Miei carissimi amici, quando l’alba all’esterno dei pozzi di Nuraxi Figus è ancora lontana e nei pozzi prosegue il presidio dei minatori del turno di notte lascio la miniera.
Lo faccio in silenzio e senza clamori, così come il giorno che, su invito unanime della rappresentanza sindacale unitaria, avevo accettato di occupare con tutti voi il vostro duro e ingrato luogo di lavoro.
Lascio ma non mollo. Ad ognuno di voi, e a voi tutti insieme, vorrei dire: “GRAZIE”. Grazie per avermi, in questi cinque difficili giorni, considerato uno di voi. Grazie per avermi chiesto di condividere una speranza e una lotta, non solo per questa miniera ma anche, e soprattutto, per questo nostro martoriato territorio.
Lascio i miei compagni di scuola, i padri e i figli di tanti amici di una vita ritrovati in fondo ai pozzi, lascio una rappresentanza sindacale unitaria coraggiosa e determinata che ha voluto rendermi partecipe di una militante azione di difesa del lavoro e del futuro.
A chi mi ha considerato in questi giorni amico e compagno di vita, a chi mi ha affidato una critica o un suggerimento,vorrei dire che, idealmente e nel mio impegno quotidiano, continuerò senza tregua a starvi vicino.
Sono consapevole che i risultati del vertice di Roma non sono quelli che avrei sperato e non sono nemmeno quelli che voi desideravate. Non voglio, però, in alcun modo interferire sulle valutazioni che compiutamente e con la solita attenzione farete nelle prossime ore.
Ora, alla mia umile ma determinata persona, spetta il non facile compito di trasferire le vostre e le nostre istanze nelle aule parlamentari. So quanto sarà difficile far comprendere i vostri stati d’animo e le vostre ambizioni di vita e di lavoro ma mi impegno a farlo con lo stesso coraggio e con la vostra stessa determinazione.
Al futuro produttivo di questa miniera è legato quello del nostro territorio. Una simbiosi ineludibile fatta di materia prima, di produzione energetica e di sviluppo industriale e tecnologico.
Nessuno può pensare di costruire un nuovo e alterativo tessuto produttivo azzerando l’esistente. Mai e poi mai vi potrà essere un nuovo futuro se non si avrà la capacità di rilanciare l’esistente.
Dobbiamo avere la forza di rivendicare non “una” soluzione ma “la” soluzione. Il traguardo non è un futuro di ammortizzatori sociali ma di idee e progetti produttivi e innovativi.
In molti considerano, con superficialità e non sempre disinteressata opinione, la miniera un vessillo di retroguardia. A voi per primi e a chi ha seriamente a cuore le sorti del nostro futuro spetta il compito di ribaltare convintamente questo retaggio stolto e desueto. Il piano integrato Miniera – Centrale è un progetto d’avanguardia. Lo è per due motivi: mette insieme l’esigenza di valorizzare una materia prima unica nel nostro paese e lo fa con l’applicazione di una tecnologia avanzata e innovativa tra le prime al mondo per la cattura e lo stoccaggio di CO2.
Serve ora che uno spiraglio, seppur flebile e non chiaro, come quello emerso nelle ultime ore dall’incontro di Roma si traduca urgentemente in percorso amministrativo, tecnico e giuridico definito in ogni dettaglio e scandito da impegni certi nei tempi e nelle responsabilità.
Mi permetto, sommessamente ma con fermezza, di ribadire che a niente servono estenuanti e inutili verifiche su assetto economico del progetto o sulla sua finanziabilità.
Si avvii il percorso giuridicamente ineludibile della gara internazionale ben sapendo che lo Stato non potrà mai tirarsi indietro dall’attuazione di norme puntualmente definite nel percorso e nello stanziamento, a partire dal decreto del Presidente della Repubblica del 1994 che aveva inserito il progetto integrato tra quelli finanziati con il Cip 6.
Si faccia scattare senza ulteriori ritardi una procedura già acquisita e definita facendo partire entro il 31 dicembre 2012 quel bando internazionale per l’individuazione del soggetto che meglio di altri si candiderà a divenire concessionario del progetto.
In questo e per questo obiettivo ritenetemi, come sempre, a vostra totale disposizione.
Credo sia giusto per me lasciare stanotte la miniera e affidare a queste mie parole un saluto sincero a tutti voi, ringraziandovi per quel legame e quell’amicizia sincera che mi avete voluto riservare.
Non posso eludere, in conclusione, le pur comprensibili critiche che qualcuno all’esterno di questa esperienza ha voluto rivolgere a quella che ha definito “inopportuna” presenza nella lotta dei pozzi di questi giorni. So di non doverlo dire a Voi che mi avete accolto con affetto e complicità ma di doverlo ribadire a coloro che pensano che la politica sia solo una merce di scambio. Per me mai lo è stato e mai lo sarà. Sono sceso nei pozzi con voi perchè me lo avete espressamente chiesto e perchè la mia coscienza mi diceva che lo dovevo fare. Non per un voto ma per un comune legame con questo nostro martoriato territorio, con un sentimento profondo che mi lega in maniera indissolubile con i minatori e con un territorio dove sono nato e cresciuto.
Grazie di cuore, un abbraccio a tutti. A presto.
Grazie di cuore a “TOTTUS IN PARI” per aver sostenuto con una puntuale e militante informazione l’occupazione dei minatori di Nuraxi Figus. A Massimiliano Perlato, direttore del periodico e vero ponte con il mondo dell’emigrazione sarda in Italia e nel mondo, un grazie sentito per l’amicizia e la sensibilità che anche in questa occasione ci ha riservato.