di Giacomo Mameli *
La prova d’orchestra sarà oggi, Upper East Side a Manhattan, nella Saint Joseph’s Church. Con un repertorio di venti canzoni in venti lingue si esibirà il coro UN Singer dell’Onu prima del tour nelle Filippine per concerti di beneficenza. Coro multietnico, con una sola voce italiana, pardon sarda, quella del tenore Massimiliano Brundu, 37 anni, di Perdasdefogu, artista globetrotter. Si presenterà – come gli altri coristi, a Manhattan e nelle Filippine – col costume del paese («me lo ha procurato e spedito da Foghesu mamma Ottavia, è bellissimo, un pezzo d’antiquariato con quasi due secoli di storia alle spalle»). Un’impresa non semplice. «Siamo impegnati in molte ore di prove, tre volte la settimana, il sabato addirittura cantiamo per cinque ore di seguito, nel quartier generale dell’Onu, nella United Nations Plaza. Le canzoni sono popolari, in venti lingue diverse dei cinque Continenti, nessuna italiana». Dopo New York, le Filippine. «Lunedì 24 incontreremo il presidente Noynoy Cojuangco. Fino al 3 marzo avremo un concerto sempre nuovo in posti diversi. Clou il 26 febbraio a Manila, con gli strepitosi Philippine Madrigal Singers, vincitori nel 2007 del Gran Premio europeo, la più importante competizione corale al mondo. Il ricavato andrà in beneficenza alle vittime del tifone Yolanda che ha sconvolto le Filippine lo scorso novembre». Brundu è uno dei pochi esterni, cioè non dipendenti diretti o affiliati Onu ed è uno di quei tanti sardi che quando varcano Tirreno e Alpi si fanno notare. Diplomato all’Ipsia di Perdasdefogu, è diventato operatore turistico. Ha lavorato a Londra e Monaco di Baviera. Rientrato a Bologna nel 2002, ha fatto il cameriere, l’operatore di call center e dal 2004 – adesso è in aspettativa – come tecnico elettronico per un’azienda spagnola. Nel 2008 la passione per la musica diventa realtà. Brundu entra in MikroKosmos, coro multietnico di Bologna, diretto dal maestroNapolitano. Qui conosce Emma, bellissima americana, mezzosoprano. «Quando è a Perdasdefogu si fa grandi passeggiate verso i lecceti secolari e il vulcano spento di Molimentu, spedisce le foto delle stradine sterrate a Boston, ai suoi genitori, professori universitari e scrittori. Già laureata Emma ha superato i test per entrare in medicina ed è riuscita a essere ammessa alla Columbia University. Uniti non solo dalla passione per la musica viviamo a nord di Manhattan, vicino alla Columbia. Io per il momento sono a New York con il visto da studente e sto frequentando una scuola per raffinare il mio inglese». Soddisfatto? «Felice di portare con la musica, tra America e Asia, il nome della Sardegna e di Foghesu».
* Nuova Sardegna