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L’esibizione viene introdotta dalla melodia di una antichissima Ninna-Nanna, quale richiamo all’iniziale espressione di canto da parte di una singola persona; prosegue con interventi a più voci, Tenore e Cuncordu, a significare il passaggio dal canto di una singola a quello a più voci (4 di regola o 5) che nel prosieguo del tempo verrà accompagnato dal suono emesso da strumenti primitivi, forse a fiato, come “su sulittu” (zufolo) e le “launeddas”. Ha inizio a questo punto la progressiva evoluzione verso la polifonia e il canto corale. Ciò arriverà a compimento con il successivo apporto di altre voci e l’introduzione di nuovi e più complessi strumenti musicali, come la chitarra da parte degli spagnoli e, ancor più recentemente, la fisarmonica e l’organetto diatonico.
Come si vede, si è in presenza dell’ espressione di una poetica e di una musicalità che a noi sardi sono giunte pressoché immutate da molto lontano, attraverso il trascorrere dei millenni, e che sono state determinanti nel forgiare gli usi e i costumi, ma anche il carattere e i sentimenti, l’ animo, cioè, del popolo sardo; questo le ha ricevute e conservate nel più profondo del proprio essere. È per tale motivo che oggi, sotto forma del compendio di un concerto, il Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia intende proporle, con vivo spirito di gratitudine, quale parte essenziale della propria sardità in pegno della continuità e dell’ affabile condivisione di valori conla Collettivitàpavese.
Presidente del Coro è Gavino Senes, che è anche uno dei cantori.
Direttore è il M° Fabio Melis, valente musicista che cura l’accompagnamento musicale suonando gli antichi strumenti della tradizione.
Illustrazione e commento da parte del Prof. Salvatore Patatu, etnomusicologo di gran fama.
NULVI è un grosso centro a economia prevalentemente agricola della provincia di Sassari, già capoluogo dell’Anglona, antica componente del Giudicato di Torres.
Il Coro di Nulvi consta di 12 elementi e gode fama di essere il miglior complesso del Nord-Sardegna, area dove il canto corale è per tradizione largamente diffuso; esso dispone al proprio interno della possibilità di esprimere il Canto a Tenore e a Cuncordu.
Coro di Nulvi: Fabio Melis, direttore; Mario Buscarinu; Stefano Buscarinu; Giancarlo Cubaiu ; G. Battista Latte; Paolo Medas; Paolo Palmas ; Antonio Michele Posadinu; Emanuele Sechi; Giovanni Maria Serra; Giuseppe Serra; Gavino Senes; Giovanni Francesco Solinas.
IL CANTO A TENORE (con tale denominazione si fa riferimento alla regolarità e all’armonia dell’esecuzione, così come per su Cuncordu e su Cuncertu, denominazioni concettualmente fra loro simili) risale a tempi remotissimi, sicuramente ad epoca nuragica o forse ai primordi dell’età del bronzo, come parrebbe attestato da un bronzetto nuragico (1000 – 800 a.C.?) che raffigura un “cantore” con la mano a conchiglia, come si usa nel canto per acuire la sensibilità dell’orecchio. Esso viene eseguito da 4, talvolta 5 protagonisti, ed è introdotto da “sa oche” (la voce), che guida con voce estesa; la risposta, corale, avviene attraverso la riproduzione di suoni che si ispirano a quelli della natura, generalmente animali; ogni cantore osserva una propria modalità di risposta, come dimostrato dai Tenores di Bitti nel corso della loro esibizione nell’Aula del ’400 dell’Ateneo pavese il 19 ottobre 2008. L’accordo è generato dalla fusione delle diverse voci (suoni).
IS LAUNEDDAS, di cui si ignora l’etimo, è uno strumento “polifonico” il cui suono accompagna tutte le manifestazioni tipiche della Sardegna. Esso è costituito da più canne di fiume, di diversa lunghezza, normalmente in numero di 3, ma anche di 4 o 5, di cui due, legate fra loro, rappresentano la parte fissa dello strumento, mentre la terza, sostituibile e variabile, è azionata con la mano sinistra, motivo per cui assume il nome “sa mancosedda”(cioè la piccola di sinistra, in quanto “sa manca” – quella di sinistra – è la meno lunga delle due fisse); essa è funzionale all’effetto che si vuole ottenere.
Le canne, come detto, sono di diversa lunghezza, dotate di ancia (“bocchinu”) e di “crais” (chiavi), i fori da turare con le dita, e che, posti a diversa distanza dalla fonte, generano una diversa tonalità del suono; quello grave, basso e ininterrotto, tipico di tale strumento, è dato dalla canna più lunga (“tumbu”), mentre una particolare tecnica respiratoria sopperisce alla assenza dell’otre. Il complesso così costituito dà vita alla polifonia.
Esso, altresì, costituisce il più antico strumento polifonico noto: anche in questo caso si può citare un bronzetto nuragico, coevo della forma di canto su citata, che rappresenta un suonatore delle tre canne.
CIRCOLO CULTURALE SARDO “LOGUDORO” DI PAVIA Via S. Spirito 4/a, Pavia – tel. e fax 0382/470209; e-mail circolosardopv@libero.it Consiglio direttivo in carica Gesuino Piga (presidente), Paolo Pulina (vicepresidente vicario), Angela Congiu (vicepresidente), Mario Deiana (tesoriere), Maria Elena Cuccu (segretaria). Gli altri componenti: Gesuino Dente (responsabile dei locali), Mario Chessa, Davide Cicu, Angelo Marche. Filippo Soggiu è presidente onorario. Revisori dei conti: Giovanni Spanu (presidente), Armando Mura e Gian Paolo Sirigu. Probiviri: Antonio Masala (presidente), Francesco Finà e Giovanni Pisu. |