di Elisa Abis *
Vorrei condividere con voi l’entusiasmo suscitato dall’evento culturale organizzato qui a Montréal in Canada da e per l’Associazione dei Sardi del Québec e che ha visto come protagonisti il Maestro Marco lo Russo, direttore della cattedra di fisarmonica all’università di Cagliari, e il fotografo Alessandro Cani, fotografo per passione, ma soprattutto per vocazione. Si è trattato di due concerti per fisarmonica durante i quali sono state proiettate alcune immagini fotografiche rappresentative della nostra terra, e quindi del suo folclore, feste religiose, pietanze più tradizionali, spiagge incontaminate ed invitanti. Grazie ad un folto pubblico di curiosi, entrambi i concerti (il primo all’università di Montréal ed il secondo all’Istituto Italiano di cultura della stessa città), hanno registrato il tutto esaurito. Le due serate proponevano musicalità tradizionali Sarde (Passu Torrau, Puntu e Organu, Dillu, A Fiorassu, A Mediana Pippia, Ballu Cabillu), musicalità jazz e alcuni lavori dall’ultimo CD Modern Accordion del Maestro Lo Russo. L’aspetto più interessante legato alle due serate è stato proprio l’esatta commistione tra le immagini fotografiche di Alessandro Cani e le musicalità calde ed avvolgenti del Maestro Lo Russo. La musica è stata l’esatta conseguenza di quello che appariva nello schermo retrostante, come se quel paesaggio non potesse rinviare che a quelle musicalità, a volte allegre e ritmate a volte morbide e malinconiche. Aver mostrato alcuni scorci storico-naturalistici della Sardegna ha incuriosito i partecipanti ad approfondire la conoscenza della nostra terra. Molte delle persone presenti non avevano mai sentito parlare della Sardegna ed hanno considerato la partecipazione al concerto come una importante occasione di condivisione e di conoscenza.
Tra le immagini, quelle che hanno riscosso più successo sono state quelle del carnevale; il pubblico ha mostrato stupore nello scoprire che l’Italia non è solamente il carnevale di Venezia, ma che ne esistono altre forme più arcaiche e non per questo meno spettacolari o coinvolgenti. Il clima era di festa e noi sardi nostalgici ed orgogliosi della nostra terra abbiamo approfittato di ogni singolo momento per proclamare le nostre origini. Nella seconda serata non è mancata la degustazione dei mallorreddus alla campidanese e del pecorino sardo, prelibatezze tutte nostrane! Ringraziamo Alessandro e Marco per il talento, la spontaneità e la veridicità della loro arte.
Qui a Montréal la comunità dei sardi non è molto ampia, ma siamo molto attivi. Benché la nostra condizione sia del tutto distante da quella in “patria” bisogna dire che anche Montréal in realtà è un’isola! Solo un’isola che raccoglie un bacino di 1 980 000 abitanti!!
Ogni quartiere è dotato di grande personalità ed è perfettamente percorribile a piedi o in bicicletta, che si conferma come il mezzo di trasporto assolutamente più popolare, abbiamo: Il vecchio porto (la parte più antica della città e nel contempo porto e Mecca turistica per eccellenza); Il centro città (sede degli affari con grattacieli e palazzi metropolitani e nel contempo meta dello shopping); Il quartiere latino ( con i suoi “red light” e il gay village); il plateau Mont-Royal (quartiere residenziale ad ambientazione europea, con la maggiore concentrazione di bar cafés e ristoranti); Il quartiere cinese (piccolo ma molto appariscente); Il distretto Hochelaga-Maisonneuve (il quartiere dotato della maggiore concentrazione di grandi opere pubbliche come lo Stade Olympique, il Biodôme, il Jardin botanique); Il distretto des îles (con le due grandi attrazioni del Casinò, e del parco divertimenti La Ronde); Il distretto sud-ouest ( che si distingue per la pista ciclabile lungo il Canal Lachine e il vivace mercato Atwater), Outremont et Westmount ( rispettivamente il quartiere più francofono e quello più anglofono abitato principalmente da ebrei ortodossi); infine e soprattutto La petite Italie (il quartiere a più ampia connotazione nazionale dove nei bar si può trovare il Sambuca esposto assieme al Proraso e al Felce Azzurra).
In ogni bar o ristorante quello che conta in assoluto è che l’atmosfera sia accogliente ed invitante, inoltre a rendere la città particolarmente vivace c’è un festival in ogni mese dell’anno. Tutte le case sono rigorosamente in legno con lunghe scalinate esterne (che fanno recitare molti Padre Nostro e Ave Maria nel periodo del grande gelo), e regnano indiscussi plurilinguismo e multiculturalità. New York a sole sette ore di autobus. Ci prepariamo proprio ora ai primi freddi, le cui punte massime si avranno verso febbraio-marzo con i noti meno 30-35 gradi. Unu friusu de galera!!
È tutto da Montréal!
* cagliari.globalist.it
Simpatica la redattrice! Quasi quasi ci ha fatto venir voglia di venirla a trovare… Magari quando arriva su friusu de gallera…