di Gian Piero Pinna
Nel Seminario arcivescovile di Oristano, si è svolto un incontro per parlare di Comunicazioni sociali promosso dall’Ufficio regionale per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale della Sardegna, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti della Sardegna, la Fisc Sardegna e l’Ucsi Sardegna, aperto a tutti gli operatori dell’informazione, che ha richiamato molti collaboratori di giornali diocesani, oltre a una nutrita schiera di responsabili delle comunicazioni sociali delle parrocchie e delle diocesi, giornalisti laici, e tanti altri che, a vario titolo, si occupano di comunicazione nel sociale. I lavori, hanno avuto inizio con i saluti di monsignor Paolo Atzei, delegato per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale sarda. Il primo relatore è stato il presidente dell’Assostampa Sardegna, Francesco Birocchi, che parlando delle opportunità e degli spazi per l’informazione cattolica, si è posto molteplici domande: “Ci sono spazi per l’informazione in Sardegna? Come comunica la Chiesa?”, tutti quesiti alla quale Birocchi ha cercato di dare risposte e pur ammettendo che i settimanali cattolici hanno un passato illustre, citando padre Spadaro, si è anche chiesto “ma Dio è presente sul Blog? E i nuovi mezzi comunicazionali, possono integrarsi con i mezzi tradizionali?”, a tal proposito a snocciolato una serie di dati che non sono per niente confortanti per la stampa tradizionale, che in questi ultimi anni, ha subito una forte flessione. Il presidente dell’Ordine Regionale dei Giornalisti, Filippo Peretti, intervenuto per tracciare il profilo professionale dell’operatore dell’informazione cattolica, ha esordito dicendo che “L’incontro si colloca al centro dei nostri corsi di formazione. Gli operatori cattolici, sono più attenti al rispetto delle regole che devono ispirare chi fa informazione e questo è un vantaggio, rispetto ad altre realtà, in quanto sempre di più, i giornalisti di oggi, stanno diventando dei “sistematori di notizie”. È stato poi il turno di Marco Piras, delegato regionale della Federazione Italiana Settimanali cattolici, che per parlare del ruolo dei giornali diocesani e dell’informazione alternativa, è partito dai contenuti del messaggio del Papa per la 48ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, mettendo in evidenza che “I giornali cattolici, sono giornali di tutti e per tutti e sono un luogo di confronto con cattolici e laici, sempre tenendo presente che dietro ogni notizia, ci sono delle persone con il loro vissuto. Per questo incontro, abbiamo invitato gli operatori dell’informazione cattolica delle diocesi sarde per confrontarsi insieme, con l’obiettivo di trovare nuove forme di collaborazione e per mettere in rete le esperienze significative avviate nel territorio”. Per il presidente dell’Ucsi regionale, Mario Girau, intervenuto subito dopo, la stampa cattolica, è stata una vera palestra di vita per la società e per la politica sarda. Ha concluso la mattinata il discorso di Monsignor Claudio Giuliodori, presidente della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali della Cei, oltre che amministratore apostolico di Macerata e Assistente generale dell’Università Cattolica, che dopo aver parlato della Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro e per tenere alto il livello etico nell’era digitale, nel suo successivo intervento serale conclusivo, ha voluto mettere l’accento sul fatto che “il bagaglio di esperienze che le comunicazioni sociali stanno maturando, è molto importante e a volte, a fronte delle difficoltà, non ci rendiamo conto della strada già fatta”.
Nel pomeriggio, alla ripresa dei lavori, don Giulio Madeddu, ha parlato del “Rilancio della pastorale delle comunicazioni sociali”, mentre l’argomento trattato da padre Tarcisio Mascia, era “Web TV. Costruire il proprio palinsesto personale”, spiegando che “La sopravvivenza della nostra Web TV, è affidata esclusivamente al volontariato e alla provvidenza, non ricevendo incentivi né da istituzioni pubbliche, né da istituzioni private e lancia essenzialmente messaggi ecclesiali, per gli altri argomenti ci sono già tante altre televisioni”. Don Ignazio Serra, parlando di “Le nuove frontiere comunicative: esperienze in Sardegna”, ha voluto sottolineare che “Siamo immersi in un mare di Web, ma bisogna comunicare nella logica di condividere”. Suor Agnese Rivoira, superiore delle Paoline di Cagliari, ha detto che bisogna “Dare agli uomini di oggi la possibilità di condividere gli eventi”, mentre affrontava il tema della “Sensibilizzazione e divulgazione responsabile nell’editoria cattolica”. Franco Siddi, segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, a conclusione della giornata, ha subito messo in chiaro una cosa, “Se un tempo la professione del giornalista, era ambita, oggi non lo è più. Gli editori puri sono spariti, oggi ci sono solo gli editori industriali, che badano esclusivamente al ritorno economico e se questo non c’è, tagliano le teste e con queste, chiaramente, spariscono anche le idee. Abbiamo bisogno di un giornalismo motivato, che facendo un’informazione genuina, leale e corretta e non fatta per “campagne”, sia in grado di far conoscere i fatti in maniera civile e etica, senza dimenticare che ogni persona, ha diritto al rispetto. Anche nell’informazione il lavoro sta diventando un problema drammatico, con un forte ridimensionamento del personale e con incarichi precari dove si lavora quasi gratis”.
Tutto sommato, una giornata intensa di contenuti e dove sono stati trattati gli argomenti più disparati, con una folta partecipazione di persone attentissime, che hanno seguito con interesse tutti gli interventi.