A CAGLIARI, LA LIRICA VA ALLA GUERRA DELLE NOMINE: INTERVISTA A LUISA SLOCCHIS DOCENTE DEL CONSERVATORIO DI SASSARI

da sinistra: Marcella Crivellenti e Massimo Zedda


di Claudia Sarritzu

 

La Crivellenti, quella figura misteriosa che non è piaciuta a nessuno sin dall’inizio, è il nuovo Soprintendente del Teatro Lirico di Cagliari. Marcella Crivellenti ha partecipato alla sua prima riunione del Cda, assenti i due rappresentanti della Regione Sardegna, e i due del Ministero perché dimissionari, la nomina formale è quindi avvenuta, da quello che la cronaca dei giornali racconta, senza i due maggiori azionisti del Teatro Lirico che finanziano per l’80% l’ente. La prima domanda che mi coglie impreparata, è come mai esiste una procedura in questo Paese strano che permetta una elezione così importante senza la presenza dell’intero Cda? La cosa invece nuova riguarda il compenso, guadagnerà solo 120 mila euro all’anno. Mi domando allora quanti soldi prendessero gli altri soprintendenti! La nomina della Crivellenti vede contrari gli 8 sindacati – l’unica cosa positiva, li ha tutti uniti – il maggiore partito della maggioranza in Consiglio comunale appunto il Pd, la Regione con Cappellacci che in queste ore ha già crocifisso la scelta, i lavoratori tutti. Tantissimi sono i ricorsi. Perché imporsi così? Con questa portata rivoluzionaria e irremovibile da far impallidire i Marxisti per Tabacci? Siccome è giusto sentire gli addetti ai lavori, quelli che non hanno tessere di partito, ho deciso di farmi una chiacchierata con Luisa Slocchis che ha conseguito in Conservatorio a Parma il diploma accademico di secondo livello di Oboe, è laureata al Dams indirizzo Musica e ha frequentato un Master in Management degli Eventi e dello Spettacolo vincitrice di borsa di studio erogata dalla Regione Autonoma della Sardegna. Ha lavorato per due anni presso la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari presso la Direzione Artistica, ora insegna Organizzazione e Diritto e Legislazione dello Spettacolo Musicale presso il Conservatorio di Musica di Sassari ed ha partecipato alla manifestazione d’interesse per concorrere alla carica di cui stiamo parlando.

Luisa cosa non ti convince di questa nomina?

Una prima cosa riguarda la coerenza, perché indire dei bandi di manifestazione di interesse quando poi il Sindaco stesso ha affermato che la Crivellenti è stata scelta in virtù della sola sua fiducia? Secondo punto il curriculum della Crivellenti non è mai stato proposto anche nei giornali in formato europeo è quindi difficile coglierne eventuali mancanze.

Perché non hai fatto ricorso se non hai compreso come mai la tua proposta è stata scartata?

Perché lo Statuto richiede, in base alla vigente normativa statutaria – ma in questo caso continuo a ripetere che il Sindaco parla esclusivamente di “fiducia” – per poter aspirare alla carica di Sovrintendente il possesso di requisiti specifici tra cui figurano “specifica e comprovata esperienza nel settore dell’organizzazione musicale e della gestione di enti consimili” e per quanto concerne l’esperienza gestionale di enti consimili io ammetto di non possedere il requisito richiesto, non avrei quindi interesse diretto nel promuovere un ricorso.

Lo Statuto richiede, da quello che tu sai, che il Soprintendente possegga una laurea?

No, non lo richiede e questo forse dovrebbe essere modificato, perché titoli e specifici percorsi formativi contano.

Cosa ti aspettavi dal sindaco Zedda?

Mi aspettavo una mediazione, non capisco l’imposizione contro tutti e tutto. Che senso ha mettere una persona al comando di una Fondazione che la rifiuta, in un momento critico per le casse del teatro che avrebbero necessità di pace fra i lavoratori e chi li guida. Si dice che la scelta sia stata dettata da volontà di sottrarsi a forti pressioni politiche riguardanti altre possibili nomine, ma non si tratta anche in questo caso di una persona essenzialmente imposta da un partito, il suo? Avrebbe a mio avviso potuto scegliere attraverso criteri sostenibili legati a merito e competenza dei giovani laureati con esperienza sul campo o conoscenza del settore che avrebbero accettato di guadagnare un quinto di quei 120 mila euro annui. Ne conosco tanti di ragazzi che l’avrebbero fatto. Dopo tutto se può provare lei, visto che è la prima volta che riceve un incarico simile, perché non far provare chi è davvero fuori da logiche vecchie ed in possesso di comprovato percorso professionale e formativo inerente al settore?

Come viene scelto il personale amministrativo e quello creativo?

Gli artisti per concorso pubblico, quindi merito, gli amministrativi finora – a differenza di quanto avviene in altri paesi europei che premiano la specifica competenza – per lo più attraverso altre logiche.

Ma come mai allora si dice in città che gli artisti che lavorano in teatro sono privilegiati? Quanto guadagnano?

Un professore d’orchestra per esempio – ma delle masse artistiche fanno parte anche gli artisti del Coro – prende dai 1.600 ai 2.000 euro netti al mese, dopo decenni di anni di studio e sacrifici ed al possesso di costosi strumenti musicali per poter svolgere la professione. Le prime parti di ogni sezione d’orchestra, come il primo violino percepiscono un compenso intorno ai 2.000 euro netti al mese – questa è la Fondazione in Italia in cui le masse artistiche percepiscono i compensi inferiori rispetto alle altre. Lavorano al massimo tra le cinque e le sei ore al giorno in teatro, le altre sono spese a casa nello studio delle parti per lo spettacolo, spesso week end compresi. Il teatro ha un debito di circa 25 milioni di euro. Ma non sarebbe meglio rilanciare la Lirica eliminando la pratica dei biglietti regalati, facendo pagare tutti con prezzi più accessibili, magari aprendo la prova generale alle scuole con biglietti da 5 euro? Il Teatro non può essere interpretato in maniera stereotipata come un tempio inutile dove si sfoggiano pellicce. Capisco l’antipatia per i ricconi, una Giunta di sinistra deve assolutamente preferire le classi sociali più deboli, ma a Cagliari Zedda ha stravinto anche grazie a quei voti, quelli che vanno al Lirico per sfoggiare l’abito nuovo. La vera rivoluzione di Sinistra la si compie quando un ente Lirico diventa fucina di cultura per Tutti, quando a guidarlo c’è il vincitore di un concorso. Soprattutto mi auguro che la prossima programmazione non diventi il patetico doppione del Teatro Massimo, dove è la prosa a fare da padrona. Il teatro Lirico si chiama lirico perché deve assicurare concerti, opere e balletti, nonostante il curriculum della Crivellenti affermi che la sua esperienza sia nella prosa. Invito chi invece sostiene questa nomina con lecita convinzione ad accettare la mia intervista. Contattatemi e avrete il medesimo spazio.

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