di Cristoforo Puddu
E’ trascorso un anno dalla scomparsa di Antonio Cao (Cagliari, 4 maggio1929 – 21 giugno 2012), medico pediatra e scienziato di fama mondiale che aveva fondato e diretto il presidio microcitemico del capoluogo sardo. Apprezzato dalla comunità medica -cui gli riconosceva le alte qualità di pediatra neurogenetista e neurofarmacologo – è soprattutto ricordato da tanti sardi e giovani pazienti per il suo impegno e i risultati significativi raggiunti nel debellare la piaga atavica isolana della talassemia. Alle ricerche e studi del professor Cao, di assoluto valore umanitario nel settore della pediatria e genetica, sono stati riconosciuti particolari meriti di ordine culturale, sociale e morale per l’avere proiettato in una posizione di prestigio internazionale l’eccellenza della sanità sarda. Insignito con importanti e frequenti attestati nazionali ed internazionali ( Allan Award American Society of Human Genetics, 1993; Fellow of the American Association for the Advancement of Science, 1994; First International Award “Maria Vilma e Bianca Querci”, 1995; Marta Philipson Award, 2000; Maestro della Pediatria Italiana, 2010) nel 2008 riceve il significativo riconoscimento “Sardus Pater” della Regione Autonoma della Sardegna “per l’impegno scientifico nel campo della genetica e dell’ematologia clinica e molecolare”. L’onorificenza sarda era stata istituita nel 2007, con la prima assegnazione al professor Giovanni Lilliu; nell’albo d’oro figurano anche Licinio Contu, la Brigata Sassari, Rossella Urru (2012) e per il 2013 è stato annunciato il conferimento del “Sardus Pater” al professor Mauro Frongia che ha eseguito il 27 febbraio scorso, con la sua equipe del Brotzu di Cagliari e al pari delle rinomate strutture sanitarie internazionali di Chicago e Nancy, il primo trapianto di rene con chirurgia robotica. Ad Antonio Cao è riconosciuta anche un’intensa attività di scrittura con oltre trecento pubblicazioni in riviste specialistiche, monografie e capitoli di libri sui diversi campi della medicina. Professionalmente ha vissuto, con rigore morale assoluto, l’importanza etica del lavoro e la passione nella ricerca. Un vero “Babbai” che ha dato lustro alla Sardegna e “contribuito in modo determinante a migliorare significativamente la condizione di vita dei pazienti”.
Ciao Massimiliano, mi fa piacere che che si parli del Prof.Antonio CAU,anch’io lo ricordo con ammirazione e gratitudine, un medico di grande valore, è stato uno degli oratori che parteciparono al nostro primo congresso sulla thalassemia che si è svolto in Bruxelles nel marzo del 86, fu molto sorpreso di constatare l’incidenza di questa patologia genetica nel nord Europa. In questi due anni è venuto a mancare anche un ‘altro grande medico, Dr Renzo Galanello, anche lui ha dato tanto della ua esistenza allo studio della microcitemia, ho avuto il piacere d’incontrarlo nel 2006 al nostro secondo convegno sulla thalassemia che si è svolto proprio 20 anni dopo il primo nella sala del palazzo Borschette delle comunità Europee, sono stati grandi personaggi semplici e abordabili, sempre all’ascolto dei genitori dei loro piccoli pazienti.