di Cristoforo Puddu
Anche per merito della promozione sviluppata dall’Associazione Cani di Sardegna, con rassegne e raduni integrati da appassionanti dibattiti, si rileva un crescente interesse e riscoperta delle razze canine sarde. Sono infatti tanti a preferire “l’amico dell’uomo” di caratteristiche ed identità sarda come i doghi sardeschi, gli eleganti levrieri sardi e i mitici cani di Fonni.
Questi ultimi, discendenti dei cani introdotti nell’Isola dal console romano M. Pomponio Matho, nel 231 a.C., per contrastare le tattiche da guerriglia adottate dalle indomabili tribù nuragiche dell’area interna. Lo storico Raimondo Carta Raspi -Storia della Sardegna, seconda edizione 1974, U. Mursia & C., Milano- scrive chiaramente che il console romano dovendo far fronte “all’impotenza delle sue legioni cercò di supplire servendosi di mute di cani segugi che fece venire espressamente da Roma”. Dunque, anche la storiografia tradizionale, conferma l’introduzione in Sardegna dei cani, cosiddetti di Fonni, per stanare i Sardi Pelliti che si sottraevano ai combattimenti diretti con le truppe romane d’occupazione, creando così un comprensibile imbarazzo a pretori e consoli colonizzatori dell’inarrestabile forza militare che ambiva dominare, in quegli anni, un Mediterraneo conteso.
L’attuale pastore fonnesu è certamente il risultato dell’incrocio tra i mastini romani (canis pugnax) e i cani autoctoni. Questi esemplari, dalle particolarissime ed apprezzate doti da cani di guardia, hanno “grande struttura corporea accompagnata da forza fisica e destrezza notevoli, oltre alla straordinaria capacità di adattarsi alle condizioni di vita più avverse”. I cani di Fonni, oltre cento esemplari, vennero impiegati nel 1912 dal comando militare italiano nella “Campagna d’Africa” e successivamente anche dalla Brigata Sassari, durante il primo grande conflitto mondiale.
Il mitico e longevo fonnesu –vive fino a 20 anni- è cane abile nel governare il gregge, affidabile nella guardia e “poliedrico cacciatore” in grado di affrontare il più grosso dei cinghiali.
Tra le tante citazioni letterarie e poetiche relative ai cani di Fonni, si ricorda quella di Antioco Casula-Montanaru nella lirica “Ninna nanna de Anton’Istene”:
…Ti ponz’a coddu soga cun fusile/
e duos canes ti peso pro cazza;/
canes de Fonne, canes de arrazza/
pro ti fagher difesa in su cuile./…
L’interesse per il cane fonnese, che conta estimatori “non solo nel’Isola ma anche oltre il Tirreno”, ha caratterizzato il recente raduno cinofilo svoltosi a Scano Montiferro e promosso dall’Associazione Cani di Sardegna (ACS).
ho messo il tuo link nel sito che si dedichera’ al cane fonnese. Grazie
Sono un ammiratore del cane (pastore) fonnese,benchè non ne sia possessore.Sono inoltre felice che dopo tanto sia stato
riconosciuto dalla F.C.I..-In bocca al lupo agli allevatori di questo meraviglioso esemplare SARDO.-