di Cristina Marras
“Ajo’, ferrami il cavallo che vado a Thiesi per partire per l’Australia.” Questa la frase pronunciata nel 1948 da Nicotero Oppes che si apprestava a partire per il nuovo mondo, senza contatti e senza un programma se non quello di provare a ricostruirsi una nuova vita lontano dalla Sardegna. La frase, nella sua stridente immediatezza, sintetizza l’enormita’ della decisione comune a tutti gli emigrati e l’incongruenza reale che traspare quando si affiancano due mondi cosi’ distanti: un cavallo da ferrare e un’Australia da raggiungere.
E’ proprio la parafrasi di questa esortazione del signor Oppes a dare il titolo al volume che raccoglie la ricerca sui sardi dello Stato del Victoria, Ajo in Australia – Let’s go to Australia, presentato ufficialmente a Melbourne. Il volume, pubblicato dall’Italian Australian Institute della La Trobe University (Fondazione Ruzzane-Grollo), con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna e grazie al grande impegno della Sardinian Cultural Association di Melbourne, e’ basato sugli oltre cinque anni di lavoro da parte del ricercatore Saverio Minutolo che ha raccolto le 53 interviste, riprodotte interamente in italiano nella seconda parte del libro.
Spiega Saverio Minutolo che da subito si e’ pensato ad una ricerca di tipo qualitativo, analizzando e raccontando le singole storie di “tutti coloro che, a vario titolo, per nascita o origine sarda, fossero disponibili a raccontare la propria esperienza di emigrazione o quella dei propri familiari”, cosi’ come si legge nel capitolo che precede la pubblicazione delle storie in italiano.
Il quadro tracciato non sara’ forse numericamente esaustivo, ma e’ sicuramente suggestivo e affascinante: un racconto corale della comunita’ sarda dove si da’ voce agli stessi protagonisti. Le storie, presentate seguendo un ordine cronologico dalle partenze in nave degli inizi del ‘900 agli spostamenti in aereo del nuovo millennio, sono basate sulle interviste condotte seguendo un questionario comune che e’ servito pero’ quasi da pretesto per ore e ore di racconto, dove gli intervistati venivano lasciati liberi di elaborare e di uscire dal tema. E questo metodo ha dato i suoi frutti. Le storie non si leggono come l’asciutto resoconto di un programma di ricerca, ma hanno piuttosto il tono della novella dove gli eventi (comunque registrati, catalogati e documentati) vengono intrecciati come in un romanzo, rendendo la lettura avvincente ma mettendo anche in luce i ‘grandi filoni’ che hanno guidato l’emigrazione sarda nel Victoria. Quello che traspare dalle storie e’ infatti si’ la necessita’ di fuggire da situazioni economiche disastrose, ma anche un forte desiderio di liberarsi da vincoli sociali considerati troppo restrittivi.
Il racconto delle storie e’ ricco di particolari e Saverio Minutolo e’ spesso riuscito a creare delle cartoline d’altri tempi, la’ dove fa parlare gli intervistati che descrivono il paese, la struttura sociale, le usanze comuni negli anni della loro partenza, fornendo preziosi elementi per conservare una storia orale per le generazioni future.
Se le storie raccontate direttamente dai sardi rappresentano una sorta di appendice nella seconda parte del volume, sebbene di appendice non si possa parlare perche’ formano oltre la meta’ delle pagine della pubblicazione, la prima parte del volume si differenzia sostanzialmente dalla seconda per lingua e per tono.
La prima parte, in lingua inglese, inizia con l’introduzione dello storico Aldo Aledda, autore dell’importante ricerca I Sardi nel Mondo e attento conoscitore della comunita’ sarda e delle tematiche dell’emigrazione. Aldo Aledda offre un esaustivo quadro dell’emigrazione sarda, partendo da un quadro storico per spiegare l’origine di quei tratti che caratterizzano i sardi in Sardegna e nel mondo e per proseguire poi con una rigorosa analisi della diaspora sarda inquadrata in un breve ma preciso racconto delle vicende italiane che arriva fino ad oggi.
Il libro vero e proprio, in lingua inglese, e’ stato scritto dallo storico Pino Bosi, gia’ autore di numerosi studi sull’emigrazione italiana in Australia. Lo stile molto particolare dello storico, che per sua stessa ammissione afferma di non conoscere a fondo la Sardegna, inserisce i dati della ricerca nel contesto piu’ ampio dell’emigrazione italiana in Australia. Pino Bosi spiega i motivi sociali e politici che hanno spinto tanti italiani a lasciare il proprio paese negli anni, e, di volta in volta, inserisce gli elementi della ricerca, aneddoti, fatti, circostanze, a dimostrazione e a riprova del quadro di una piu’ generica emigrazione italiana in Australia.
Da segnalare anche un capitolo, in lingua inglese, dedicato alla storia della Sardinian Cultural Association di Melbourne, dalle sue origini nel 1969 con il nome di Sardinian Club, attraverso le varie vicende fino al 2012, venticinquesimo anniversario della fondazione dell’associazione.
Ajo in Australia – Let’s go to Australia e’ in definitiva un volume dalle mille anime, composito, non facile da sintetizzare e generalizzare in poche frasi. Proprio come le storie raccontate, tutte unite nella loro sardita’ ma tutte a modo loro diverse. E’ infine l’esempio di una lungimiranza istituzionale che – con l’appoggio dato a questa pubblicazione – giustamente riconosce l’importanza delle esperienze di coloro che non sono piu’ visti come ‘emigrati’ ma sono ‘sardi nel mondo’.
Chi volesse avere maggiori informazioni sul volume , Ajo in Australia – Let’s go to Australia puo’ contattare la Sardinian Cultural Association di Melbourne.
SCHEDA – I RISULTATI DELLA RICERCA IN NUMERI
101 Persone contattate
72 Persone hanno accettato di raccontare la propria storia
63 Questionari raccolti
53 Storie di emigrazione pubblicate (una storia include diverse persone)
5 Storie d’emigrazione di cui non si e’ avuto il consenso alla pubblicazione
391 persone nate in Sardegna citate nei questionari
95 figli di sardi nati a Melbourne
Primi 10 paesi di provenienza degli intervistati
Santulussurgiu
Pozzomaggiore
Thiesi
Cagliari
Dorgali
Banari
Bessude
Scano Montiferro
Buttida
Semestene
Anni di maggiori arrivi degli intervistati
1947-1959
1960-1970
1920-1940
Si e’ pentito della scelta di emigrare nel Victoria?
76% No
14% Si’
10% Non so
E’ contento che i suoi genitori si siano stabiliti nel Victoria?
100% Si’
Motivi della partenza dalla Sardegna
40% Motivi di lavoro
35% Motivi familiari
14% Spirito d’avventura
11% Decisione impulsiva, scatto d’orgoglio