di Gabriella G. Hubbard
Tornare al paese natio e essere accolto con orgoglio e affetto dai compaesani, è stato per il poeta italo-australiano Lino Concas un momento di grande gioia che rimarrà sempre nel suo cuore e in quello dei suoi cari. Alcuni mesi fa il comune di Gonnosfanadiga nel Medio Campidano, dove Concas è nato nel1930, hafatto festa a questo suo figlio emigrato in Australia, che ha cantato, nelle sue lirichela Sardegna, le sue montagne, la sua gente, la sua cultura. Lino Concas vive a Melbourne da 50 anni, dove è giunto nel 1963 da sacerdote per assistere la comunità italo-australiana e dove in seguito, ricevuta la dispensa papale, si è costruito una famiglia, dedicandosi all’insegnamento e alla poesia. Nel1965 hapubblicato la raccolta “Brandelli d’anima” che segna il primo passo del suo cammino poetico, le cui tappe sono state le pubblicazioni: “Ballata di vento (1977), “Uomo a metà “ (1981), “L’altro uomo” (1988), “Mallee”, “Muggil”, “L’uomo del silenzio” e “Cobar” pubblicate nella raccolta curata da Piero Genovesi (1988), “Il mio uomo” (2009) e l’ultima “Yurlunggur” (2012). Opere queste che hanno confermato Lino Concas quale uno dei maggiori e più stimati esponenti nella letteratura degli italiani all’estero, anche attraverso premi e riconoscimenti nazionali e internazionali fra cui il prestigioso “Premio Internazionale Taormina di Poesia” per ben due volte. In tutti questi anni l’attaccamento e l’amore del poeta per il suo paese e perla Sardegnanon è mai venuto meno; al ricordo, alla nostalgia del passato, alla solitudine si è unito un nuovo legame: quello con la terra adottiva, l’Australia e la popolazione aborigena, di cui canta la solitudine, la sofferenza e il conflitto con la società moderna. Anche se le sue visite a Gonnosfanadiga sono state solo tre, i compaesani non lo hanno dimenticato e hanno colto l’occasione della sua visita per organizzate una festa tutta per lui: l’inaugurazione in località “ovile Linas” a600 metridi altezza, di una lastra di marmo su cui è stata incisa la sua poesia “Amo i monti” dedicatala MonteLinas, una montagna di1300 metrifra le più alte della Sardegna e un ricevimento presso l’Aula Consiliare del Comune, alla presenza di numerosi invitati e autorità. In questa occasione Lino Concas ha presentato la sua ultima raccolta di poesia “Yurlunggur” una parola aborigena che si riferisce al “serpente arcobaleno” della mitologia aborigena e donato al Comune un quadro di un artista aborigeno. “Ho sentito il bisogno di tornare e salutare i miei cari. Temevo che nessuno si ricordasse di me e invece ho ricevuto una straordinaria accoglienza”, ha affermato Lino Concas, commosso dall’affetto e generosità dei suoi compaesani.