Lo scorso febbraio la televisione giapponese ha visitato la Sardegna per conoscere e filmare le tradizioni del carnevale isolano. Non si è trattato di un invito istituzionale, quanto piuttosto del risultato dell’impegno di Fabrizio Fenu, un nostro conterraneo che dal 2011 vive e lavora in Giappone, nella città di Nakama (isola di Kyushu, 60 chilometri dal capoluogo Fukuoka). La storia di Fabrizio non è dissimile da quella delle migliaia di sardi e sarde che, negli ultimi quindici anni, hanno lasciato l’Isola per costruire altrove il proprio futuro, senza però mai dimenticarla. Dopo la laurea in Scienze Politiche a Cagliari, dal 2002 al 2009 ha vissuto e lavorato a Londra. Prima come responsabile di un punto Starbucks Coffee e poi come bibliotecario alla British Library. Dopo aver conseguito un master in Human Rights and Social Justice alla London Metropolitan University decide,nel 2009, di tornare in Sardegna insieme alla moglie Ayaka, conosciuta duranta l’esperienza londinese. Nel 2011 la nascita del figlio Daigo e la decisione di trasferirsi a Nakama, città natale della compagna. Oggi Fabrizio gestisce “Otto e mezzo”, un caffè italiano con una forte anima sarda. Lo abbiamo contattato e ci ha concesso l’intervista che vi proponiamo.
Fabrizio, come è nata l’idea di una televisione giapponese di accompagnarti in Sardegna? Credo che la televisione giapponese TVQ si sia interessata alle mie vicende di vita in Giappone circa due anni fa, quando per la prima volta lavorai in una cantina che produce sakè (la tipica bevanda giapponese), qui nell`isola del Kyushu a sud del Giappone. Così in un giorno di ottobre dello scorso anno ci siamo incontrati e dopo aver elencato da buon sardo le bellezze e le particolarità della nostra isola, specialmente l`innata ospitalità hanno avuto la brillante idea di venire e voler toccare con mano quest’ isola pressochè sconosciuta al popolo del Sol Levante. L`idea di venire in Sardegna è diventata realtà nel momento in cui il regista del programma ha visto delle immagini del Carnevale Mamoiadino e in particolare la danza millenaria dei Mamuthones, si è subito incuriosito e con lui tutto lo staff, produttore compreso.
Il Carnevale in Sardegna ha mille volti affascinanti. Quello antico dei suggestivi carnevali barbaricini, quello vibrante dei carnevali a cavallo, come quello di Oristano, oppure quello irriverente di Tempio, senza dimenticare la simbologia dei travestimenti di Bosa. Che cosa gli avete mostrato e quali sono gli aspetti che hanno suscitato in loro il maggiore interesse? Arrivati in Sardegna abbiamo visitato Mamoiada, accompagnati da una guida d’ eccezione – il Sig. Gesuino Gregu- rappresentante del Gruppo Mamuthones e Issohadores Pro loco Mamoiada, nonchè parte integrante del Carnevale come Issohadores . Ha reso indimenticabile a noi e soprattutto ai giapponesi questo giorno in Barbagia. Nei giorni a seguire oltre a visitare le nostre bellezze naturali abbiamo fatto visita a Gavoi al Panificio Santu Juanne di Rita Sanna da cui acquistiamo il Pane Carasau che ormai da 3 anni fa bella mostra nei nostri scaffali in Giappone, anche questo un giorno bellissimo soprattutto per la possibilità di conoscere in fondo la Sardegna nella vita delle persone che la abitano e la vivono ogni giorno.
Il programma sarà trasmesso in prima serata sulla televisione nipponica, sarà un’ importante occasione di promozione dell’immagine della Sardegna. La nostra isola è a tuo avviso ben conosciuta in Giappone oppure ancora non a sufficienza? La Sardegna è quasi sconosciuta ai giapponesi pur acuti osservatori e ricettori di informazioni da tutto il mondo. Questo ci fa capire che a livello istituzionale si sta facendo ben poco per farla conoscere, sia in Giappone che nel resto del Mondo.
A livello di individui si cerca di fare il possibile animati dall`amore per la nostra terra; quando parlo di individui mi riferisco a noi emigrati sardi in Giappone. Nel mio caso il tutto e` reso possibile oltre che dall`impegno personale dalla rete di amicizie isolane e non che sono riuscito ad instaurare in questi anni innanzitutto con l`inimitabile importatore di prodotti sardi qui in Giappone Daniele Angiargia della Ditta Cuore Sardo SPA e l`impegno e l`ingegno di Claudia Casu che creando Sardinia Cooking Studio (un portale di informazione e diffusione delle specialità culinarie isolane) entrambi sardi hanno creato , e continuano a farlo, una base solida su cui io e mia moglie possiamo lavorare.
Che cosa si potrebbe fare per promuoverla ulteriormente? Credo continuare naturalmente il lavoro che stiamo facendo e cercare di allargare questa rete di impegni personali alla nostra isola e al resto del mondo; nel fare questo cercando sempre di non perdere di vista il lavoro delle singole persone o dei gruppi perchè la vita è fatta del lavoro quotidiano di ognuno di noi e non dalle Istituzioni.
La tua esperienza di vita unita ai tuoi studi, che hanno sempre avuto come centro di interesse l’identità, la storia, le relazioni internazionali e i diritti umani, fanno di te un vero “cittadino del mondo”. Allo stesso tempo mantieni un legame molto forte con la nostra regione e con le sue tradizioni. Come coniughi tutto questo nella tua vita? L’ identità, la storia e le relazioni internazionali sono fatte dalle persone ed è su questo che io ho basato la mia vita e continuo a farlo: i singoli individui con le loro storie, le loro particolarità, le loro capacità collegandoli e collocandoli sempre in una visione più vasta di relazioni e scambio tra loro. Per questo ho viaggiato tanto e continuo a farlo perchè credo che ogni persona sia una scoperta, che giace nella sua diversità.
Parliamo, in conclusione, della Sardegna di oggi. L’isola sta vivendo una crisi, economica e sociale, molto profonda che ci sta obbligando a riconsiderare i nostri stili di vita e i nostri modelli di sviluppo. Da questo punto di vista le esperienze dei sardi nel mondo potrebbero essere di grande aiuto, perchè testimoniano quanto sia possibile riadattare la propria esistenza, la mentalità e i comportamenti di fronte al cambiamento. Che cosa ci puoi raccontare al riguardo pensando alla tua esperienza in Giappone? La “crisi economica”. Che parola!!! Quando si emigra, come tu Fabrizio ben sai, si vivono continue crisi economiche e sociali a livello personale, ma con la forza e l’impegno si riescono pure a superare. Nel mio caso come credo dovrebbe fare la nostra amata isola, ho sempre cercato di superarle prendendo come punto di partenza quello che credo di saper fare meglio, “essere me stesso”, cioè un amante della mia identità e tradizioni, quindi in sostanza ho cercato di utilizzare quello che sono, in certi casi adattandomi al modo di vita giapponese , ma stando attento a non venir assorbito e annullato da essa.
Credo in conclusione che la Sardegna debba seguire lo stesso metodo presentandosi al mondo così come è con la sua bellezza di storia e tradizioni, facendo conoscere le persone sarde con le loro peculiarità al resto del mondo. La sostanza deve essere sempre la realtà quotidiana di ogni singola esperienza di vita da presentare al mondo, naturalmente anche i canali e i metodi di comunicazione dovranno variare da luogo a luogo. Nel fare questo si avrà immenso bisogno delle esperienze dei sardi all’ estero che con le loro vite quotidiane hanno imparato bene a comunicare con le diverse realtà.
* tramas de amistade