di Giuseppe Fadda
Il dr. Pierpaolo Piludu, autore e regista della Compagnia “Cada die Teatro”, durante le sue indagini volte alla realizzazione dello spettacolo teatrale “La guerra dentro casa”, in ricordo dei bombardamenti alleati sulla città di Cagliari nell’anno 1943, chiese a più superstiti – tra le altre cose – se si ricordassero la presenza di bambini con la sindrome di down. “Bambini mongoli? Non ce n’erano…. Quelli sono arrivati dopo il fascismo….” Questa la risposte più frequente raccolta dal registra. Ovviamente anche a quei tempi a Cagliari nascevano bambini con la sindrome di Down, solo che all’epoca, i genitori preferivano tenerli nascosti in casa, con la paura dei pregiudizi in una comunità che osannava il mito della “razza perfetta”.
Da lì l’idea. Lo spettacolo sui bombardamenti di Cagliari avrebbe avuto come filo conduttore, le sorti della famiglia del piccolo Benito, un bambino di un fascista che, non accortosi immediatamente della sindrome di cui soffriva il figlio, gli dava il nome del Duce.
Oltre a questo spettacolo teatrale, il dramma dei bombardamenti è stato raccontato in un documentario dal titolo “Cagliari 1943. Quando scappavamo col cappotto sul pigiama” girato sempre dal dr. Piludu e prodotto dalla Rai.
Tale struggente documentario è stato al centro del convegno organizzato dal Circolo culturale “Sardegna” sardi di Como con la generosa collaborazione dell’associazione culturale Amsicora di Lecco, tenutosi a Como, presso l’Auditorium “Don Guanella”, il 15.06.2013.
Prezioso e unico il filmato proposto, importante e pregevole l’apporto dei relatori che si sono susseguiti durante il pomeriggio in un interessantissimo dibattito. Hanno aderito all’assise oltre al già ricordato dr. Piludu, il Prof. Eugenio Orrù, direttore dell’Istituto Gramsci della Sardegna, il dr. Giuseppe (Joseph) Piras, Ufficiale medico dell’Esercito nonché testimone degli avvenimenti bellici, il dr. Raimondo Perra, consigliere comunale della città di Cagliari. A moderare il dibattito è stata chiamata la dr.ssa Katia Trinca Colonel, giornalista del Corriere di Como. Presente anche il Comune di Como, nella persona dell’assessore Avv. Iantorno.
Molte le persone che hanno voluto intervenire all’evento e ricordare insieme questa tragedia accaduta settanta anni orsono. Eppure, nel ricordo dei sopravissuti sono rimaste indelebili le ferite dell’anima, provocate da tanto scempio e perdite immani ma anche di atti di grande generosità e di eroismo.
Ricordare è importante affinché non accada più. Conoscere e ricordare gli avvenimenti del passato è un modo per poter capire e riflettere sul presente.
Ancora una volta, a modesto parere dello scrivente, i circoli sardi di Como e Lecco hanno dato prova di grande vivacità intellettuale e volontà di testimoniare amore e attenzione per la propria terra d’origine.
Dopo il convegno in ricordo dell’eroe sardo Salvatore Corrias, dell’angelo custode del giudice Borsellino – Emanuela Loi – e quest’ultimo in occasione dell’anniversario dei bombardamenti su Cagliari, il circolo sardo “Sardegna” di Como continuerà nella sua missione culturale di dar lustro alla storia dei sardi e della Sardegna.
Rimane la soddisfazione che tale intensa attività oltre ad essere apprezzata dai soci sia ormai stata recepita anche dalla comunità comasca, visto e considerato che la moderatrice di questo evento ha dichiarato che il circolo “Sardegna” di Como è tra le associazioni più attive della provincia.