di Alessandra Carta *
Dal 1° gennaio del 2015 la Sardegna non dovrà più attenersi ai vincoli del patto di stabilità. L’accordo, storico, è stato raggiunto dal presidente FrancescoPigliaru e dall’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, nel tavolo di Roma tra la Regione e il Governo. Tecnicamente, significa che “dobbiamo rispettare il solo pareggio di bilancio, senza tetti di spesa”, spiegano Pigliaru e Paci. A partire dal prossimo anno, dunque, la Regione potrà utilizzare tutti i 6,5 miliardi inseriti nella manovra finanziaria. Pigliaru chiarisce i termini dell’accordo con una nota. “Il risultato importante dell’incontro – si legge – è l’impegno che il Governo ha preso nei confronti della Regione Sardegna di cancellare definitivamente, a partire dal 2015, l’assurdo vincolo del patto di stabilità che ha sinora impedito di utilizzare tutte le nostre entrate”. Oggi invece succede questo: a fronte di un bilancio da 6,5 miliardi, per via del patto di stabilità l’Isola ne può investire solo 2,4. Cioè, meno della metà. Per questo ad aprile, quando l’Esecutivo si è insediato, è stata aperta subito la trattativa con Roma. L’obiettivo era ottenere un innalzamento della quota di spesa, pari a 1,2 miliardi. Dal 2015, invece, cadono i vincoli, non si pone più il problema del quanto si può utilizzare. È stata un passo a due, la missione nella Capitale. Paci aggiunge: “Siamo soddisfatti perché il problema della spesa viene risolto strutturalmente“. Il presidente della Regione dice ancora: ”Dal 2015, tutte le nostre entrate potranno essere totalmente usate per finanziare le politiche di sviluppo dei nostri territori. L’adozione della regola del pareggio di bilancio definisce finalmente un quadro di buon senso che ci attribuisce piena responsabilità nella gestione efficiente delle nostre risorse e ci incentiva a utilizzarle con la massima attenzione”. L’Isola è la prima regione italiana a cui il governo Renzi concede la deroga sul patto di stabilità, e non limitandosi a ridurre i vincoli, ma eliminandoli totalmente. Lo stesso metodo pare che verrà applicato anche alle altre regionali a statuto speciale. “Da parte nostra – ribadisce anche Paci – sarà massimo l’impegno per spendere al meglio tutti i soldi che abbiamo a disposizione”. L’assessore entra nei dettagli tecnici dei vincoli cancellati. “Dovendo rispettare il pareggio di bilancio senza subire altri vincoli – si legge in una nota -, smetteremo di creare una enorme quantità di residui, ossia di promesse che poi non è possibile mantenere. Allo stesso tempo, attraverso gli accantonamenti previsti dalle manovre nazionali di risanamento finanziario, anche la Sardegna contribuirà alla riduzione del debito pubblico. Il nuovo sistema ci obbliga a essere virtuosi e efficienti, perché le risorse che saremo in grado di risparmiare dagli sprechi, le potremo utilizzare liberamente per attuare le nostre politiche di crescita. La Giunta regionale ha dimostrato di essere credibile e di operare in una logica di leale collaborazione con lo Stato. È in questa ritrovata unità di intenti che è stato possibile definire un accordo che rafforza la nostra sovranità”. L’intesa raggiunta a Roma viene fatta “a legislazione vigente”. Lo ha precisato ancora l’assessore Paci, sottolineando che “per l’Isola non ci saranno nuovi oneri. Lo Stato continuerà a trasferire la quota parte spettante alla Sardegna che viene regolarmente iscritta in bilancio – spiega l’esponente della Giunta Pigliaru – mentre cambiano le modalità di contribuzione della Sardegna al risanamento del debito pubblico attraverso gli accantonamenti. Per il 2014 – sottolinea Paci – il Patto vale circa 600 milioni”. Tra una decina di giorni si conoscerà invece la quota di maggiori spese che verrà riconosciuta alla Regione per il 2014: la Giunta ha chiesto 1,2 miliardi. Ma non è ancora definito l’ammontare preciso. A rappresentare il Governo c’erano il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, il ministro dell’Economia, Pietro Carlo Padoan, e quello per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta.
* Sardinia Post
Ma se altre regioni lo chiederanno e gli diranno no vediamo poi il motivo.La regione e’ di sinistra?
E perchè solo la Saardegna???………….marchette politiche??…….Da oggi in poi in Italia esiste regione e regione??……VIVA L’ITALIA.