A Pavia, il 20 novembre 2013, nella Sala conferenze del Broletto, è stata organizzata, nel decennale della scomparsa, una tavola rotonda su “Mario Pavan, 40 anni di studi e ricerche in giro per il mondo. Dalla biospeleologia alla conservazione delle risorse terrestri”.
Mario Pavan (Vado Ligure, SV, 1918 – Pavia 2003), entomologo di fama internazionale, ecologo (è stato anche Ministro dell’Ambiente per 100 giorni con il Governo Fanfani nel 1987), professore emerito dell’Università di Pavia e appassionato viaggiatore (si definiva «un selvatico naturalista vagamondo in prestito alla civiltà»), fu un grande amico del Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia e della FASI (Federazione delle 70 Associazioni Sarde in Italia).
La sua collaborazione con il Circolo pavese (presieduto fino al 1995 da Filippo Soggiu) e la Federazione si manifestò in maniera particolare per l’organizzazione di tre convegni. Il primo, svoltosi a Pavia, presso l’Aula Scarpa dell’Università, nei giorni 30 e 31 maggio 1992, fu incentrato sulla tutela dell’ambiente nel Mediterraneo e in Sardegna ed ebbe come titolo “Sardegna: natura e mare da proteggere”. Grazie all’autorevolezza del nome di Pavan, la manifestazione beneficiò del patrocinio del Segretario generale del Consiglio dell’Europa, delle Università di Pavia, di Cagliari e di Sassari, della Regione Sardegna e delle istituzioni pavesi e si concluse con una mozione inoltrata alle Autorità europee, allo Stato Italiano e alla Regione Sarda e a quella di Corsica. Tra gli oratori, oltre Pavan, il rettore dell’Ateneo pavese Schmid, specialisti pavesi (Ambrogio Robecchi Mainardi, Aldo Alborghetti) e sardi (Antonio Milella, Giovanni Pigozzi). Gli atti furono pubblicati a cura di Gesuino Piga e di chi scrive e diffusi presso autorità e istituzioni italiane, nonché presso i Circoli sardi sparsi nel mondo. Un terzo delle 152 pagine del volume è opera di Pavan (la relazione “Situazione ecologica e aspettative del Mediterraneo e dei suoi popoli”; ampi interventi nelle sessioni di lavoro; gli importanti documenti conclusivi).
Filippo Soggiu (eletto presidente della FASI) chiamò a Brescia Pavan come relatore del Convegno “Sardegna nel Mediterraneo. Natura, turismo, salvaguardia delle coste” (2 dicembre 1995). Pavan tenne un discorso magistrale sulla necessità di salvaguardare il sistema integrato delle acque del Mare Mediterraneo e del Mar Nero. Il compianto Mino Martinazzoli, allora sindaco di Brescia, seguì la relazione di Pavan e buona parte dei contributi scientifici della giornata di studi e vi pronunciò un lucido intervento: si vedano gli atti pubblicati nel 1997 dalla FASI.
Il 17 e 18 giugno 2000 il Circolo “Logudoro” e la FASI organizzarono, presso l’Università di Pavia, un seminario sui processi di desertificazione relativi ad alcune regioni mediterranee (tra cui la Sardegna) e sui programmi di tutela (in collaborazione con le Università sarde di Cagliari e Sassari). Pavan vi presentò una relazione sul “dramma della situazione ecologica mondiale”.
Tutti questi saggi sono indicizzati nell’accuratissima bibliografia degli scritti di Pavan pubblicata nel 2004 da Alberto Fanfani e Augusto Vigna Taglianti.
Chiudo con un richiamo del documento finale proposto da Pavan nel 1992 ai convegnisti pavesi. In esso si raccomandava: «Nell’interesse di uno sviluppo armonico del territorio, le attività litoranee – seriamente controllate – evitino alterazioni, deturpazioni, afflussi umani eccessivi dannosi per la conservazione degli aspetti estetici e naturalistici che hanno conferito alla Sardegna interesse internazionale e un potere di attrazione di primaria importanza dipendenti dalla sua integrità ambientale». Certo – bisogna amaramente considerare – la furia del Ciclone Cleopatra è stata subitanea e travolgente ma se, specialmente ad Olbia, si fossero seguite le “raccomandazioni” di Pavan, i danni sarebbero stati sicuramente inferiori.