LA GENIALITA' DI PINUCCIO SCIOLA PER FESTEGGIARE I NOSTRI 30 ANNI: INTERVISTA A FIORELLA MAISTO, PRESIDENTE DELL'A.C.S.I.T. CHE TRACCIA UN BILANCIO SULLA MOSTRA

nella foto Fiorella Maisto con Pinuccio Sciola


di Mattia Lilliu

Domenica, a margine dell’inaugurazione della mostra “Semi di Pace, Suoni di Pietra” di Pinuccio Sciola, che resterà aperta al pubblico gratuitamente fino a sabato 12 ottobre nel Chiostro della Basilica di Santa Croce a Firenze, abbiamo incontrato Fiorella Maisto, presidente dell’Associazione Culturale dei Sardi In Toscana che è l’ente promotore dell’evento, per fare il punto sull’evento più importante dell’A.C.S.I.T. di tutto il 2013.

Presidente, partiamo dalla decisione di portare Sciola a Firenze. Com’è andata? “E’ stato un evento straordinario. Presentare la mostra di Pinuccio Sciola a Firenze è motivo d’orgoglio per l’Associazione Culturale dei Sardi in Toscana, soprattutto perché permette di far arrivare al mondo una realtà molto chiusa qual è quella della nostra isola e di far conoscere degli artisti geniali come Sciola, il cui talento si è formato a contatto con la natura e tutte le sue forze: il vento, il mare, le rocce, i dolmen, i menhir”.

Veniamo all’inaugurazione. Qual è il momento che le è rimasto più impresso? “Senza ombra di dubbio la performance del maestro di fronte alla tomba di Michelangelo. E’ stato un evento pazzesco, un vero e proprio concerto di suoni di Pietra di fronte ad uno dei più geniali artisti del Rinascimento italiano. Quello di Sciola è stato un gesto di estrema generosità e con la sua umiltà si è chinato ai piedi di Michelangelo e gli ha restituito la pace: ora sa che la pietra suona”.

Dall’Assessore Givone al presidente dell’Opera di Santa Croce Fuscagni, passando per l’architetto Manetti e la presidente FASI Mascia , un coro unanime sulla maestria di Sciola. Si aspettava un apprezzamento così assoluto? “Ma Sciola è talmente geniale che mi sembra impossibile che non possa riscuotere il successo che si merita! In ogni caso ringrazio Stefania Fuscagni per aver dato la possibilità a Sciola di poter suonare di fronte a Michelangelo, come ringrazio Givone e Manetti per i loro discorsi estremamente toccanti e sinceri nei quali hanno evidenziato le doti dello scultore di San Sperate. Un ringraziamento anche a Serafina Mascia che sicuramente conosce meglio di me Sciola ma ha voluto essere, con piacere, a Firenze in rappresentanza di tutti i circoli sardi e della Sardegna intera”.

Come pensa che il pubblico abbia accolto Sciola? “La partecipazione del pubblico è stata estremamente positiva. Intanto, faccio notare con grande soddisfazione che la Sala del Cenacolo dove abbiamo tenuto la prima parte dell’inaugurazione era completamente piena, tant’è che ho visto alcune persone accomodarsi persino per terra. E poi, avendo avuto possibilità di parlare con diversi presenti, ho avuto conferma che l’estro e la sensibilità di Sciola hanno fatto breccia nel cuore di tutti. Abbiamo ricevuto tanti complimenti per essere riusciti a creare un evento simile. D’altronde questa è la ragione per cui esistiamo: cerchiamo sempre di presentare la Sardegna da tutti i suoi punti di vista, sia esso quello culturale, enogastronomico, archeologico (ricordo il bellissimo evento sui Giganti di Mont’e Prama di Cabras), linguistico, musicale e tradizionale. E’ la nostra mission e ce la mettiamo tutta e stavolta crediamo di avercela fatta alla grande”.

La mostra di Sciola si inserisce in una serie di eventi che fanno parte dei festeggiamenti per il 30° anniversario dell’A.C.S.I.T…. “Sì, vogliamo dedicare questo evento al 30° Anniversario della nostra Fondazione e, in questa occasione, ringrazio pubblicamente tutti quelli che, nel tempo, si sono impegnati ad offrire la propria opera di volontariato con grande perizia e dedizione. Se siamo ancora qui, dopo tutto questo tempo, significa che qualcosa di buono l’abbiamo fatto. E il merito, io lo dico sempre, è di tutti quelli che si sono avvicendati in questi anni, nessuno escluso. La speranza è di poter continuare ad andare avanti così, magari continuando quel ricambio generazionale che è già in atto e che vogliamo portare avanti in maniera sempre più massiccia. Perché il futuro è nelle loro mani”.

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