di Roberto Mura
I Tristania hanno più seguito in nord Europa e Sudamerica, ma anche negli Stati Uniti. La roccaforte del vecchio Continente sono: Germania, Olanda, Belgio, Polonia, Europa dell’est. E poi Russia, Ucraina, Giappone. Siamo distribuiti ovunque, perfino in Australia chiarisce Mariangela Demurtas. Il gruppo si esibisce sia in grossi festival metal, insieme alle più famose band di livello mondiale, sia da headliner in piccoli festival. Ma i programmi di Mariangela vanno oltre i Tristania: Voglio mettere su un workshop sull’affinità tra la musica e la lingua. Mi piacerebbe fare delle collaborazioni, anche qualcosa in sardo: una cosa tetra, scura, accompagnata da piano, basso, chitarra: suoni naturali. Raccontare le storie tragiche, con un vibrato disperato, sperimentando. Quello che Mariangela sente della canzone sarda è quasi sempre una ninna nanna. Lei ha altre idee: Voglio rappresentare il lato drammatico del centro Sardegna, renderlo musicalmente attivo. Il lutto, le case chiuse, sono molto dark: noi abbiamo una realtà più dark del gotico: lì è più una cosa artificiale, noi ce l’abbiamo davvero, abbiamo il lato oscuro delle cose. Vorrei interpretare queste situazioni in maniera efficace. Ho sempre sognato di recuperare certi elementi della tradizione sarda, e introdurli in quello che è il mio stile adesso. In qualche modo già lo faccio, inserendo sonorità mediterranee nella voce. Farei anche un disco in sardo, ma ovviamente non con i Tristania, perché noi cantiamo in inglese.