CALOROSI APPLAUSI PER IL MUSICISTA SARDO FABIO MELIS A PAVIA E A SANTA GIULETTA (PV) IL 13 E IL 14 APRILE

Fabio Melis (con le launeddas) a Santa Giuletta


di Paolo Pulina

Fabio Melis è uno dei più apprezzati musicisti sardi: la sua produzione è caratterizzata da contaminazioni  tra cultura etnica sarda e world music, ma vi si avvertono anche influenze jazzistiche.

Nativo di Sorso, Melis ha studiato sax, si è diplomato in clarinetto al Conservatorio Statale di Adria (in provincia di Rovigo), ma è conosciuto soprattutto come uno specialista  delle launeddas (si è formato alla scuola del maestro Luigi Lai), che sappiamo  essere strumento sardo di origini antichissime  (lo testimonia il famosissimo bronzetto nuragico  “itifallico” datato intorno al VII-VI sec. a.C.) che si suona con la tecnica della respirazione circolare, costruito utilizzando diversi tipi di canne e in grado di produrre polifonia.

Melis è stato applaudito protagonista in provincia di Pavia di due eventi. Nel pomeriggio di  sabato 13 aprile, a Pavia,  presso la sede del Circolo culturale sardo “Logudoro”, presieduto da Gesuino Piga,  ha  presentato il  suo ultimo CD “Ammentu” (“Ricordo”; fa seguito a “S’Isula” e “Roo”).

Come in questo suo più recente lavoro discografico, a Pavia, Melis 
ha utilizzato, oltre alle launeddas, altri due strumenti della tradizione sarda: su sulittu, un flauto di canna in genere realizzato e suonato dai pastori,  e sa trunfa, uno scacciapensieri costituito da una “ciambella” in ferro a cui è fissata una sottile lamella che vibrando produce il suono.

Di ciascuno di questi strumenti Melis ha raccontato con sapienza didascalica le modalità di costruzione e di utilizzo. Ha eseguito le classiche musiche di “Non potho reposare”, “Nanneddu meu”, ma ha proposto  anche l’inno della Brigata Sassari “Dimonios” e  “L’inno alla gioia” di Beethoven.

La seconda esibizione è stata nella mattinata di domenica 14 aprile, nella  chiesa del Castello di Santa Giuletta, nell’Oltrepò pavese. La chiesa è stata riaperta al culto nel luglio 2012  dopo i restauri resisi necessari  a seguito  delle “fratture”  nelle murature causate dai movimenti franosi registratisi nel 1978.

Nell’occasione il musicista, con le sue launeddas,  ha accompagnato la Santa Messa celebrata  dal parroco di Santa Giuletta, don Francesco Favaretto. L’esibizione del musicista è  stata offerta dalla comunità dei Moresi di Santa Giuletta, paese gemellato con Mores (Sassari), della quale è referente l’assessore comunale Mario Chessa. I numerosi  fedeli locali hanno seguito con curiosità  le  – per loro –  “nuove”  sonorità  caratteristiche delle launeddas, mentre  i  tanti Moresi del paese non nascondevano l’orgoglio di aver fatto echeggiare per la prima volta questi arcaici  suoni  etnici sardi in un monumento religioso di grande valore storico (risale al secolo XIII). Anche alcuni soci del Circolo sardo “Logudoro” di Pavia, guidati dal presidente Gesuino Piga, hanno voluto essere presenti a Santa Giuletta, per godersi un bis delle magistrali esecuzioni di Melis, questa volta dei più conosciuti canti tradizionali sardi, a cominciare dalla sempre coinvolgente e commovente “Ave Maria”.  

 

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