Continuano le lezioni presso la sede dell’Unitre di Oristano, in Piazza L. Pintus, nei locali annessi all’ex-Foro Boario. La prima conferenza settimanale in programma, è per lunedì 18 marzo, con il saggio “I giganti di pietra”, con inizio alle 17, durante la quale saranno illustrati i risultati dell’importante ritrovamento archeologico di Mont’e Prama. Parleranno dell’argomento i curatori del libro e il responsabile dalla casa editrice Fabula, Alessio Bedini, Carlo Tronchetti, Giovanni Ugas e Raimondo Zucca.
Come mette ben in rilievo il sottotitolo del libro “L’ Heroon che cambia la storia della Sardegna e del Mediterraneo”, è la dimostrazione più evidente del preziosissimo tesoro venuto alla luce nel Sinis di Cabras, che a 39 anni dal ritrovamento, attende ancora una adeguata e definitiva collocazione museale.
Il rinvenimento fu fatto nel marzo del 1974, nella località di Mont’e Prama, da un contadino che durante l’aratura del suo terreno, toccò con la lama dell’aratro qualcosa di anomalo che si rivelò la testa gigantesca di una statua. Spaventato dal ritrovamento chiese aiuto alle autorità che fecero intervenire due dei più famosi archeologi sardi dell’epoca, Giovanni Lilliu e Enrico Atzeni, che diedero il via alla più grande ed enigmatica scoperta archeologica sarda. Le statue furono ritrovate all’interno di una area sacra sopra delle basi che delimitavano alcune tombe a nuraghe e diversi betili. Anni dopo, lo stesso Lilliu, raccontò che al momento della scoperta il sole limpido e caldo che caratterizzava la giornata, fu improvvisamente oscurato da una tempesta tremenda che si era abbattuta mentre si portavano alla luce le statue, quasi che gli antichi eroi si fossero risvegliati insieme alle statue, una sensazione impossibile da descrivere ricordava con paura l’archeologo.
Gli scavi, diedero alla luce trenta gigantesche statue di pietra, alte oltre due metri, di almeno 2700 anni fa, composte da guerrieri, arcieri e pugilatori. Non sono la copia esatta di esseri umani, bensì riportano fattezze anomale, con occhi composti da due cerchi concentrici e con la bocca formata da una semplice fessura. Hanno una pettinatura in stile celtico fatta a trecce e abiti orientalizzanti, ma ciò che li rende unici, sono le loro grandi dimensioni, un unicum in tutto il mondo, con altezze di oltre due metri. Sono realizzate in pietra arenaria e sono in posizione diritta, con braccia piegate a tenere scudi o armi.
Le lezioni della settimana, continueranno sino al 22 marzo. Per martedì 18, con inizio alle 17, si prevede una conferenza di Giancarlo Fantoni, che farà rivivere le atmosfere della Oristano del passato, “Tra quotidianità e cambiamento negli anni ’40”, soffermandosi in modo particolare sui rapporti fra il clero e la società civile, sulla scuola e sul fascismo. Per il giovedì 20 marzo, sempre alle 17, Alfonso Stiglitz metterà in rilievo gli stretti rapporti intercorsi fra la Sardegna e l’Oriente. Per venerdì 22 marzo, ci sarà l’intervento di due relatori dell’ Università di Cagliari, docenti nella sede gemmata di Oristano, Gaetano Verani e Annalisa Marchi, che si alterneranno nell’esposizione dei percorsi intrecciati fra chimica e genetica, che hanno caratterizzato l’evoluzione dall’alchimia alle biotecnologie.
“Alcune nostre lezioni, sono il frutto della fattiva collaborazione fra il Consorzio Uno e l’Università delle tre età – spiega il direttore dei corsi Unitre, Bruno Bianchina – che impreziosisce l’offerta culturale che l’Associazione, nella quasi trentennale sua storia, offre ai soci con il fine di aprirsi sempre più alla società oristanese”.