Una beffa, un paradosso, un’ennesima ferita inferta al mondo della cultura sarda. L’allarme, stavolta, arriva da Orani dove il museo intitolato al grande Costantino Nivola annuncia: “Siamo costretti a chiudere”. Il grido di dolore arriva nel momento clou di una campagna elettorale in cui tutti i candidati affermano a gran voce di voler difendere la cultura e l’identità dell’Isola. E in cui gli elettori dovranno valutare le responsabilità di chi – come il presidente Cappellacci e la sua maggioranza – negli ultimi anni ha gestito un settore uscito con le ossa rotte dalla crisi economica. “Abbiamo avuto la conferma del taglio di più del 50 per cento dei finanziamenti al nostro museo da parte della Regione, finora il nostro principale ente sostenitore”, dice Giulio Chironi, presidente della Fondazione Nivola. “Se non ci sarà un ripensamento saremo quindi costretti a chiudere”. L’ultima finanziaria regionale ha operato sulla struttura un drastico ridimensionamento dei fondi. “Fino a pochi anni fa il Museo aveva una dotazione di 250 mila euro”, spiega Chironi. “L’anno scorso avevamo subito un taglio di 50 mila euro, ora ci viene riconosciuto un contributo di appena 120 mila euro all’anno. Da domani ci sarà praticamente impossibile coprire le spese minime di gestione del museo – accoglienza, sorveglianza e manutenzione – paralizzando irrimediabilmente l’attività della Fondazione. Saremo costretti a licenziare e a chiudere i battenti”. Rischia dunque di chiudersi l’esperienza di un vero presidio culturale, interamente dedicato alle opere di Costantino Nivola, artista sardo trapiantato a New York ma sempre tenacemente legato alla sua Isola. Nel 1990, le sue opere avevano trovato – grazie alla generosità della famiglia e all’impegno delle istituzioni locali e regionali – una sede permanente nel paese natale dello scultore, Orani. Quegli stessi capolavori, adesso, potrebbero dover varcare di nuovo l’Atlantico, se il Museo non avrà più i mezzi per custodirle, preservarle e valorizzarle. Per questo stavolta il taglio regionale ha il sapore amaro della beffa: “È una decisione schizofrenica – spiega ancora Chironi – La Regione ha investito negli ultimi anni un sacco di soldi per costruire una nuova struttura per il nostro museo. Più ampia, più bella, di 600 metri quadrati. E dopo aver realizzato un nuovo museo, gli taglia i fondi per la gestione e il funzionamento”. Un paradosso che si consuma sulle spalle della cultura e di un territorio in crisi, come quello di Orani, che dall’attività del Museo e dal nome di Nivola, un vero e proprio “brand” di livello internazionale, potrebbe costruire occasioni di rilancio. “In una zona già pesantemente colpita dagli effetti della crisi economica e industriale, la distruzione dell’unica concreta fonte di attrazione turistica e sviluppo sostenibile è davvero grave”, conclude Chironi. “Non si tratta di una presa di posizione vittimistica, ma della semplice realtà dei fatti: saremo costretti a licenziare i dipendenti e a chiudere i battenti. Se l’amministrazione regionale non ritornerà sui propri passi il Museo Nivola cesserà di esistere, proprio nel momento in cui stava per avviare una nuova fase di radicamento nel territorio e di proiezione internazionale”.