Venti anni sono, ormai, trascorsi da quando, il 19 maggio del 1992, Augusto Marini, apparentemente ben informato sull’alternarsi delle varie sudditanze che hanno dovuto subire nei secoli passati i sardi isolani, da sempre isolati, volle rendere pubblica la sua opinione sulla vera storia della Sardegna, servendosi di un murale, ben in vista, in una facciata della piazza principale di un paesino nel nord dell’isola.
“In principio eravamo liberi.
Poi sono incominciati ad arrivare i fenici,
poi i cartaginesi e non abbiamo più comandato!
La cosa ha avuto seguito con i romani,
poi con i vandali e con i bizantini.
Con i giudici abbiamo conosciuto un po’ di libertà,
ma, subito si sono insediati qui
i genovesi e i pisani; e hanno ripreso a comandarci!
Un bel giorno il papa aveva deciso
che ci dovevano comandare gli aragonesi,
e sono arrivati anche quelli.
Dopo siamo passati con gli spagnoli.
Dopo il nostro padrone fu l’Austria,
poi ancora la Savoia e il Piemonte.
Dopo un altro po’ ci hanno ritornato a comandare da Roma.
E adesso in continente dicono: Voi non vi sapete governare”.