La Commissione Ue ha aperto un’indagine approfondita sulla prevista acquisizione del controllo congiunto di un ramo del gruppo Tirrenia da parte di Compagnia italiana di navigazione (Cin). In base all’indagine preliminare Bruxelles ha espresso “serie preoccupazioni” sulla conformità dell’operazione alle norme in materia di concorrenza, in particolare perché le parti detengono insieme quote di mercato molto elevate – se non una vera e propria posizione di monopolio – su numerose rotte italiane. In particolare, la Commissione cita “alcune rotte da e verso la Sardegna”. La decisione di procedere a un esame approfondito, prosegue la nota, “non pregiudica l’esito finale dell’indagine”. La Commissione ha 90 giorni lavorativi – fino al 4 giugno prossimo – per decidere in via definitiva se la concentrazione proposta è tale da ostacolare in modo significativo la concorrenza effettiva all’interno dello Spazio economico europeo (See). “L’acquisizione proposta potrebbe restringere notevolmente la concorrenza sul mercato, a detrimento di milioni di viaggiatori e di numerosi trasportatori – ha commentato il vicepresidente della Commissione europea e commissario per la Concorrenza, Joaquin Almunia -. Spetta alla Commissione garantire che i consumatori e gli altri utenti possano continuare a disporre di un’offerta competitiva di servizi di traghetto da e verso la Sardegna e la Sicilia”. L’indagine preliminare della Commissione ha messo in evidenza che l’operazione proposta “risulterebbe in quote di mercato estremamente elevate, se non monopolistiche, per diverse rotte interne italiane”. A questo stadio dell’indagine, osserva Bruxelles “sembra che, su numerose rotte, il nuovo soggetto non subirebbe una sufficiente pressione da parte di concorrenti forti, efficienti e credibili e pertanto l’acquisizione in oggetto suscita seri dubbi in quanto al suo impatto sulla concorrenza”. “La sospensione della gara per la Tirrenia da parte dell’Unione Europea rappresenta un primo riconoscimento del fondamento delle ragioni della Sardegna”. Lo ha dichiarato il governatore Ugo Cappellacci. “Da subito – ricorda – abbiamo denunciato con un ricorso all’antitrust italiana e con quello esperito in sede comunitaria i vizi e le anomalie di una vendita conclusa in spregio alle norme vigenti e soprattutto alle ragioni della nostra Isola. La nostra battaglia in difesa del diritto alla mobilità dei sardi – assicura il presidente -, degli interessi del nostro sistema economico-sociale prosegue in tutte le sedi politiche e giurisdizionali”. “Ancora una volta le Cassandre dell’immobilismo e dell’inefficacia della nostra azione su questo tema trovano smentita nei fatti – conclude il governatore sardo – Come ho avuto modo di dichiarare al Consiglio regionale fin dal 10 marzo la via maestra era quella di spostare a Bruxelles la vertenza ed oggi la Sardegna raccoglie i primi frutti di una battaglia di popolo per riconquistare il governo dei propri mari e la dignità di reagire con tempestività e competenza al tentativo neocoloniale del cartello armatoriale di farci prigionieri in casa nostra e costruire i loro utili sulle spalle dei sardi”. “La decisione della Commissione Europea di fermare la vendita della Tirrenia e aprire un’indagine, conferma tutte le riserve e denunce che ho sollevato sulla vendita senza regole della compagnia di navigazione”. Così il deputato sardo del Pdl, Mauro Pili, che chiede al governo di riferire in Aula al più presto. “Si tratta della conferma di una procedura che non ha tenuto in alcun conto del servizio di continuità territoriale – spiega Pili – ed è risultata una vendita senza garanzie per lo stesso servizio di collegamento da e per la Sardegna. La decisione della Ue deve consentire di rimediare ad una situazione gravissima che si è verificata lo scorso anno con il cartello degli armatori privati che hanno messo in ginocchio la Sardegna con il ‘caro traghetti’. Ora il governo deve riferire immediatamente in aula sulla vicenda e soprattutto sulle soluzioni che intende mettere in campo in termini transitori e strategici per la prossima stagione”. “E’ indispensabile – conclude l’esponente del Pdl – riscrivere le convenzioni con la Tirrenia che, in regime straordinario, deve garantire i collegamenti da e per la Sardegna con prezzi adeguati alla continuità territoriale per la quale continua a ricevere 72 milioni di euro all’anno. Il governo deve fare in fretta e non deve tergiversare su questa vicenda. La Sardegna e i sardi non possono tollerare altri ritardi”. “L’indagine formale dell’Antitrust europeo sulla gara Tirrenia riaccende un faro sulla cessione della compagnia marittima pubblica italiana. E offre l’occasione al Governo Monti di riprendere in mano il dossier e cercare di rimediare alle sconclusionate magagne della procedura di vendita denunciate per due anni di seguito dal Partito Democratico, senza mai ottenere risposte soddisfacenti dall’ex ministro delle Infrastrutture Matteoli e dai tre diversi ministri degli Affari Europei che si sono avvicendati nel Governo Berlusconi”. Lo afferma il senatore del Pd Francesco Sanna. “Oltre al tema della concorrenza – sottolinea il parlamentare sardo -, su cui interviene Bruxelles (i preventivi per venire in Sardegna la prossima estate viaggiano tra i 1200-1300 euro per una piccola famiglia), occorre riprendere la questione sulla cessione in blocco di flotta e sovvenzioni per il servizio pubblico sulle tratte onerate, che è il vizio originario della procedura di vendita. In Senato il ministro delle Infrastrutture Corrado Passera renderà l’informativa sul naufragio della Costa Concordia. Sarà l’occasione – conclude Sanna – per segnalargli che il caso Tirrenia deve essere riaperto in tutti i suoi aspetti”. Intanto botta e risposta tra il segretario responsabile del settore Industria della Cigl, Michele Carrus e Alessandro Serra, portavoce del presidente della Regione. Il sindacalista, nell’accogliere “con soddisfazione” la decisione della Commissione europea sulla vendita della Tirrenia, ha accusato di inerzia la giunta nel modo di affrontare il tema della continuità territoriale marittima, delle persone e delle merci. “Sulla battaglia contro il ‘sistema Tirrenia’ – ha replicato Serra – le vie sono due: o si sta dalla parte della Sardegna e dei sardi o si sta con gli armatori e chi intende il nostro diritto alla mobilità come una benevola concessione. Piuttosto che attribuire all’attuale Giunta decisioni prese nella scorsa legislatura, come quella sui costi della continuità, parlare di presunti ritardi o gettare ombre sulla flotta sarda – ha concluso – il segretario responsabile Industria della Cgil faccia la sua scelta”. Secondo Carrus la soluzione strutturale del problema non può essere a carico delle sole tasche dei cittadini sardi e occorre ridefinire la questione della mobilità dei sardi nel suo complesso, a partire da una gara internazionale che “assicuri la continuità territoriale marittima, sulla base di una convenzione tutta da riscrivere, con linee, frequenze, navi e regole che rispondano alle reali esigenze dei sardi”.