Molte conferme, qualche cambio di poltrona e un ritorno nel nuovo esecutivo guidato dall’esponente del Pdl, che ha terminato la verifica in maggioranza, iniziata a ridosso delle elezioni di febbraio che hanno accelerato il cambio della squadra di governo e il via libera al patto di fine legislatura. Il nuovo esecutivo si presenta senza più l’apporto del Partito Sardo d’Azione, che ha lasciato la Giunta e la maggioranza di centrodestra la settimana scorsa. Cinque deleghe vanno al Pdl: la Programmazione e Bilancio all’ex assessore dell’Industria Alessandra Zedda, l’Agricoltura, con la conferma di Oscar Cherchi, l’Urbanistica, con il bis per Nicola Rassu, la Sanità che resta a Simona De Francisci (che continuerà a svolgere anche il ruolo di vice presidente), e il Lavoro con il ritorno di Mariano Contu, ex assessore dell’ Agricoltura prima di Cherchi. Due ai Riformatori Sardi (conferme per Angela Nonnis ai Lavori Pubblici e Luigi Crisponi al Turismo), due all’Udc (bis per Sergio Milia all’Istruzione e Andrea Biancareddu all’Ambiente). Uno all’Uds (confermato Mario Floris agli Affari Generali) ed uno alla nuova formazione politica che si affaccia da oggi in Consiglio regionale: Fratelli d’Italia con il rientro di Antonello Liori, all’ Industria, prima al Lavoro. Cappellacci tiene l’interim ai Trasporti, l’assessorato lasciato libero dai Sardisti. Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, detta le sue condizioni che caratterizzeranno quest’ultimo anno di legislatura.
Rompere il Patto di Stabilità. “Deve essere concretamente percepibile un impegno sempre più forte sui temi autonomistici e una vera e propria ribellione contro quei gioghi, come il patto di stabilità, che impediscono alla Sardegna di determinare il proprio futuro e che penalizzano le imprese, le famiglie e i territori. Sul punto – osserva il presidente- occorre arrivare ad un’iniziativa rottura con uno Stato nega l’allentamento dei vincoli del patto, anche attraverso un provvedimento legislativo.
Taglio dei costi della politica. “Un ulteriore scatto in avanti, che segni una discontinuità con i decenni passati, è necessario sulle riforme e i tagli dei costi della politica che con orgoglio la nostra isola ha avviato prima di qualsiasi altra realtà nazionale. L’attuazione della volontà referendaria deve essere il punto di partenza di un processo che ridimensioni radicalmente, eliminando rendite di posizione obsolete, i costi della politica, gli sprechi e le inefficienze della pubblica amministrazione”, aggiunge il Governatore.
Patto coi sardi. “Altro cardine di quello che deve essere un nuovo patto con i sardi è il sostegno alla famiglia e alle imprese, oggi gravate da un peso fiscale opprimente, aggravato perfino dall’imposta sulla prima casa, che impedisce alle stesse di rialzarsi dalle macerie della crisi economica internazionale”, conclude Cappellacci.