di Simmaco Cabiddu
A Torino, presso la Sala della Biblioteca del C.R.D.C. Circolo Ricreativo Dipendenti Comunali, in Corso Sicilia, 12, Adele Sogno di Biella ha tenuto una conferenza su “Ilio Burruni e la pittura del Novecento”, con introduzione di Ezio Gaia. Ilio Burruni vive a Bioglio (Biella). L’attività artistica di Burruni attraversa tutto il Novecento e continua, all’età di 96 anni, ancora nel XXI secolo. Nato a Ghilarza, Sardegna, in provincia di Oristano nel 1917, all’età di otto anni si trasferisce con la famiglia a Chieri; qui, presso il conterraneo Barone Manno, avvocato e pittore di temi sacri, e a contatto con Roccati, padre Pistarino e nell’aura di Casorati, inizia la sua formazione artistica. Dopo la maturità classica a Chieri e quella artistica a Torino, si laurea in Giurisprudenza, seguendo contemporaneamente il corso della “Libera scuola del nudo” all’Accademia di Belle Arti a Torino. Dopo il 1949 si dedica esclusivamente all’arte risiedendo ripetutamente in Sud America, in Francia e in Italia. Espone in numerose personali in diverse città, comprese Biella e Torino.
A Torino, una serata di conoscenza del personaggio che ha vissuto in luoghi «dove fervevano movimenti artistici che proponevano surrealismo, neorealismo, pop art, iperrealismo, astrattismo, performances, rimanendo fedele al suo personale percorso», sostiene Adele Sogno, «affezionato all’idea – conferma Ilio Burruni in un’intervista del 2009 – che vede la pittura diversa dalle performances, dal breve filmato o dal “gesto” o dai graffiti urbani; queste manifestazioni artistiche – continua l’artista – sono messaggere di contenuti importanti, talora campanelli d’allarme della nostra sopita società, mentre la mia opera riguarda meno il contigente e di più il “sempre”».