Caro Massimiliano, ti ringrazio per avere già pubblicato l’articolo. Ho notato che per la celebrazione della ricorrenza in questione viene usato diffusamente il vocabolo “Sardigna” in luogo di “Sardinia”. Non essendo io un linguista, mi sono attenuto al testo della Legge regionale istitutiva 14 settembre 1993 n. 44 (che tu conosci bene) promulgata dall’allora Presidente Antonello Cabras, che allego per un’ulteriore verifica. Tu sei molto autorevole e quindi potresti dirimere questo dubbio e cioè se attenersi alla legge, normalmente vincolante, oppure disattenderla unanimemente in nome della dilagante variazione linguistica “Sardigna”, che però dovrebbe essere ufficializzata con norma modificatrice della legge suddetta. Si tratta soltanto di un’occasione di approfondimento per quella certezza che diversamente farebbe torto al nostro riconosciuto valore identitario. Nel chiederti perdono per questa mia seccatura, in attesa di tuoi lumi, ringrazio e ti saluto molto caramente, Luigi Lilliu
Caro Luigi, anch’io non ho la preparazione adeguata per dare una risposta soddisfacente alla tua domanda. Diffusamente viene utilizzata la formula “Sa die de sa Sardigna” ed io per il titolo mi sono basato su questo. Giro la questione ed eventuale chiarimento a chi sicuramente ne sa più di me, ovvero Paolo Pulina che della FASI è anche il responsabile dell’informazione. Magari potrà aiutarci ad avere a riguardo un’idea più chiara. In bocca al lupo per la vostra manifestazione. Massimiliano Perlato
Cari Massimiliano e Luigi, rispondo schematicamente alla domanda postami. Esprimo ovviamente un parere personale.
1) È indubbio che la Legge regionale istitutiva della legge 14 settembre 1993 n. 44 usa l’espressione SA DIE DE SA SARDINIA.
2) È altrettanto indubbio che in nessun dizionario della lingua sarda ho trovato il termine SARDINIA ma solo SALDIGNA, SARDIGNA, SARDINGIA, SARDINNA, SARDINNIA.
3) Credo quindi che la SARDINIA del testo della legge sia un latinismo (esattamente SARDINIA) sul cui uso può aver esercitato influenza, per attrazione, la vicinanza col termine DIE (DIES in latino).
4) È certo che l’espressione normalmente usata (anche nei titoli dei libri sull’argomento) è oggi SA DIE DE SA SARDIGNA: come si sa, al di là delle norme indicate dai vocabolari o da testi di legge (in questo caso, confliggenti), è l’uso che poi governa i processi linguistici.
5) Nell’attesa che – come auspica Lilliu – il termine diffuso (dai vocabolari e dall’uso) di SARDIGNA, con norma modificatrice della legge, sostituisca ufficialmente il “latino” SARDINIA, penso che possano tranquillamente convivere le due forme.
6) Nota. L’oscillazione è presente anche nei bandi della Regione Sardegna per la concessione di contributi ai sensi di questa legge: si veda l’avviso pubblico per l’anno 2012 (SARDIGNA) e quello per l’anno 2013 (SARDINIA). Paolo Pulina
Cari Massimiliano e Paolo, vi ringrazio e formulo l’auspicio che, per il tratto a venire, le affascinanti e intriganti storie e lingue della Sardegna, almeno nelle comunicazioni ufficiali, che per legge determinano comportamenti uniformi anche al di fuori dell’isola, non generino dubbi sul valore autoctono e identitario che tanto ci caratterizza e che come tale viene largamente riconosciuto dal mondo culturale esterno. Un caro saluto,
Luigi Lilliu