di Gian Piero Pinna
Con le immagini dell’archivio fotografico di Rafaele Sanna Delogu, le letture di Santina Raschiotti, gli intervalli musicali, la presentazione di Anna Maria Capraro e il lungo “amarcord” di Beppe Meloni, si ripete l’appuntamento di “C’era una volta…Oristano”, il lungo racconto sulla Oristano del Novecento, per le ore 18 di lunedì 3 marzo dopo la Sartigliedda, nel salone della Mutuo Soccorso in via Solferino a Oristano. Organizzano la serata la S.O.M.S e l’associazione culturale pARTIcORali. Dopo il grande successo di pubblico, registrato nell’edizione dello scorso anno, nella sala dell’UNLA di via Carpaccio, quest’anno si replica nella sala della Mutuo Soccorso di via Solferino, sempre con una serata della “memoria collettiva” dedicata a chi ama Oristano e la sua storia. Naturalmente, sulla scena la Oristano del Novecento, con le sue storie e i suoi personaggi. Una bella serata per sfogliare l’album dei ricordi di una città che non c’è più, tra immagini, diapositive, recital, intermezzi musicali e letture. Una scelta non casuale che vuole essere un omaggio alla più antica istituzione operaia e artigiana della città di Eleonora. Fondata nel lontano 1866 dal conte Pietro Nieddu di Santa Margherita nobile e magistrato, la S.O.M.S apre le porte della città al Novecento modernista con il volto discreto del risveglio nazionalitario e della mitologia eleonoriana. L’omaggio alla Società Operaia (oggi presieduta da Paolo Regoli), che ha scritto pagine importanti della “piccola storia” di casa nostra, vuole essere un riconoscimento a quei valori di unione – fratellanza – perfezionamento, propugnati 148 anni or sono dal conte Nieddu, seguito da ben 79 operai e artigiani, che hanno saputo moltiplicare adesioni, strutture sociali e servizi tanto da fare della S.O.M.S., uno dei primi sodalizi in Sardegna e tra i più importanti in Italia. Come ha egregiamente sottolineato Mariano Murru, avvocato, giornalista, uomo politico democristiano della Oristano del secondo dopoguerra, più volte consigliere comunale, assessore e vice sindaco della città, nel numero unico “Noi abbiamo fatto la storia”, edito per i festeggiamenti dei 120 anni della S.O.M.S. nel 1986 dalla Tipolito Moderna, con le immagini d’epoca di Antonio Garau, Giulio Erdas, Antonio Cabula, Mario Fodde, Mario Castangia, Delio Serra, Luigi Perdixi, Ulderico Pibi. Il lungo racconto del Novecento oristanese parte con un omaggio a Giannino Martinez, ”memoria storica”della città, e inizia con la fondazione della “Ginnastica Tharros” dell’avvocato Giovanni Andria di Seneghe (1905), seguita dalla svolta social riformista del 1913 con il sindaco Giovanni Loriga e il deputato socialista Felice Porcella. Segue la fondazione nel palazzo degli Scolopi di piazza Eleonora, del Partito sardo d’azione di Emilio Lussu e Camillo Bellieni (aprile 1921) e il Concilio Plenario Sardo (maggio 1924) Alla presenza del cardinale De Lai. Poi la transvolata atlantica del marchese De Pinedo, con il motorista oristanese Ernesto Campanelli, il sardo fascismo di Paolo Pili e Antonio Putzolu, il ventennio fascista e i rumori della guerra, con l’ultima visita di Mussolini nella piazza Roma di Oristano (maggio 1942), quando ormai le sorti del conflitto mondiale volgevano al peggio, le nozze Senes-Del Vento nel duomo di Santa Maria (28 giugno 1942), tra il pilota e la maestrina, che trasformarono per un giorno Oristano in un set cinematografico. E, infine il secondo dopoguerra con le figure indimenticabili dei sindaci Davide Cova, Alfredo Corrias e Giovanni Canalis, l’arcivescovo editore Giuseppe Cogoni e il “Quotidiano Sardo”, il primo congresso della DC sarda il 28 giugno 1944 al Teatro Sacra Famiglia, l’impresa di Severino Ibba a Firenze nel maggio 1951 con i ginnasti del De Castro e l’incoronazione della Vergine del Rimedio da parte del cardinale Tedeschini, in una piazza Roma gremita come non mai nel settembre 1951. E infine gli anni della ricostruzione, la nascita della Pro Loco, il ritorno della Sartiglia e una schiera di artisti e letterati: Giuseppe Pau, Antonio Garau, Carlo Contini, Antioco Zucca, Raimondo Carta Raspi, Giorgio Farris, Peppino Murtas, Ovidio Addis, Raimondo Bonu con la sacrosanta battaglia per la quarta provincia sarda.