Una Regione che si svuota, e dove la maggior parte della popolazione è anziana, o disoccupata. Solo il dato degli immigrati migliora un po’ la situazione. Non è molto incoraggiante il quadro tracciato dal nuovo rapporto “Sardegna in Cifre”, stilato dall’Ufficio Statistica della Regione, che mette sul tavolo numerosi dati, confrontandoli con gli anni passati e con il resto d’Italia.
Pagare le bollette: è questo il maggior problema per il 68,9% dei sardi, in base a un campione di interviste dove solo l’1% si dichiara “soddisfatto” della situazione economica. Un dato, va detto, praticamente invariato negli ultimi quattro anni. Sale invece al 36 % (rispetto al 30% del 2009) la percentuale di coloro che sono soddisfatti per le relazioni con la famiglia, mentre il 90% si dichiara soddisfatto dei rapporti con i propri amici: anche qui nel corso degli ultimi anni si nota una lieve ma costante crescita, come se molte persone trovassero nella crisi economica un sostegno più forte presso le persone care. Il sondaggio si occupa anche del gradimento nei confronti delle istituzioni e dei servizi: basso quello verso gli uffici comunali, ma il meno accessibile, secondo il 54,6% è il Pronto Soccorso. Infine è in aumento il numero di coloro che fanno volontariato, salito circa al 9,1%.
Giovani in fuga, gli anziani aumentano. Senza dubbio il dato più evidente riguarda il calo dei residenti: passati da 1 milione e 671mila persone nel2008 a1 milione e 641mila nel 2012: un calo dunque di circa 30.000 sardi. Non c’è da stupirsi visto il saldo naturale che fa segnare un -3182. Numerose anche le pensioni erogate, circa 643mila, un’ulteriore prova dell’anzianità media nell’Isola. E poi sono tanti coloro che scelgono di andarsene: in 5715 sono emigrati. In controtendenza invece l’immigrazione e la natalità di stranieri in Sardegna, passati da 13mila nel2008 a15mila nel 2012: sono insomma i migranti il fattore trainante della crescita demografica.
Economia e lavoro. Qui le note più dolenti: le persone in cerca di occupazione sono 117mila nel 2013, rispetto a 91mila nel 2009, con un tasso di disoccupazione del 17,5%. Maglia nera alla provincia Medio Campidano, dove tocca il 27%. Calo generale poi di molti settori: per esempio gli arrivi di turisti in Sardegna sono calati da 191mila del2009 a167mila. E negli ultimi vent’anni il numero delle aziende agricole si è dimezzato, passando da 117mila nel1982 a60mila nel 2010. Tra i disoccupati è interessante comunque notare come la maggior parte abbia la licenza media (56mila), o il diploma (39mila), mentre sono di gran lunga meno i laureati (10mila).
Capitolo istruzione. Il 69% degli studenti universitari è fuori corso: un dato in lieve calo, ma superiore al resto d’Italia (dove si tocca il 55%) e che farà sicuramente molto discutere. Solo il 33% ha conseguito la laurea triennale: le donne fanno comunque sempre meglio degli uomini. Più incoraggiante il dato della scolarizzazione media, che vede in aumento tutti i titoli di studio, ma soprattutto le qualifiche professionali, passate da 35mila nel2009 a43mila oggi. Il 63% dei sardi legge quotidiani, mentre il 45% leggono da1 a3 libri l’anno: quila Sardegnafa anche meglio dell’Italia dove si tocca il 43%. Infine in netto calo il numero di coloro che si sono recati a teatro (dal 16% del 2011 al 12% dell’anno scorso) e nei musei (dal 29 al 21%).