di Daniela Careddu
Luglio 1914. In Europa, fra Austria e Serbia, esplode la crisi che innesca quel conflitto di immense proporzioni che è la prima Guerra Mondiale. Ma la Sardegna è ancora un isola felice, dove la vita nelle campagne si svolge secondo i ritmi arcaici di una società agro-pastorale e la cultura viene trasmessa oralmente di generazione in generazione. Nelle città, la stampa, letta da pochi, dà più rilievo alla cronaca locale che non agli avvenimenti che stanno sconvolgendo l’Europa, mentre il dibattito fra interventisti e neutralisti riguarda realtà molto limitate, come l’ambiente universitario di Cagliari (nel quale Emilio Lussu si sta laureando), o il distretto minerario dell’Iglesiente (dove a causa dell’occupazione del Belgio si registra un drastico calo dell’attività). Nel complesso prevale la percezione che il conflitto europeo interesserebbe l’isola solo di riflesso.
Ma, nel maggio del 1915, i Reali Carabinieri diradano di molto il loro servizio nelle contrade più sperdute dell’isola. Sono impegnati in un nuovo compito: il recapito delle cartoline precetto. È così che la realtà della guerra sbarca in Sardegna e, dopo la creazione dei centri di reclutamento, a Tempio e a Sinnai, si costituisce la Brigata Sassari, una brigata che è l’unica, fra le brigate di fanteria italiane, ad essere a reclutamento regionale, peculiarità che contribuirà a fare di essa il complesso più omogeneo e combattivo dell’intero esercito, numerose volte citata nei bollettini di guerra e insignita di decorazioni, e che pagherà un altissimo tributo, in termini di vite umane, alla causa della guerra.
La storia della Brigata Sassari durante la I Guerra Mondiale è stato il tema della conferenza tenuta dallo storico militare col. Lorenzo Cadeddu, presso il circolo dei Sardi, a Gorizia, sabato 5 maggio scorso.
Il relatore ha offerto, ad un pubblico numeroso, attento ed interessato, una dettagliata ricostruzione degli avvenimenti, dalla costituzione dei reggimenti, alla descrizione della fase preparatoria e di addestramento, al trasferimento sul fronte e ai fatti accaduti in prima linea. Una trattazione documentata da un ricchissimo repertorio di fonti, tratte dagli archivi militari e dai memoriali di guerra, nella quale, accanto al rigore nell’uso del materiale documentario, il relatore ha dimostrato grande sensibilità per le storie umane individuali.
Pubblicista e appassionato ricercatore di storia militare Lorenzo Cadeddu è Presidente del Centro Studi Storico Militari sulla Grande Guerra di Vittorio Veneto. Tra i suoi libri ricordiamo “La leggenda del Soldato sconosciuto all’Altare della Patria” (2002), “Uomini o colpevoli?” su alcune fucilazioni in Friuli e sull’Altipiano di Asiago, “La battaglia di Vittorio Veneto” (2005) e “La battaglia del Solstizio” (2009). Ha curato guide storiche sui campi di battaglia del Monte Grappa e del Piave. E’ stato consulente militare del regista Richard Attemborough per il film “Amare per sempre” (1996), girato in Italia.
Sulle truppe sarde in guerra ha scritto “Deus et su re. L’epopea della Sassari alla Trincea delle Frasche” e “La vita per la patria, Sa vida pro sa patria”. Tuttora attivo nella ricerca, è in procinto di scrivere dei nuovi volumi che riguardano gli avvenimenti della brigata sarda nel secondo e terzo anno di guerra, sul fronte carsico e su quello dell’altopiano di Asiago.