di Dario Dessì
Domenica 6 maggio, a Jesolo, rinomata località balneare dell’alto adriatico, erano previsti 60.000 partecipanti, per presenziare al XXII Raduno Nazionale dei Carabinieri. Erano invece in 80.000, provenienti da tutta l’Italia, coloro che hanno voluto assistere a una messa in suffragio dei cinque radunisti di Aprilia, deceduti il giorno prima in un incidente avvenuto nell’autostrada A13 nei dintorni di Padova.
Sempre domenica, a metà pomeriggio, a bordo di tre pullman e di alcune autovetture, oltre un centinaio di carabinieri in congedo e accompagnatori vari, hanno voluto visitare Losson della Battaglia, frazione di Meolo, in provincia di Venezia. In questa località, dal 2008 esiste un monumento sacrario, dove quattro grandi lastre in pietra sarda, ricordano i nominativi di 138 fanti sardi della Brigata “Sassari” caduti tra domenica 16 e giovedì 20 giugno 1918, nel corso dell’ offensiva austro ungarica denominata Operazione Albrecht, mentre cercavano di contrastare e respingere l’avanzata delle truppe nemiche tra Fossalta di Piave e Musile di Piave e di salvaguardare la libertà e l’unità dell’Italia. Se il nemico fosse riuscito a passare, Treviso e Venezia sarebbero state le prime città ad essere occupate dalle truppe dell’impero Asburgico, le quali, subito dopo, avrebbero invaso la pianura padana, letteralmente motivate dall’ansia di conquistare e depredare. Sabato 22 giugno 1918 S.A.R. il Duca d’Aosta, comandante della III Armata, nelle cui file combatteva la Brigata “Sassari”,inviava il seguente telegramma d’encomio per le giornate di Losson. “Esprimo il mio vivo compiacimento alle valorose truppe che ieri hanno saputo, nella brillante difesa di Losson, respingere e rendere vani i ripetuti attacchi in forza tentati dal nemico e rivolgo specialmente il mio elogio alle artiglierie di piccolo e medio calibro che con tiri precisi e micidiali seppero aprire larghi solchi nelle schiere nemiche; al III/209° fanteria, al 9° battaglione bersaglieri ed ai prodi sardi della “Sassari” che – come nei precedenti giorni – dettero magnifica prova di quella granitica tenacia e di quell’ eroico spirito di sacrificio propri alla loro gente”
Due anni dopo, Il Ministero della Guerra con il Bollettino Ufficiale 9 giugno 1920 e la disposizione 47, attribuiva una seconda medaglia d’Oro alle bandiere del 151° e 152° Reggimento Fanteria. “Espressione purissima delle forti virtù dell’intrepida gente di Sardegna, diedero il più largo tributo di eroismo alla gloria dell’Esercito e alla causa della Patria, dovunque vi furono sacrifici da compiere e sangue da versare. Nei giorni della sventura, infiammati di fede e d’amore, riconquistarono con meraviglioso slancio le munitissime posizioni nemiche di Col del Rosso e di Col d’Echele (28 – 29 gennaio 1918). All’imbaldanzito invasore opposero sul Piave l’audacia della loro indomabile volontà di vittoria, la fierezza sublime e la granitica tenacia della loro antica stirpe (16 – 24 giugno 1918). Nella battaglia della riscossa non conobbero limiti d’ardimento nell’inseguire il nemico. (26 ottobre – 4 novembre 1918). Un breve excursus storico di quella battaglia, che, per fortuna, fu l’ultima combattuta tra italiani e austriaci, e che contribuì ad accelerare la fine della Grande Guerra, ha coinvolto emotivamente i convenuti, ignari, peraltro di simili vicende. C’è da dire che, per quasi un secolo, fiumi d’inchiostro sono stati consumati per narrare ciò che è avvenuto nei vari fronti della 1° guerra mondiale e, soprattutto nei campi di battaglia del Carso, dell’Altopiano di Asiago, del Monte Grappa, e del Montello. Ciò che, invece, dopo lo sfondamento del fronte sul Carso, a Caporetto e dintorni, è successo nel cosiddetto Basso Piave, tra Zenson di Piave e il mare, chissà perché, on è stato mai preso in considerazione. I presenti alla commemorazione appartenevano, in prevalenza alla Coordinazione della ANC Provinciale di Sassari. Assieme a loro c’erano anche i carabinieri in congedo delle sezioni di Fossalta di Piave, di Noventa di Piave, non lontane dai luoghi della battaglia, di Zero Branco e di Quinto di Treviso, assieme ai loro coordinatori Adriano Favaretto, Busato Giuliano, Milan Demetrio e Flavio Vedovato.
A rappresentare il comune è intervenuto il Prof. Oliviero Pillon, già sindaco e Presidente della Provincia di Venezia, il quale ha parlato dei forti legami che uniscono il Veneto alla Sardegna ed ha ringraziato tutti i presenti per essere intervenuti, non solo con lo scopo di commemorare i fanti caduti, ma anche per aver voluto visitare Losson della Battaglia, che, in passato, ha dovuto conoscere momenti di terrore e di disastro nel corso di una guerra folle e dispendiosa.
Questi uomini coraggiosi meritano tutto il rispetto.