di Gian Piero Pinna
Rafaele Sanna Delogu, per lunghi anni uomo di legge, con la passione per l’arte, la cultura, la fotografie e la filmografia, custode di un immenso patrimonio documentario e iconografico, sicuramente ha ereditato la passione per qualsiasi cosa abbia attinenza con l’arte e la cultura, dal padre, grandissimo scopritore di talenti artistici e collezionista d’arte, che mise insieme una ricca raccolta di arte moderna sarda e una notevole quantità di materiale archeologico, che generosamente donò al Comune di Oristano e che ora si trovano parte all’Antiquarium Arborense e parte nella nuova Pinacoteca, dove a parziale risarcimento di un tardivo riconoscimento, a lui e alla moglie Clelia Sotgiu, è stata dedicato una delle sale. La donazione di Titino Sanna Delogu, risale al 1966 e oggi costituisce il nucleo più ricco, per quantità e qualità, delle due esposizioni oristanesi.
Il figlio di Titino, Rafaele Sanna Delogu, nasce ad Oristano il 24 marzo del1931, in una casa del centro storico, posta proprio all’inizio della via Carmine. Frequenta le scuole elementari a Cabras, da una zia materna, Antioca Sotgiu, insegnate di vecchio stampo, che lo tiene con se fino all’età di dieci anni. Rientrato in famiglia ad Oristano, supera l’esame di ammissione alla scuola media e prosegue il suo percorso di studi. Nel 1952, al primo anno di Università, si cimenta in un saggio impegnativo, estrapolando la storia del Giudicato di Arborea, dal resto della Storia della Sardegna, meritandosi gli elogi di Ovidio Addis, indimenticato docente di origini seneghesi e scopritore di Cornus. Si Laurea in legge e per 43 anni, si dedica all’attività forense, per trentasette delle quali, ricopre anche la carica di Giudice conciliatore.
Oltre ai codici, quali sono le sue passioni?
La mia grande passione, sono la fotografia e la cinematografia. La mia prima macchina fotografica l’ho avuta nel 1943: era una Kodac a soffietto, con pellicole 6×9, che tuttora conservo gelosamente. Ho acquistato la prima cinepresa nel 1957 e quello stesso anno, ho realizzato il primo documentario sulla Sartiglia. La giostra equestre oristanese, mi ha sempre portato fortuna, nel 1961 la Pro Loco di Oristano, organizzò una mostra fotografica a colori sul tema Sartiglia e io vinsi il secondo premio. Il primo premio consisteva in centomila lire, il secondo era di settantacinquemila. Per me quella vincita, è stata una grande soddisfazione. Nel 1989, invece, ho acquistato la mia prima telecamera analogica, che paragonata a quella digitale che ho oggi, non c’è paragone. In tutti questi anni, ho girato tanti documentari, li conservo tutti gelosamente, ma quelli alla quale tengo maggiormente, sono quelli sulla Sartiglia. Dei duecento documentari che ho fatto, sette riguardano la storia e la cultura, che ho realizzato col beneplacito della Sovrintendenza Archeologica della Sardegna e che ho messo gratuitamente a disposizione delle scuole che ne facevano richiesta. Questa mia attività di documentazione, io l’ho sempre messa gratuitamente a disposizione di tutti coloro che me ne facevano richiesta.
Lei è anche noto per le sue attività culturali, ce ne vuole parlare?
Alcuni anni fa, sono stato presidente dell’Associazione Operatori Arti Visive e ho fatto una pubblicazione che è rimasta unica nel suo genere, “Chiese campestri nell’oristanese”. Durante la stesura, abbiamo tenuto conto delle ricerche bibliografiche e abbiamo inquadrato ogni chiesa in un preciso periodo storico, suddividendole in paleocristiane, bizantine, romaniche e giudicali. È stata una pubblicazione che ha avuto molto successo e una buona diffusione, ne abbiamo distribuito un gran numero di copie e consegnato svariate anche alla biblioteca di Oristano.
La sua passione per la cinematografia e la fotografia, le hanno dato soddisfazioni?
I miei “lavori”, sono apprezzati da molte istituzioni. Ne ho fatto per il Prefetto, il Questore, il Sindaco, i Carabinieri, ma soprattutto per la Marina, perché il presidente dell’Associazione dei Marinai d’Italia, per oltre dieci anni è stato mio cancelliere e quindi abbiamo mantenuto sempre ottimi rapporti. Tutti i documentari che giro, sono fatti senza scopo di lucro e forse anche per questo, mi danno ancora maggiore soddisfazione. Da un paio di mesi faccio anche parte dell’Associazione 50 e + della Confcommercio, dove ho trovato un’attenzione, nei confronti della cultura, a un livello molto elevato. Abbiamo organizzato alcune manifestazioni, tra le quali una per commemorare la figura del compianto Don Peppino Murtas, creatore della rivista culturale Quaderni Oristanesi e abbiamo in fase di preparazione, anche una giornata commemorativa per ricordare Giorgio Farris, emerito uomo di cultura e apprezzato pittore, che speriamo di inserire tra le manifestazioni del “Settembre oristanese”. Il mio auspicio è che la popolazione oristanese, sebbene sia un po’ restia alle attività culturali, ci segua, ci incoraggi e ci dia la loro solidarietà e sostegno.