di Paolo Pulina
Le devastazioni causate il 18 novembre 2013 dal Ciclone Cleopatra in alcune zone della Sardegna hanno suscitato profondo dolore ma anche immediata reazione solidale presso i Circoli degli emigrati sardi nell’Italia continentale, in Europa e nel mondo. La FASI, la federazione che riunisce le 70 associazioni sarde nella penisola, ha subito lanciato un appello per la raccolta di aiuti in denaro e per l’invio di beni di prime necessità.
Anche il Circolo sardo “Logudoro” di Pavia ha risposto prontamente all’appello attivandosi pro alluvionati sardi e ha finora versato sul conto corrente FASI dedicato alla raccolta fondi “Solidarietà Sardegna” euro 5.101,70, di cui euro 1.055,00 offerti dai soci ed euro 3.440,00 raccolti da associazioni collegate con il Circolo: Sezione ANAI (Associazione Nazionale Autieri d’Italia) Oltrepò Pavese (euro 2.145, 00); Milo’ld Rugby Club Pavia (euro 775,00); Axel e Sara – Music Band (euro 295,00); dipendenti Camera Commercio di Pavia (euro 225,00); studenti dell’Istituto “Adelaide Cairoli” di Pavia (euro 606,70).
Il Circolo “Logudoro” ha ritenuto doveroso offrire un concerto-spettacolo ad ingresso gratuito quale segno di tangibile gratitudine per la sensibilità e la sollecita partecipazione dimostrate dalla cittadinanza di Pavia e provincia a favore della Sardegna colpita dal terribile e distruttivo passaggio del Ciclone Cleopatra.
Così, nel pomeriggio di sabato 8 febbraio, il “Logudoro”, col patrocinio del Comune, della Provincia, dell’Università e del Vescovado di Pavia, della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato del Lavoro e della FASI, ha voluto nel Teatro “Cesare Volta” del Rione Scala di Pavia la prestigiosa formazione del Coro di Nulvi (Sassari), diretto dal valente musicista M° Fabio Melis, che cura l’accompagnamento musicale suonando gli antichi strumenti della tradizione.
Presentando l’iniziativa, il presidente del “Logudoro”, Gesuino Piga, ha messo in evidenza che «con il concerto si è inteso proporre esempi significativi di una musicalità e di una poesia che ai sardi sono giunte pressoché immutate da molto lontano, attraverso il trascorrere dei millenni, e che sono state determinanti nel forgiare gli usi e i costumi, ma anche il carattere e i sentimenti, l’animo, cioè, del popolo sardo; questo le ha ricevute e conservate nel più profondo del proprio essere. È per tale motivo che, sotto forma del compendio di un concerto, il “Logudoro” di Pavia ha voluto far conoscere queste forme di espressione culturale, quale parte essenziale della propria sardità in pegno della continuità e della condivisione di valori con la Collettività pavese».
Grazie anche all’apporto dell’etnomusicologo Salvatore Patatu, presentatore abile e affabile, che ha illustrato origine e funzione dei vari pezzi musicali, gli oltre duecento partecipanti hanno apprezzato (e calorosamente applaudito) le performances artistiche del Coro di Nulvi, con legittima soddisfazione del direttore Melis, del presidente del gruppo canoro Gavino Senes, che è anche uno dei cantori, e degli altri undici coristi che hanno calcato il palcoscenico pavese.
Il concerto spettacolo, intitolato “Andiras. Canto e musica sardi nello spazio e nel tempo, compendio delle tradizioni canore e musicali della Sardegna”, è iniziato con la melodia registrata di una antichissima ninna-nanna mentre sul palco una donna cullava tra le braccia un bambino; poi da dietro le quinte una voce maschile ha fatto risuonare una melodia sarda anch’essa molto antica. Il presentatore ha spiegato come la primitiva melodia della voce solista è stata trasferita nello strumento: Fabio Melis ha suonato un pezzo con “su sulittu” (o “pipiriolu”).
Quattro elementi del coro hanno quindi eseguito un brano a tenore e poi un altro brano a tenore per accompagnare il ballo. Patatu ha spiegato come la “nuova” armonia del canto a tenore (riconosciuto recentemente dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità) è stata trasferita nello strumento: Fabio Melis ha eseguito un brano con le launeddas e poi un altro brano con le launeddas per accompagnare il ballo.
La nascita della polifonia a quattro voci è stata esemplificata con quattro elementi del coro (che si sono alternati nel canto) che hanno eseguito diversi brani “a cuncordu”, accompagnati dalle launeddas di Melis.
Gli spagnoli – ha spiegato Patatu – introducono in Sardegna la chitarra, ma in un primo momento il sardo, per l’influenza delle launeddas, la rifiuta e continua a suonare con la bocca: Melis esegue un brano con “sa trunfa” (scacciapensieri). La polifonia si trasforma con l’andare del tempo e le voci vengono moltiplicate: nascono i cori con la formazione attuale (12 e più elementi con quadruplicazione delle voci di base: “basciu”, “contra”, “mesa boghe”, più il solista).
Il Coro di Nulvi ha quindi eseguito una serie di canti, chiudendo col brano “Ave Maristella”, che esso canta per l’intronazione dell’Assunta il giorno di ferragosto (Nulvi, insieme a Sassari, Ploaghe e Iglesias, vanta la gloriosa tradizione dei Candelieri). Questo brano è stato iniziato “a cuncordu” e completato con l’intervento dell’intera formazione, a significare l’evoluzione del canto polifonico a seguito dell’arrivo dei religiosi per evangelizzare l’Isola.
Patatu ha sottolineato il fatto che il percorso musicale proposto dal Coro di Nulvi ha abbracciato oltre quattromila anni di storia: voce solista, canto a tenore, “cuncordu” a quattro voci e coro
al completo, con accompagnamento e intermezzo dei pezzi eseguiti da Fabio Melis con i diversi strumenti (“su sulittu”, “sas launeddas”, “sa trunfa”).
Il Coro di Nulvi si è esibito a Pavia nella seguente formazione: Fabio Melis, direttore; Mario Buscarinu; Stefano Buscarinu; Giancarlo Cubaiu; G. Battista Latte; Paolo Medas; Paolo Palmas; Antonio Michele Posadinu; Emanuele Sechi; Giovanni Maria Serra; Giuseppe Serra; Gavino Senes; Giovanni Francesco Solinas.
Nota finale. Oltre il presidente del “Logudoro” Gesuino Piga, hanno preso la parola il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo (valorizzatore delle identità culturali regionali presenti nel territorio urbano da lui amministrato; sempre sensibile al richiamo delle iniziative del Circolo sardo e in particolare di questa con la quale si rendeva pubblica gratitudine alla cittadinanza pavese) e, per conto della FASI, il presidente emerito Filippo Soggiu. È doveroso anche dire che le offerte pro alluvionati sardi degli spettatori dello straordinario concerto-spettacolo sono state all’altezza dell’evento: 630 euro, che si aggiungono a quelli elencati in apertura di questo articolo.