TESSITRICI SARDE DI NULE E URZULEI TRIONFANO A CARTAGINE: SI “RIANNODANO” ANTICHI LEGAMI MEDITERRANEI. DAL GOCEANO UN ALTO ESEMPIO DI ARTIGIANATO D’ARTE

Nule 1965: tappeto sardo


di Cristoforo Puddu

E’ proprio il caso di affermare che l’arte del tappeto artigianale “riannoda” antichi legami storici nell’area del Mediterraneo, permettendo di far cooperare e dialogare la Sardegna con Cartagine. Si è infatti concretizzato -organizzato da Assadakah Sardegna, Centro italo arabo del Mediterraneo e il tunisino Centre Technique de Création, de Innovation- il progetto di un concorso tra 40 tessitrici sarde e tunisine che, con genuino spirito interculturale, hanno esposto i loro lavori all’Acropolium di Cartagine.

I tappeti sardi e tunisini in mostra, rappresentazione esaltante nella sintesi di colori e forme della tradizione, hanno dimostrato una rilevante comunanza di tratti ed affinità nei processi di lavorazione della lana e nella tintura dei filati con materie naturali.

Il confronto finale all’Acropolium, ristretto tra 5 tessitrici sarde e 5 tunisine, ha visto trionfare una rappresentante isolana. Le artiste-artigiane sarde Giovanna Chessa di Nule ed Elena Mulas di Urzulei, conquistano rispettivamente il primo premio e il terzo premio, mentre il secondo riconoscimento è andato all’opera del tunisino Taieb Ben Aziz.

Il tappeto di Nule (SS), non nuovo ad importanti riconoscimenti internazionali per la considerazione di manufatto pregiato e caratteristico, vanta una tradizione antichissima (originali i motivi “a fiamma”, “sa fressada” e “sas bindighi lunas”) e rappresenta un alto esempio di artigianato d’arte in Goceano.

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