Sarà ricordata come una serata prestigiosa per il livello dei premiati, spettacolare per la cornice in cui si è svolta, impeccabile per l’organizzazione ma, soprattutto, emozionante per l’orgoglio identitario tramesso dal Premio Navicella Sardegna. La XIII edizione si è svolta nella suggestiva cornice del Teatro Ceroli a Porto Rotondo. Una scelta felice considerata anche la concomitanza con il cinquantesimo anniversario della fondazione del villaggio ad opera dei conti Donà dalle Rose. La manifestazione, nata con lo scopo di promuovere la Sardegna e la sua cultura nel mondo, ogni anno premia diverse personalità, individuate da una giuria qualificata, che hanno contribuito a portare l’isola all’attenzione nazionale ed internazionale, favorendo con il loro impegno la valorizzazione del patrimonio di civiltà, di cultura e di tradizioni, come elemento distintivo dell’identità sarda. L’Associazione Sardegna oltre il mare, promotrice del “Navicella”, ha potuto contare sulla collaborazione del Comune di Olbia, del Consorzio di Porto Rotondo, sul patrocinio della Regione Sardegna, sul contributo organizzativo di Welcome to Porto Rotondo, sul sostegno di Tirrenia e altri sponsor privati. La giornalista Egidiangela Sechi, presentatrice della serata, ha impresso un ritmo televisivo e brillante alla cerimonia, impreziosita da alcuni filmati, dalla partecipazione dell’Orchestra da Camera della Sardegna diretta dal maestro Simone Pittau e dalle letture affidate all’attore Marco Spiga. La prima Navicella di argento, realizzata dall’orafo sardo, Bruno Busonera, è andata al poeta di origini sarde Marc Porcù, nato in Tunisia, cresciuto e residente in Francia. Suo nonno, pescatore di Sant’Antioco, membro della Brigata Sassari, fuggì dalle persecuzioni fasciste a bordo di una barca con la moglie incinta. Proprio grazie ai racconti del nonno, Marc Porcù ha rinforzato il suo legame con la Sardegna, presente in molte delle sue liriche. Nella sua ultima antologia, intitolata “L’urlo dell’alba” è tornato sulle orme del passato ricostruendo quella storia familiare e quelle radici che non ha mai rinnegato. Negli anni è diventato anche ambasciatore della terra sarda traducendo in francese le opere di alcuni autori isolani come Sergio Atzeni, Flavio Soriga e Francesco Abate. A breve pubblicherà la traduzione delle poesie di Joyce Lussu. Il Premio è stato consegnato a Marc Porcù da Serafina Mascia, presidente della Fasi (la Federazione dei circoli sardi in Italia). Sul palcoscenico è poi salito il conte Luigi Donà dalle Rose premiato dal sindaco di Olbia Gianni Giovannelli. Toccante il momento in cui è stato ricordato il co-fondatore di Porto Rotondo, Nicolò Donà dalle Rose, recentemente scomparso. “Con mio fratello Nicolò abbiamo fatto tutto – ha dichiarato il conte Luigi rievocando il loro arrivo a Porto Rotondo -. Eravamo giovanissimi, io 23 anni, lui 25. Avevamo un entusiasmo enorme, inconsapevoli del rischio che stavamo correndo nel realizzare questa impresa”. La terza Navicella è stata consegnata a Luca Pani, neuroscienziato, psichiatra, farmacologo che, attualmente. ricopre la carica di Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Responsabile dell’Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR, insegna nelle Università di Chicago, Washington e Miami. Le immagini delle sue sculture hanno poi accompagnato la premiazione dell’artista Giovanni Campus, nato nella Terranova di un tempo, l’attuale Olbia, e residente a Milano ormai da moltissimi anni. I soggiorni artistici a Parigi e New York non hanno mai offuscato l’immagine di Tavolara, dominante per Campus sin dalla sua infanzia vissuta nella palazzina, ora inglobata nel Museo di Olbia, con vista sull’isola. Stile, colore e tridimensionalità sono le parole chiave attraverso le quali Campus interpreta le realtà e le fantasie dell’oggi. La quinta Navicella è stata consegnata all’attore Giancarlo Dettori che ha fatto vivere al pubblico emozioni intense raccontando alcuni, significativi momenti vissuti accanto a Giorgio Strehler, suo mentore e amico di una vita. Sardo sino al midollo, Dettori ha detto che nelle sue interpretazioni lo ha sempre sorretto la “presenza schizoide della sua terra: la lontananza, la solitudine, la ritmica mentale della lingua sarda, il richiamo segreto delle radici come elementi fondamentali di una drammaturgia interiore”. Franco Cuccureddu, ideatore del Premio Navicella Sardegna, ha consegnato il sesto e ultimo riconoscimento dell’edizione 2014 alla dottoressa Alessandra Corrias, responsabile dell’organizzazione umanitaria internazionale Operation Smile che, in tutto il mondo, ha guarito e cura migliaia di bambini con malformazioni al volto, oppressi dal difetto fisico e dall’emarginazione sociale. La giuria che ha individuato i premiati è composta da scrittori, editori, dai direttori delle principali testate sarde, da rappresentanti di ordini professionali e delle istituzioni.
NOMI ECCELLENTI E GRANDI EMOZIONI AL “PREMIO NAVICELLA SARDEGNA”: LA XII EDIZIONE A PORTO ROTONDO
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