È questo il significato dato alla manifestazione svoltasi al Circolo “La quercia” di Vimodrone, domenica 10 marzo 2013. Non si può festeggiare quella terribile vicenda avvenuta a New York all’inizio del XX secolo, dove trovarono la morte 146 persone, per la maggior parte giovani donne operaie di origine Italiane e dell’est Europeo. L’hanno ribadito all’inizio della manifestazione Federica Casula, referente giovani del Circolo e futuro consigliere nel direttivo, e il Maestro di Bisso, Chiara Vigo, ospite d’eccezione per questa ricorrenza.
La manifestazione ha avuto inizio, come di consueto, con il benvenuto da parte del Presidente del Circolo Carlo Casula, al pubblico presente in sala e al Maestro di Bisso Chiara Vigo, l’unica donna al mondo a tessere IL BISSO, noto anche come la SETA DEL MARE. Federica Casula, che ha preso la parola dopo l’introduzione del Presidente, durante il suo intervento, ha voluto fare una riflessione, ricordando e sensibilizzando tutti, affinchè cessi la violenza in qualsiasi forma si manifesti verso le donne che la subiscono giornalmente, elencando dati che negli ultimi anni, hanno visto crescere in modo impressionante, anche il numero delle donne uccise. Inizieremo a festeggiare, continua Federica, quando le donne avranno raggiunto le pari opportunità con gli uomini, e non ci saranno più abusi e discriminazioni.
Poi, entrando nello specifico di questa giornata organizzata dal Circolo, Federica evidenzia come oggi abbiamo l’onore di conoscere una realtà non molto comune, una realtà fiabesca, sicuramente ancestrale, fatta di un rapporto ancora personale e diretto con la natura, un rapporto che purtroppo, immersi nel capitalismo, abbiamo perso. Una donna che questo rapporto lo conserva come un tesoro. Stiamo parlando di Chiara Vigo, che adesso ci spiegherà e introdurrà nel mondo del BISSO e la sua storia.
Accompagnata da Ignazio Pepicelli, altro ospite gradito, che con la sua chitarra è la sua musica, ha contribuito a rendere ancora più affascinante l’atmosfera creata dal racconto della storia del Bisso, prende la parola Chiara Vigo.
Mi è piaciuto venire qua, al Circolo La Quercia, esordisce Chiara, perchè finalmente ho trovato un gruppo intelligente che non festeggia l’8 marzo, anche perché io non l’avrei potuto fare, perché l’8 marzo non è una festa né una ricorrenza da festeggiare. In modo particolare, per un Maestro come me, l’8 marzo è un ricordo di donne bruciate all’interno di una fabbrica tessile….
Ho iniziato la mia strada da Maestra a filare Bisso a quattro anni, a tessere a dodici, a scendere in apnea in acqua a tre. Appartengo a una famiglia che da trenta generazioni mantiene in piedi il giuramento dell’acqua. Giuramento che vi reciterò prima in Sardo e poi in Italiano. Tengo a precisare che il mio non’è un mestiere, non sono un artigiano né un’artista, ma sono un “Maestro de Pannu”, quindi non c’entro niente né col vendere né con il comprare. Il Bisso non si vende e non si compra, ed è l’unica specialità legata e collegata al giuramento dell’acqua. Per avere le formule dal Maestro precedente, che le tramanda per via orale in Ebraico, Sanscrito e Aramaico, bisogna conoscere le lingue antiche, imparare a leggere libri antichi e poi bisogna pregare e tessere. Non amo muovere il telaio, io tesso, che è diverso. Mi alzo alle tre del mattino, prego per la pace nel mondo, e solo dopo quasi quattro ore di preghiera, mi è concesso di filare il filo dell’acqua, che non’è mio, ma è dei giovani del modo. Tutto quello che io sono, tutto quello che io prego, tutto quello che io costruisco, non mi appartiene, è dei vostri figli. Io vesto la tunica di preghiera, prego all’alba, prego al tramonto e Il mio giuramento recita: Ponente, Levante, Maestro e Grecale / prendete la mia anima e buttatela nel fondale / che sia la mia vita / per Essere, Pregare e Tessere / per ogni gente che da me va e da me viene / senza tempo, senza nome, senza colore, senza confini, senza denaro / in nome del Leone dell’anima mia e dello Spirito Eterno / così sarà. Nel mio museo non c’è il biglietto d’ingresso, c’è il registro delle firme e la cassetta delle offerte, perché quello che io ho in mano non’è mio, non devo vendere niente, perché riconosco ai vostri figli e i vostri nipoti, il diritto di attraversare la mia porta e chiedermi: zia, dove l’hai messo quello che era già mio? E devono trovarlo intatto. Devono trovarlo, non venduto, non tutto si può vendere. C’è anche chi come me ha scelto di regalare la sua vita. Ho sempre molta difficoltà perchè mi si chiede spesso: ma quanto costa? E tu quanto costi figlio mio, rispondo io. Non costa, non lo potete comprare, è già vostro, né io lo posso vendere, perché il mio giuramento lo vieta assolutamente. Tutti i maestri di Bisso che hanno venduto il Bisso sono morti in malo modo. C’è una scrittura in apocalisse trentanove che dice: Maledetta tè… va bene, non venderai il mio oro a mercanti. Farò nascere una Maestro in ogni tempo che lo tenga vivo, io sono l’alfa e l’omega. Tutti mi chiedono: ma chi ci sarà dopo di lei? Di me forse ci sarà Maddalena. Maddalena era mia nonna e Maddalena si chiama la mia seconda figlia. Però, scusate, chi ha deciso che lei è giovane e vivrà ed io che non sono più giovane vivrò? Non possiamo fare i conti senza l’oste, ci sarà chi ci sarà, e se non ci sarà, per adesso ci sono io, e scusate, ma vorrei vivere almeno un altro cinquantennio. Nella mia stanza tutti i giovani, tutte le persone di qualsiasi età, possono venire a imparare tutto quello che io conosco, GRATUITAMENTE, io non posso ricevere stipendi da nessuno. Volevano fare un museo del Bisso e volevano darmi uno stipendio, ma io non sono nel libro paga di nessuno, io faccio il Maestro perché ho fatto il giuramento. IL BISSO si fa nella mia famiglia da trenta generazioni, e sapete perchè sono trenta? Perchè nel canto della mattina, prima del canto della preghiera, nomino trenta nomi prima del mio, e chi verrà dopo di me, dopo il mio, nominerà il suo. Durante il suo racconto, i presenti ascoltano e partecipano con attenzione e in totale silenzio, per non perdere neanche una sfumatura di questa affascinante storia. Chiara, approfitta anche della presenza della figlia del Presidente del Circolo, Marta, nata pochi mesi fa, per dirgli che gli ricamerà in BISSO, su pannu e nasci (la veste da battesimo) con disegnata la pavoncella dei bambini, facendo in modo che sia tramandata nella sua famiglia. Poi hai bambini presenti in sala, dona un pezzo di filo in Bisso da usare quando si sposeranno. La legge dice che se ci sono bambini dove io arrivo, portano via il mio filo, poi, se lo riportano a Sant’Antioco, prima delle loro nozze, il maestro ricamerà “su pannu e cojuai”, (il cuscino di nozze) dove sono poste le fedi nuziali. IL BISSO non si tarla, non si distrugge non si altera nel tempo, si può filare anche dopo 3000 anni, perché esiste un formulario che il Maestro vecchio regala al Maestro nuovo a memoria, dopo che ha vestito la tunica di preghiera. Chiara Vigo promette anche che tesserà con il Bisso, “la Quercia” che rappresenta il Logo del Circolo. Per continuare a descrivere tutta la storia non basterebbe tuta la serata, per cui, come suggerito da Chiara, si puo visitare il suo sito internet www.chiaravigo.com, dove si possono trovare oltre a tutte le informazioni, anche fotografie e video.
La manifestazione continua con varie dimostrazioni di tessitura del Bisso, accompagnate dalle preghiere appositamente recitate e legate a singole lavorazioni.
Ma la serata non’è solo racconto, è anche fatta di proposte molto interessanti da parte di Chiara.
Per la lavorazione del Bisso sta sorgendo un’associazione dentro il mio gruppo, continua il Maestro, capitanato da mia figlia Maddalena, e approfittando della presenza in sala di giovani ragazze, colgo l’occasione, e se siete d’accordo, di programmare per l’anno prossimo “DONNE e TELE”. Vi insegnerò a tessere senza telaio. Voi farete le tele e poi penso che sia interessante farle viaggiare con la TELA DELLA PACE, in tutti i Circoli della Sardegna nel mondo. Durante il festival Mauritano, promosso dall’associazione LUNA D’ORIENTE, io ho costruito una tela di Bisso che ho chiamato appunto la TELA DELLA PACE, e che la giornalista Giuliana Sgrena (rapita ai primi di febbraio del 2004 in Iraq e liberata un mese dopo) ha ricevuto per far viaggiare nei paesi Arabi. Finito il giro l’ha riportata, ed è passata dalle sue mani a quelle di Rossella Urru. Adesso mi piacerebbe che Rossella la riportasse al circolo “La Quercia”, e da qui partisse verso tutti gli altri circoli Sardi nel mondo. Se siete d’accordo, facciamo un programma progetto e portiamo avanti questa iniziativa. Il Presidente Casula, intervenendo in merito, dice di essere molto lusingato e interessato per portare avanti questa proposta, anche perché, ha avuto da parte di Rossella Urru, la conferma che appena avrà la disponibilità e il tempo, verrà a trovarci a Vimodrone. Quale migliore occasione per abbinare le due cose?
UNIRE NON SOLO SIMBOLICAMENTE TUTTI I CIRCOLI SARDI NEL MONDO CON IL FILO DI BISSO (CHE NON SI TARLA, NON SI DISTRUGGE E NON SI ALTERA NEL TEMPO) POTREBBE ASSUMERE UN VALORE PARTICOLARE E SIGNIFICATIVO, “UTILIZZANDOLO” PER RAFFORZARE IL CORDONE OMBELICALE CHE LEGA GLI EMIGRATI SARDI ALLA PROPRIA ISOLA, E CHE ULTIMAMENTE CORRE IL RISCHIO DI SPEZZARSI…….