di Mattia Meloni
La nostra isola raccoglie una moltitudine di luoghi ricchi di storia e di tesori naturali di incomparabile bellezza che sopravvivono nel tempo. Il Gennargentu sicuramente è uno di questi, così unico e peculiare nel suo aspetto. La prima cosa che colpisce l’occhio del visitatore sono gli spazi immensi che si vedono da lassù: tolgono il fiato, ci fanno rendere conto di come la Sardegna sia veramente un’isola. Nelle giornate con una buona visibilità si possono ammirare addirittura le montagne della Corsica e il mare che fa da cornice alla nostra terra.
Il Gennargentu è la montagna più importante della Sardegna, le vette sono: Punta La Marmora 1833 metri, Bruncu Spina 1828 metri, Su Mullone de Enna Orisa 1820 metri e Punta Florisa 1822 metri. Il nome Gennargentu è una denominazione recente, in realtà il termine è riferito non all’intera montagna, ma un passo situato a oltre 1650 metri di quota che incerniera le due dorsali chiamato Arcu de Gennargentu. I pastori in passato utilizzavano frequentemente questo passo che mette in comunicazione la Barbagia con l’Ogliastra. Secondo alcuni, il significato etimologico del nome Gennargentu è Porta d’argento oValico d’argento: sembra che la sua origine sia legata o alla presenza del manto nevoso che permane per gran parte dell’inverno, o dai riflessi argentati che emanano i minerali presenti nelle sue rocce. Ma c’è anche chi, forse più giustamente, riconduce il tutto a una banalizzazione italiota. In origine il toponimo, più probabilmente, era Genna de ’entu (Porta del vento), Del resto, non sarebbe il primo caso di italianizzazione forzata di un toponimo: da Margiani Arrùbiu abbiamo avuto Margine Rosso (anziché Volpe Rossa), da Genna de Mari (Porta del Mare) abbiamo avuto Genna Maria, dove la Madonna non c’entra affatto. Stessa sorte ha avuto l’isoletta di Malu ’Entu (Cattivo Vento) di Doddore Meloni, toponimo semplicissimo eppure reso incredibilmente in italiano con Mal di Ventre (antipaticissimo disturbo venuto a Doddore e a molti di noi ogni volta che ci abbiamo ripensato).
In alcune carte topografiche viene indicata erroneamente col nome di Perdas Crapìas, Pietre frantumate. In realtà il toponimo è riferito ad una fiumana di detrito roccioso affiorante nei pressi di Punta La Marmora, non alla vetta. Recentemente Punta la Marmora è stata ribattezzata Punta Amsìcora in onore dell’eroe sardo nemico giurato di Roma, III secolo a. C. Il nome Bruncu Spina invece si riferisce a varie calcatreppole, umbellifere molto presenti nella zona e della ginestra pulvinare, vero e proprio relitto dell’Era Glaciale. La parte più elevata del Gennargentu ricade nei comuni di Arzana, Desulo, Villagrande e Fonni. Spesso nel passato in questi centri abitati si sono avute delle diatribe per la contesa dei territori. Dal punto di vista geologico il Gennargentu è costituito da un complesso di rocce metamorfiche e da corpi intrusivi e filoniani di origine ignea formatisi durante l’era Paleozoica. L’area è di grande pregio per la presenza di specie endemiche e rare, tra le quali la peonia, la genziana, l’astragalo, l’eufrasia del Gennargentu e tante altre.
La particolarità del clima ha consentito la sopravvivenza di una flora tipica montana costituita da prati, garighe, macchie e foreste lungo le pendici. Tra le specie arboree sono da annoverare il tasso, l’ontano, l’acero montano, il ginepro, l’agrifoglio, il leccio e roverelle monumentali. Qui è possibile ammirare oltre all’aquila reale e al muflone tante altre specie di grande interesse naturalistico. Durante l’inverno, quando la montagna si veste di bianco, si aprono scenari fantastici, quasi surreali. La coltre nevosa a volte raggiunge spessori notevoli; il periodo in cui può fare la sua comparsa va da fine ottobre ai primi di maggio, raramente si verificano anche nevicate tardive fino ai primi di giugno. Il clima della zona attualmente è monitorato da due stazioni meteo: Su Filariu in agro di Desulo, situata a 1360 metri di quota, e Separadorgiu in agro di Fonni, situata a 1460 metri. Le due stazioni trasmettono i dati in diretta via internet e sono dotate anche di webcam tramite le quali è possibile monitorare costantemente lo stato del tempo in atto. Da alcuni anni i centri limitrofi stanno cercando di valorizzare il turismo invernale tramite alcune strutture, la più importante delle quali attualmente è Bruncu Spina, seguita da Su Filariu, Separadorgiu e Monte Spada. Ricordiamoci che la Sardegna non è solo mare ma è ricca di meraviglie nel suo interno: cerchiamo di valorizzarla con intelligenza e virtù e diamo la possibilità di conoscerla interamente in ogni suo aspetto.
Sardegna non solo mare!