di Gian Piero Pinna
Il primo concilio ecumenico del mondo cristiano, fu convocato il 20 maggio del 325, a Nicea, a presiederlo lo stesso imperatore Costantino, il quale intendeva ristabilire la pace religiosa e costruire l’unità della chiesa, minata dalle aspre dispute, ma l’intento era anche politico, dal momento che se tali dispute non fossero state risolte, avrebbero dato un ulteriore impulso centrifugo all’impero, in una fase in cui esso si trovava sulla via della disgregazione. I partecipanti provenivano in maggioranza dalla parte orientale dell’Impero: Siria, Cilicia, Fenicia, Arabia, Armenia, Palestina, Egitto,Tebaide, Libia, Cappadocia, Frigia, Tracia, Macedonia; mentre i rappresentanti dall’Occidente latino, erano solo sei provenienti dalla Gallia e dall’Italia. La chiesa di Roma, dell’allora Papa, Silvestro, era rappresentata dai presbiteri Vito e Vincenzo e dal vescovo di Cordova, Osio. Al convegno dei vescovi, si affiancavano un grandissimo numero di accompagnatori laici e filosofi, interessati alla discussione teologica. Lo scopo del concilio era quello di rimuovere le divergenze nella Chiesa di Alessandria e stabilire la natura di Cristo in relazione al Padre. Con il Concilio Costantino auspicava che fosse chiarito, una volta per tutte, una diatriba sorta intorno a una questione cristologica, ma le cui conseguenti lacerazioni teologiche avevano effetto anche sulla pace dell’impero, di cui egli si riteneva il custode. Siccome la disputa ariana nacque e coinvolse le chiese d’Oriente, di lingua greca, la rappresentanza latina al concilio fu ridotta, i 318 ecclesiastici presenti, erano tutti orientali. Il Concilio si svolse nel palazzo imperiale dal 19 giugno al 25 luglio del 325 e gli ecclesiastici partecipanti, furono trattati con tutti i privilegi spettanti ai funzionari di Stato. Il documento conclusivo venne firmato prima dal rappresentante imperiale Osio di Cordova, e poi dai rappresentanti del Papa.
In occasione dell’anniversario dell’evento, domani, con inizio alle 19, a Terralba, proprio nell’omonima piazza dove sorgeva l’antica chiesa dedicata a San Lucifero, uno dei vescovi protagonisti del concilio, è stato organizzato un evento spettacolo, che ha visto tra i promotori la Pro Loco, il Comune, il Rione “San Lucifero”, la Compagnia Teatrale Terralba e il Coro Polifonico “Lorenzo Perosi”. Era da tempo che si pensava a una rappresentazione storica dei fatti conciliari, alla quale ha dato corpo Felice Murgia, con un suo lavoro teatrale dal titolo “San Lucifero, difensore del Credo Niceneo”. A fare da scenario alla rievocazione, una tela di grandi dimensioni, di 6 metri per 2, ideata da Antonio Pibi dell’Associazione culturale “Felas” e realizzata con la preziosa e provvidenziale collaborazione della grande artista Dina Pala, sempre sensibile per le problematiche del suo paese, che ha offerto la sua opera per rendere più suggestivo e interessante l’evento. La Selas, è un’associazione culturale che opera a Terralba dal 1994 e sino ad oggi, ha trattato tematiche che riguardano il sociali, l’economie, la storia, le tradizioni popolari, l’archeologia e l’arte del terralbese.