L’Organizzazione Divulgazione Arte (ODA), Arte e Ambiente di Villacidro, con la collaborazione degli Amici dell’Arte Tema 1 di Oristano e il patrocinio del Comune di Oristano, hanno allestito al Teatro San Martino di Oristano, la mostra itinerante “Cavete Cogas”, che verrà inaugurata sabato prossimo 16 marzo alle 17 e resterà visibile sino al 24 marzo, per proseguire nel paese di Bidonì, dove è presente anche il Museo S’Omo ‘e sa Majarza (“La casa della strega”), nella sede del vecchio Municipio ristrutturato, è dedicato alla stregoneria, al diavolo e agli esseri fantastici delle leggende della Sardegna.
L’evento è un omaggio al libro “Cogas” di Efisio Cadoni, presidente dell’O. D. A., nonché promotore della mostra.
La mostra itinerante, è partita il 22 dicembre 2012 da Villacidro e si concluderà, sempre a Villacidro, nel dicembre 2013, dopo aver toccato 27 località della Sardegna.
“Ogni volta che ci fermiamo – dicono Franca Tronci e Efisio Cadoni, che hanno curato la mostra di Oristano – proponiamo le nostre opere, svelando con esse i nostri pensieri, i nostri sentimenti, il nostro gusto del bello, le emozioni, che destiniamo a suscitare altri pensieri, altri sentimenti, altre emozioni in tutti quelli che esteticamente vorranno sentirli, appunto, attraverso i loro sensi e che nei dipinti, nei disegni, nelle sculture riconosceranno, esternato e trasfigurato in una forma, almeno in parte, ciò che già dentro di sé conoscono. Il nostro è un viaggio che veramente non ha una meta reale, concreta, se non quella della bellezza, un viaggio che percorriamo con la nostra idea del bello senza mai compierlo. Oggi l’idea che ci muove è una finzione, un’immagine della poesia che vogliamo in una sua particolare forma – continuano – La chiamiamo “coga”, strega, maga, fata, musa, ogni artista ha la sua, ma questa nostra coga non è una strega che fa paura, che ci allontana o che vorremmo bruciare per raccapriccio, per indignazione, non fa paura perché è immersa nell’arte, nell’ironia dell’arte; anche quando ha un aspetto orrendo o un nome terribile: Lilit, Lamia, Bitia, Pitia, Sibilla, Eròfile, Pànfile, Fòtide, Ghellò, Mormò, Morra, Mendalza, Zefania, Ancroia e cosí via… è una nostra idea sull’Arte che è sempre dissimulazione, ironia, l’eruronéia, quella che faceva dire a Sòcrate di sapere di non sapere, ma solo per rivelare il suo intento di liberare tutti dai propri pregiudizi.
Ogni artista – concludono i curatori – anche oggi, con queste “forme” delle proprie “idee”, esprime la sua ironia su questo oggetto del suo peculiare interesse, sulle cogas, con queste sue nuove “invenzioni” della bellezza, soprattutto per poter ancora continuare a tentare d’inventare, illudèndosi di trovarla, quell’introvabile terrena forma della bellezza”.
Gli artisti che esporranno le loro opere a Oristano, sono 65, molti dei quali sardi, ma tanti provengono anche da altre regioni italiane. L’allestimento espositivo del Teatro San Martino, è stato curato da Mauro Podda e da Franca Tronci; gli orari di apertura saranno dalle ore 11 alle 13 e dalle 17 alle 20,30.