di Antonio Maria Masia
L’accogliente Teatro dell’Angelo, scelto dall’Associazione dei Sardi in Roma “ Il Gremio” per la sua centrale ubicazione e la ben nota ospitalità, stracolmo all’inverosimile per la XI° edizione del Premio Maria Carta, la prima al di fuori della Sardegna, ha visto felicemente intrecciarsi i due livelli che lo hanno caratterizzato: il ricordo commosso ed emozionato da parte di tutti per Maria e lo spettacolo artistico di elevato spessore grazie alle performance dei premiati.
Il ricordo e lo spettacolo si sono alternati con esiti di grande soddisfazione per gli organizzatori e per il pubblico presente composto dai tanti Sardi della Comunità di Roma e dintorni, da quelli venuti dall’Isola per l’occasione e dai numerosi amici non sardi, estimatori dell’indimenticabile “’Boghe de sa Sardigna”.
Il tutto si è dipanato nel giro di poco più di due ore sotto l’attenta, piacevolissima ed abile conduzione del giornalista e critico musicale Giacomo Serreli, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Maria Carta. Scaletta e tempistica dettati dall’esigenza della ripresa televisiva ed emissione dell’evento in diretta, da parte della Blu Live (canale 815) su piattaforma Sky.
Sul palco , impreziosito da uno splendido drappo raffigurante tre momenti del bellissimo volto di Maria sorridente, la Fondazione, con il breve saluto introduttivo del suo vulcanico ed efficace presidente Leonardo Marras (omettiamo di indicare i suoi innumerevoli incarichi e meriti nell’ambito culturale, sportivo ed associazionistico della nostra Isola, e non solo) ha ricordato come è nato il Premio e quale sia stato l’apporto determinante dei familiari di Maria, presenti fra gli altri il fratello Gigi, la sorella Rina, il nipote, factotum del Premio, Antonio. Leonardo Marras ha sottolineato anche l’impegno costante della Camera di Commercio di Sassari e di altre Istituzioni, quali la Regione e le Università di Cagliari e Sassari a sostegno del Museo e del Premio, e ringraziato il Gremio che ha reso possibile la “storica” prima “trasferta” oltre mare.
Nel corso della manifestazione il Gremio, attraverso il presidente Masia, ha espresso la sua gioia personale per l’evento romano in virtù dell’amicizia che lo legava a Maria e che lo lega ai familiari e alla comunità di Siligo in particolare all’ex Sindaco Gianni Rassu anche lui presente, ma soprattutto ha voluto sottolineare la grande soddisfazione del suo Circolo per aver contribuito al ricordo, nella Capitale, dell’artista indimenticata, della sua socia prestigiosa, che è stata, dato non troppo conosciuto, una poetessa di elevato valore. Lo stupendo libro “Canto rituale”, pubblicato postumo dai familiari, definito da Masia, “l’Antologia sarda di Spoon River, sta a testimoniare la bellezza della parola poetica di Maria . E per renderle omaggio su questo versante, il socio del Gremio, Prof Giovanni Campus, noto e apprezzato poeta, ha recitato i suoi bellissimi versi, “Disiperada”, dedicati a Maria e tratti dal suo libro Mediterranee (premio Dessì alla poesia del 2004), suscitando emozione e coinvolgimento.
Gli artisti premiati sono stati i protagonisti dell’andamento spettacolare del Premio, perché ognuno di essi ha dedicato una propria particolare prestazione (una canzone, una musica, un commento) a Maria, su sollecitazione di Giacomo Serreli.
Ha cominciato, come previsto, la grintosa (anche nel rivendicare la sua sardità) e delicata Ilaria Porceddu, che trasferitasi da alcuni anni a Roma per studiare Arti e Scienze dello Spettacolo all’Università de La Sapienza, si è imposta all’attenzione generale dopo il suo meritatissimo 2° posto fra i giovani, a Sanremo. Applauditissimo il suo pezzo: “In Equilibrio”, suo il testo e sua la musica: “dove mi porterà la vita”, si chiede Ilaria nel suo bel canto: speriamo in alto e sempre con equilibrio, le auguriamo noi di cuore.
Prosegue un altro sardo doc. Orlando Mascia, uno dei più apprezzati suonatori di launeddas, e non solo, dell’Isola, sottolinea con fierezza tutta sarda, Giacomo Serreli. L’artista di Maracalagonis ci tiene, prima della sua splendida esibizione, con il giovanissimo e già bravissimo figlio Eliseo, a precisare che il suo orgoglio, il suo “capolavoro” con risvolti sociali è, soprattutto, la scuola di musica da lui fondata e frequentata da giovani allievi coi quali ha allestito una vera e propria orchestra popolare sarda. Questa specificità verrà poi sottolineata con partecipata soddisfazione da Carla Fracci. L’esibizione alle launeddas di Orlando, accompagnato dal preferito dei suoi allievi, Eliseo, risulta veramente affascinante.
Interessantissima la giovane Monica Demuru, cantante cagliaritana , trasferitasi a Firenze dove ha completato i suoi studi di teatro, per intraprendere un suo personale e originale percorso musicale, tra la componente contemporanea e popolare, il jazz e la canzone d’autore. Esegue con bravura e virtuosismo e con partecipazione intensa da parte del pubblico un bellissimo brano di Fabrizio de Andrè, in gallurese “ Monti di Mola”, accompagnata dal musicista argentino Natalio Mangalavite.
E poi ancora un altro artista premiato, il cantante originario di Arbatax, anche lui approdato a Roma oltre vent’anni fa, che si è imposto per il suo originale e raffinato modo di cantare, tra il Paolo Conte e il Giorgio Gaber ( a mio avviso), i suoi versi altrettanto sorprendenti, che coinvolgono stupiscono e fanno riflettere. Al piano lo ha accompagnato Alessandro Gwis.
Ed infine, fra gli artisti premiati che si sono esibiti, il grandissimo pianista e fisarmonicista originario di Villamar, romano di adozione, ma internazionale perché presente in tutte le più importanti rassegne jazzistiche del mondo, Antonello Salis. Lui e la fisarmonica, un tutt’uno, sempre, e anche nell’occasione. Con lui fantasia, improvvisazione e armonia. Bravissimo. Ha ritirato il premio assegnatogli e non ritirato nel corso dell’edizione 2012 a Siligo.
Non ha potuto ritirare il premio, assente per precedenti impegni, la scrittrice sassarese Bianca Pitzorno.
Si sono alternati nella consegna dei premi un soddisfattissimo Leonardo Marras, un commosso Gigi Carta, l’anima e il cuore del Premio, il vice presidente della Camera di Commercio Giorgio Maccioccu, il Segretario generale della Camera di Commercio Piero Esposito, la scrittrice Neria De Giovanni, presidente dell’Associazione Internazionale Critici Letterari, che ha ricordato la splendida manifestazione del gennaio 2007, da lei organizzata, in onore di Maria al Campidoglio sala Protomoteca alla presenza del Sindaco Veltroni, Mario Segni in qualità di Presidente Onorario del Gremio, una signora ancora bella che ricorda tanto Maria, la sorella Rina.
Targhe ricordo per il vicepresidente della commissione cultura del Comune di Roma Gianluca Pecciola in rappresentanza del Sindaco Ignazio Marino, per la nostra Consigliera Comunale Gemma Azuni che prosegue, come unica donna sarda, il percorso politico di Maria e che tanto si adopera a favore della Comunità sarda di Roma, di Antonello Avallone, grande attore e cortese responsabile del Teatro ospite, del promoter e direttore artistico di vari festival di danza Daniele Cipriani dopo la delicata esibizione di Noemi Ravot della compagnia di danza Estemporada di Livia Lepri di Sassari.
Un discorso a parte per i premiati extra del calibro di Carla Fracci e di Ennio Moricone.
Tutti in piedi ad applaudire a lungo un splendida anziana Signora, già regina mondiale della danza, tutta vestita di bianco, che con parole toccanti ed efficaci ha ricordato la cantante Maria Carta, l’artista a tutto tondo che ha valorizzato e fatto apprezzare le forme, i profumi, il canto, i sapori e le caratteristiche della Sardegna. Ha polarizzato l’attenzione anche nel suo richiamo a che le Istituzioni , non cedendo facilmente, per eccessiva esterofilia, ai pur apprezzabili virtuosi stranieri, in ogni settore artistico, pongano la dovuta attenzione e riservino adeguati mezzi a sostegno dell’arte italica.
Al Maestro Morricone, purtroppo non presente fisicamente per via di un fastidioso intervento al naso del giorno prima, e “materiliazzatosi” grazie un breve documentario registrato qualche ora prima da Giacomo Serreli e proiettato in sala, il premio era stato consegnato a domicilio da un emozionato Leonardo Marras. Il Maestro in evidenti condizioni di disagio e di disappunto per non essere presente, ha ricordato, che fu lui nei primi anni Settanta a presentare il primo lavoro discografico di Maria scrivendo che “la voce e i canti di Maria Carta si inseriscono luminosamente nel nuovo movimento del folk italiano” .
C’ è stato il tempo per ricordare con appositi e apprezzati brevi documentari il valore, di carattere nazionale e internazionale, della compianta Maria Lai, l’artista di Ulassai, scomparsa lo scorso aprile, molto legata a Roma dove frequentò il liceo artistico prima della seconda guerra mondiale e dove ritornò nel 54 stringendo una bella e solida amicizia con un altro grande personaggio sardo, lo scrittore di “Paese d’Ombre”, Giuseppe Dessì di Villacidro. Ha ritirato il Premio alla memoria la nipote Maria Sofia Pisu.
E prima ancora Giacomo Serreli intervistando la responsabile Italia, Pilar Palacià, ha sottolineato l’importantissimo ruolo, svolto tra il 1946 e il 1950, dalla Fondazione Rockfeller nel debellare la malaria attraverso una storica campagna. Emozioni e ricordi in sala per chi aveva visto all’opera gli operai irrorare, a tutto spiano, il famoso DDT contro mosche e zanzare e altri piccoli insetti volatili, portatori di infezioni e malattie.
Per concludere ricordiamo con affetto e particolare tenerezza che lo spettacolo, che ha visto anche l’assegnazione del Premio Maria Carta , uno stupenda targa in corallo e argento ad opera di Pasquale Ferraro di Alghero, anche al nostro Gremio in occasione dei suoi primi 65° di vita, ha avuto inizio con l’esecuzione applauditissima da parte dei giovanissimi componenti il gruppo vocale e strumentale della scuola media Tola di Sassari diretti da Palmira Santoni e Antonio Garofalo, della stupenda poesia “A Diosa” di Badore Sini, musicata dal Maestro Rachel e meglio conosciuta come “Non potho reposare”, ormai la nostra canzone sarda del cuore, che tutti amiamo cantare.
Il tutto si chiude con una trascinante esibizione di Orlando e Eliseo Mascia accompagnata dal battimani affettuoso del pubblico che, a conclusione, ancora numeroso si trattiene in sala per evidenti soddisfatti commenti.