico, che ha fatto la sua proposta, e, fino a prova contraria è nei suoi diritti/doveri… E’ una ammissione, la sua, non saper come fare… magari ce ne fossero altri di politici che confessano la loro impotenza. Mi fanno più paura i politici che pensano di aver davvero la soluzione soluzionante, tanti politici, quelli che già ci sono e quelli che sognano di esserci ai posti di commando, tutti va’…
Personalmente approvo: ditemi voi quali altre soluzioni applicabili in tempi vitali per far riprendere il mercato del lavoro… per mangiare tout court, mangiare, che questo è…
Non sto neanche a menarla sul mio essere sardo, che non si discute e non lo discuto: sarda sono! La mia sardità non si nutre di cartoline estive, ci ho vissuto fino a 34 anni, tanti freddi inverni che anche in Sardegna esistono, di ospitalità mitica, della “genuinità” dei suoi prodotti, ma che, abbiamo l‘esclusiva? Anzi che no, che spesso la non professionalità dell’accoglienza proprio lì, in Sardegna l’ho dovuta combattere… Non capisco perché con questa proposta il sindaco di Elmas, e con lui i tanti, molti, troppi? IO! non dovrebbero credere nella loro terra: credere, amare qualcosa, qualcuno non deve renderci ciechi no? Come tanti emigrati di allora, oggi migranti, penso si tratti di lucidità e consapevolezza, e penso anche con immensa tristezza a qualche vita volutamente interrotta per mancanza di prospettiva, di confronto, chiamiamolo così… penso alle addizioni fatte con i membri del Circolo sardo di cui faccio parte, di quanti, da che è cominciata la CRISI, questa crisi, ci scrivono per chiedere un aiuto, “qualsiasi lavoro”, precisano!
Vorrei che i miei 3 figli partissero “dall’isola” felice in cui viviamo la Svizzera! E già! che mi ha accolto, che è stata il canovaccio di tante mie riuscite, ebbene si…
Sono d’accordissimo con lei per la “pubblicità” dell’istruzione, con lo Stato garante, possibilmente uno Stato che ci creda davvero in questa Pubblica Istruzione, che putacaso è anche il mio datore di lavoro, che prof. sono…
Mai mi ha sfiorato il benché minimo dubbio su un’eventuale sudditanza intellettuale sarda, non solo ripensando alla mia cultura isolana, ma alla mia cultura e basta, anzi, e so che sto lanciando una bomba, spesso percepisco sgradevolmente una voluta superiorità culturale di alcuni sardi…
Ebbene si, se potessi farei venire qui i miei nipoti, di Elmas che coincidenza, a studiare, confrontarsi, e poi che scegliessero se stare o tornare, perché no? Non un abbandono, non un tradimento, ma un allargamento, un espandersi… vivere dignitosamente, e se possibile, oltre al mangiare, anche un libro, un cinema, le scarpe alla moda magari le lasciamo per altri momenti più fasti.
Ebbene si, mi disturba molto il vostro “raccontare di sardi che non si son nascosti e che non hanno fatto le valigie”… ancor più in una piattaforma, quella di TOTTUS IN PARI che dà voce e che è voce di tanta emigrazione…
Direi che abbiamo i politici che ci meritiamo, ma aspetto di poter leggere, con malsana curiosità i nuovi programmi dei politici che non abbiamo voluto ancora meritarci.
Concordo pienamente con Roberta : il sindaco di Elmas merita rispetto e trovo la sua iniziativa brillante : dare la possibilità a personne disoccupate di poter avere delle prospettive che in Sardegna non hanno andando all’estero..per poi magari tornare nell’isola e fare approffitare il popolo sardo delle esperienze acquisite altrove…Come circolo sardo di Losanna, posso dire che riceviamo ogni giorno richieste d’aiuto da parte di sardi che vogliono lasciare la loro terra per avere un lavoro – e dico qualsiesi lavoro – all’estero.
Brava Roberta…
Condivido l’analisi di Roberta e vedo nel contributo da dare a giovani proposto dal sindaco di Elmas un salvagente gettato a,purtroppo, i troppi naufraghi che non trovano lavoro in Sardegna. personalmente vivo all’estero ma il resto della mia famiglia vive in Sardegna,perciò sento miei e credo di interpretare correttamente, realtà, progetti e preocupazioni dei sardi residenti, sopratutto attraverso i contatti con loro, i tanti amici e anche i midia. Oggi i troppi sardi senza lavoro rischiano di non poter riuscire a soddisfare, non il superfluo ma le eigenze primarie. La situazione é molto pesante, si ha il dovere, autotità e cittadini insieme di tovare e proporre soluzioni che non siano vane parole ma fatti e l’intervento del sindaco di Elmas é concretamente un fatto.