di Vitale Scanu
Ognuno di noi è unico e irripetibile. Mai c’è stato, in nessun tempo, e mai ci sarà in futuro uno uguale a me, un clone di me, di ogni singolo di noi. Da quando sono entrato nel tempo, la traiettoria descritta da ognuno di noi nel creato è irripetibile né sarà duplicabile. Come il nostro essere, così il nostro agire: penso, parlo, mi esprimo come nessun altro ha fatto mai e in futuro mai farà. Sono una persona… Quando uno accende il suo motore e inizia a macinare pensieri e compiere azioni, dà un’impronta a tutto in maniera personale senza eguali.
Se poi aggiungiamo a queste virtualità personali l’ausilio di quel mezzo prodigioso del computer, vediamo compiersi miracoli: l’esito è una sconfinata fantasmagoria di risultati. Attraverso un processo di algoritmi, ad esempio, il computer elabora ogni dato base, che può anche diventare progetto, misurabile e realizzabile in forme concrete attraverso la stampante 3D (in tre dimensioni, costruito, come fa la TAC, in stratificazioni sovrapposte) e poi trasponibili nella grande realtà materica. E’ inimmaginabile l’elaborazione che il “sistema generativo”, ideato dal prof. Celestino Soddu, fa di un software base per mezzo di algoritmi, ossia di operazioni e istruzioni primarie, arrivando a un risultato di immagini incredibile. Il prof. Soddu ha chiamato il sistema Generative Art: lo sviluppo e la creazione di infinite forme da una idea personale.
Il 16 maggio scorso, in una coinvolgente videoconferenza alle scuole Medie di Porlezza (lago Ceresio), programmata dall’assessorato alla Cultura, il prof. Soddu ha esposto concretamente l’importanza e la potenziale esplosione del suo originale sistema elaborativo. La propria identità marca le scelte creative. Tutti, anche gli scienziati, sono dei creativi. Come può evolvere, attraverso l’onnipotente aiuto del pc, una qualsiasi opera, un’idea personale partendo dall’architettura, dalla mobilistica, da una dagherrotipia del Piranesi, dalla forma di un palazzo, di una caffettiera, di una sedia? L’arte generativa è, in definitiva, fermare la potenzialità, la diversità, l’unicità, l’irripetibilità della propria fantasia personale… Essa plasma ex novo, torce, stravolge, sovrappone, accorcia, allunga, dilata, modifica l’oggetto in mille modi diversi. E’ un sistema per fermare la diversità, l’unicità, l’irripetibilità dell’espressione personale.
Ma la cosa più straordinaria è la potenziale espansione senza limiti di questo sistema inventato dal prof. Soddu, se applicato, oltre che a oggetti materiali, alle idee, alla musica, a scienze, alla politica… E qui si apre alla Generativ Art un orizzonte di applicazioni sconfinato. Addirittura fino alla possibilità di programmare progetti innovativi, esplorare i futuribili, ossia all’elaborazione di scenari futuri a partire da dati certi contingenti. “Sono sicuro – dice il prof. Soddu – che l’approccio generativo possa essere utilizzato anche in altre discipline, oltre che in quelle del disegno e dell’architettura. E non è un caso che il convegno di Generative Art che organizziamo annualmente sia transdisciplinare tra poesia, filosofia, musica, arte, robotica ed intelligenza artificiale, e non solo. Sicuramente lavorare considerando sempre l’insieme di variazioni possibili ed i sistemi dinamici caotici che tracciano previsioni può essere estremamente utile per ampliare la conoscenza. Ma il sistema rimane comunque aperto”.
Il professor Celestino Soddu, sardissimo di origine controllata originario di Serramanna (solo per caso nato in quel di Como) è un architetto, professore di Generative Design al Politecnico di Milano. E’ uno dei pionieri della Generative Art and Design. Il suo primo software generativo è del 1986, col quale creò, fino a ottenere un risultato finale in 3D, modelli e variazioni di alcuni elementi di partenza materiali, come l’immagine di edifici medioevali. Dal 1998 è titolare della cattedra di Generative Art annual International Conferences. Ha un entusiasmo e una carica giovanili contagiosi, la sua età è indefinibile: ha 15 anni, ha 40 anni, ha 50 anni? Chi può dirlo. Sarà certamente sbalorditivo quando la sua esplorazione nella Generative Art ci consegnerà risultati ancora più insperati di quelli finora ottenuti.