di Alexandra Porcu
La situazione da noi al “Sardisches Kulturzentrum” di Berlino è chiara. A fine anno dobbiamo lasciare la sede. Essendo un circolo giovane con l’età media degli iscritti dai 30-40 anni, non ci possiamo permettere di anticipare soldi. In più perché non è sicuro che vengano rimborsati. Essendo in una città grande e dispersiva, è inutile avere un bar nella sede e / o far pagare un biglietto per un’attività. Ci prenderemo un magazzino economico dove parcheggiamo le nostre cose e cercheremo di fare qualche attività culturale. Noi dovremo votare un nuovo direttivo all’inizio dell’anno. Credo che sarà difficile trovare gente disposta a mandare avanti il circolo, fare promozione per la Sardegna in questo modo… vediamo. Sinceramente, sono molto delusa. Un anno e mezzo fa, l’assessore Manca al meeting di Chia stava parlando del futuro e dei giovani che dovrebbero avvicinarsi e prendere in mano le cose ecc. La stessa cosa disse Liori all’incontro della FILEF agli inizi di quest’anno. Certamente, non tutti i giovani del meeting di Chia si sono avvicinati e coloro che si sono presi ancora maggior responsabilità nei circolo, erano quelli che già ci stavano lavorando. Parlo di me stessa e dei miei collaboratori che negli ultimi anni hanno dato una nuova spinta all’arte contemporanea, alla lingua e alla letteratura prodotta in Sardegna. Basta vedere la nostra pagina web che è il testimone di questo lavoro svolto costantemente al livello di volontariato. Ma parlo anche di un Giancarlo Palermo di Bologna che è da anni che sta lottando per dare più visibilità agli artisti sardi, avendo rischiato spesso soldi propri. Ha continuato ad organizzare eventi anche se qualche Presidente di circolo o Federazione continuava inesorabile a creare confusione per motivi futili e di ego.
Parliamo di Claudia Loi di Barcellona che finalmente, dopo anni ci è riuscita a diventare presidente. Una ragazza che ha sempre lavorato dietro le quinte e che ora forse potrà avere qualche visibilità e raccogliere qualche merito per il suo lavoro, anche se di sicuro non è facile essere il successore di Raffaele Melis.
Dovrei parlare di Alessandro Spanu di Stoccarda che quest’anno ha anticipato una somma di soldi molto alta, per fare dei biglietti e per l’albergo a un gruppo folk che si è esibito alla festa più grande di Stoccarda. Alessandro ha addirittura anticipato di tasca sua per far risparmiare soldi alla Regione Sardegna.
Parlo di Magali Misses d’Argentina che è entrata nella FILEF e che cerca di mantenere i contatti con la Sardegna, terra dei suoi nonni, terra che sua madre stessa, non ha mai potuto vedere per motivi economici.
E infine posso parlare di Massimo Cossu che produce degli articoli fantastici e che lavora all’interno dell’Esecutivo insieme alla FASI.
Inutile aggiungere altri nomi di giovani sardi emigrati o figli di emigrati tra i 30-40 anni che hanno e che lavorano da anni nei circoli e nelle associazioni sardi… nomi che conosciamo tutti. Infine, lascio un commento agli assessori alla programmazione, alla cultura e al lavoro, a tutti… Noi siamo qui… voi dove siete?
Raffy Enis che tristezza, è incredibile sapevamo che poteva succedere, ma io non volevo crederci, mi dispiace molto 🙁
Purtroppo non é facile…e le regioni di provenienza ti fanno davvero passare la volgia di fare qualunque cosa sia in Italia che all´estero…
Cara Alexandra se tu sei delusa, puoi fartene un idea di quanto siamo delusi gli emigrati sardi di una certa età che ci siamo battuti da giovanissimi per essere acetati fare dei circoli veri centri culturali di diffusione della storia lingua e cultura della nostra terra natia e siamo invecchiati senza ottenere altro che promesse mai compiute , calunnie, diffamazioni a di quanto di peggio puoi immaginare per farci fuori del “mondo del emigrazione organizzata” ! ci vuole il coraggio di fare un esame di coscienza da parte di tutti i dirigenti dei circoli e federazioni ,e specialmente da parte dei funzionari e assessori responsabili di far rispettare , compiere far compiere le le leggi della Sardegna per l’emigrazione e anche le leggi dei paesi di persona giuridica dei paesi di accoglienza . un ultima cosa: la quota della radio per mantenere un programma in onda un ora alla settimana costa tanto o piu che l’affitto di una sede , ti dice qualcosa? pensaci
ciao… sinceramente… non capisco quello che mi vuoi dire 🙁 Per me, la cosa più importante sono circoli che hanno gente tra di loro che è emigrata negli anni 50 e 60. Gente ormai anche vecchia, gente anche sola che va al circolo per passarsi le serate tra amici e così via. Diventa molto difficile mantenere quelle strutture, anche se si pagano la loro biretta ecc… in più, la mia critica è quella che ho già detto qualche anno fa in un paio di conferenze, che lo devono dire chiaro e tondo se vogliono ancora sostenere i circoli o meno, ma che si dica chiaro e tondo. Qui stiamo anche parlando del fatto che qualcuno forse ha firmato un contratto per una sede per 5-10 anni (noi per fortuna … se l’avessero annunciato prima, magari le persone sarebbero state più attente…hanno contratti di telefono, pagina web, SIAE… magari il leaasing di un computer ecc… non puoi come assessore andare a degli incontri dove ci sono figli di emigrati sardi e parlare di “futuro”, quando non ce n’è… bolle di sapone erano… è quello che volevo dire.