di Giuseppe Di Donna
Ormai la sua attività di ingegnere ha spiccato il volo per il Sultanato dell’Oman e gli Emirati Arabi dove la sua società di ingegneria con sede a Muscat, Sohar e Dubai le regala molte soddisfazioni professionali. Ma per Giulia Fresca, l’ingegnere-giornalista, come ama definirsi, Cosenza, sua città d’adozione dal 1989, resta il centro motore delle sue azioni. A Cosenza Giulia Fresca ha dedicato molte energie , coltivando la sua passione per il giornalismo che si è cucita addosso come una seconda pelle. Frutto di questo fuoco sacro per la scrittura sono non solo i numerosi articoli di carattere storico e culturale scritti sulla città che considera ormai sua, ma anche moltissime raccolte di poesie, altrettanti saggi e il suo primo romanzo, “Sognatore d’algoritmi”, pubblicato da qualche anno dall’editore Pellegrini. Ama scherzare sulle sue origini calabro-lucane, evocando il vecchio tracciato ferroviario, ma solo per evidenziare il suo nomadismo geografico che fissa i natali in Puglia, a Manfredonia, dove il padre si trovava temporaneamente per ragioni di lavoro, per poi spostarsi a Venosa, in Basilicata ed essere poi adottata da Cosenza e dalla Calabria, senza disdegnare frequenti puntate in Sardegna, a Ottana e ad Iglesias, cui continua ad essere molto legata. Una giramondo, si direbbe, ma per la quale Cosenza è stata e resta un punto fermo del suo girovagare. Lo ha ben compreso la Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi che ha ospitato la Fresca in occasione di una delle sue sedute dedicate alla valorizzazione delle eccellenze che si sono distinte nella città per l’impegno culturale. L’ingegnere-giornalista, con una marcia in più e di versatilità non comune, è stata destinataria di un riconoscimento attribuitole dall’organismo consiliare presieduto dal consigliere comunale Claudio Nigro per il quale “Giulia Fresca è un’eccellenza del nostro territorio di cui dobbiamo essere fieri”. La relazione introduttiva è stata svolta dal Consigliere Mimmo Frammartino che ha ricordato come Giulia Fresca abbia conseguito la laurea magistrale in ingegneria meccanica presso l’Università della Calabria nel 1995, risultando, all’età di 23 anni, la più giovane laureata in ingegneria meccanica d’Italia.
Poi Frammartino si è soffermato sulla storia che la Fresca racconta in “Sognatore d’algoritmi” che prende l’avvio in un futuro non troppo lontano, nel 2035, quando due sorelle ritrovano una raccolta di mail, una sorta di carteggio informatico, tra la loro madre e uno psichiatra, protagonisti di un rapporto epistolare intercorso tra il 2008 e il 2009. Una sorta di amore virtuale , ma non per questo privo di slanci e purezza di sentimenti.
Ma in “Sognatore di algoritmi” non c’è solo l’amore virtuale tra i due protagonisti, affrontando il libro anche questioni universali ed altre legate all’attualità: la guerra, la politica, la legge Basaglia, l’infanzia violata, la violenza sulle donne. “Il libro – ha rimarcato Frammartino – invita a riflettere anche sull’uso corretto del web, uno strumento che deve servire a veicolare umanità e sentimenti. Una storia semplice che pone una serie di interrogativi: come faremo in futuro a trovare conferma dei nostri ricordi? Un tempo esistevano le fotografie, gli album, oggi custodire la memoria dei nostri ricordi è impresa affidata alle nuove tecnologie che non sempre si mostrano all’altezza del compito. Il romanzo della Fresca – ha concluso Frammartino – è quasi un monito a conservare quanto più è possibile, quanto meno le mail”. E se in “Sognatore d’algoritmi” l’autrice scrive che il mondo è un grande intreccio, piccolo e fitto di opportunità per ritrovare nell’altro un po’ di se stessi”, per Maria Lucente, Vice Presidente della Commissione cultura del Comune, in Giulia Fresca “la vivacità,l’impegno culturale e la femminilità sono a largo raggio, rafforzati dalla sua capacità di entrare negli altri e di trovare in loro una parte di sé.” A portare la sua testimonianza in Commissione anche Maria Cristina Parise Martirano, Presidente del Comitato di Cosenza della Società “Dante Alighieri”. “Giulia Fresca – ha detto la Parise – è molto legata alla “Dante Alighieri”, anche perché è stata una delle nostre prime divulgatrici. Bellissimo esempio di completezza, è una delle poche donne che riesce a farsi amare dalle donne”. Poi arriva il turno proprio dell’ingegnere-giornalista. “Per me questo riconoscimento è un grandissimo onore e che vale doppio per l’importanza che ha, ma anche perché, da cosentina d’adozione, assume un valore pari a quello di una cittadinanza onoraria. Un riconoscimento non è mai un atto dovuto. Quando si riceve un’attestazione di stima come questa – ha aggiunto Giulia Fresca – altro non è se non un dono di cui sono molto riconoscente a chi me lo ha voluto assegnare”. Si definisce una donna moderna d’altri tempi. Una definizione calzante e che forse spiega l’apparente contraddizione presente nel suo romanzo, sospeso tra le innovazioni del web, dei new media e delle nuove tecnologie e il restare ancorati alle tradizioni, circostanza che fa dire alla Fresca che “nelle lettere annodate con il fiocco c’è l’anima di un tempo, al cui confronto la mail dei nostri giorni è fredda”. Ciononostante il suo libro è completamente attraversato dalle nuove tecnologie. “Il romanzo è nato per caso – dice infine – ma ha comportato uno sforzo immane. Il riconoscimento della Commissione mi renderà ancora più responsabile nei confronti di questa città, della cui storia e cultura mi ritengo in qualche modo messaggera”.