di Filippo Peretti – Nuova Sardegna
E’ vero che i consiglieri regionali, primi in Italia, si sono tagliati gli stipendi e per il futuro hanno eliminato il vitalizio. Ma è anche vero che il loro impegno istituzionale è crollato: in media è di un’ora e 20 minuti al giorno, poco più di nove ore la settimana. L’operazione-trasparenza, rivelatasi quasi una denuncia nei confronti dei suoi onorevoli colleghi, è stata realizzata dalla presidente Claudia Lombardo (Pdl) nella tradizionale conferenza stampa di inizio anno. Caratterizzata, anche quest’anno, da non poche critiche rivolte all’ex amico governatore Ugo Cappellacci. Nel gennaio 2011 la presidente aveva criticato l’assemblea per la scarsa produttività, a un anno di distanza ha preso atto positivamente che il numero delle leggi discusse e approvate dall’assemblea sarda è aumentato, ma ha impietosamente puntato il dito accusatore sulle otto commissioni permanenti, quelle che fanno il lavoro preparatorio. Nell’anno che si è appena chiuso hanno toccato il minimo storico del senso del dovere: in media si sono riunite per appena un’ora la settimana. Il problema è stato provocato – lo si ricorderà – anche dal lungo stallo che c’è stato per il rinnovo delle commissioni, stallo cui ha fatto riferimento la stessa presidente, che però non ha parlato della responsabilità esclusiva di un Pdl e di una maggioranza di centrodestra dilaniati dagli scontri. La presidente, affiancata dal vice presidente Mario Bruno (Pd) e dal segretario generale Mariangela Sedda, ha messo in evidenza anche dati positivi oltre quello sull’aumento della produttività dell’aula. Ha parlato del considerevole taglio ai «costi della democrazia», dei dibattiti sulle riforme, della revisione in corso del regolamento («aboliremo il voto segreto»), del ruolo assunto dal Consiglio per contrastare «tutte le inadempienze dello Stato». Per quanto riguarda le riforme, la Lombardo ha detto – a titolo personale – di essere contraria all’Assemblea costituente chiesta dalle forze sociali: «Credo che i cittadini non prenderebbero bene l’istituzione di un nuovo organismo». L’altro dato rilevante della conferenza stampa riguarda, proprio come un anno fa, la nuova presa di distanze di Claudia Lombardo da Ugo Cappellacci. La prima stoccata è stata sulle leggi: se sono aumentate, ha sottolineato la presidente, è per merito delle rappresentanze consiliari e non della Giunta. Il secondo appunto è stato riservato alla questione del controllo dell’attività di governo. «E’ cresciuta – ha spiegato la Lombardo – la propensione del Consiglio regionale come sindacato ispettivo, invece abbiamo registrato un decremento del 30 per cento delle risposte della Giunta alle interrogazioni, segno di scarsa considerazione del diritto dei consiglieri». La presidente ha messo in evidenza il fatto che la Giunta di Renato Soru, nella passata legislatura, era molto più puntuale e ha reso noto di aver avuto «alcuni scontri» con Cappellacci proprio per aver sollecitato spesso l’esecutivo a rispondere. La terza critica, stavolta quasi politica, la Lombardo l’ha fatta sulla crisi economica. Dopo aver premesso di essere «molto preoccupata» per il rischio che cresca il malcontento sociale, la presidente ha detto che «ci troviamo in una situazione economica e occupazionale senza precedenti, la Giunta è costretta a inseguire le emergenze e fatica a far intravvedere alternative alla crisi, non si riscontra una politica di programmazione di una nuova fase di sviluppo, forse in questo hanno inciso anche i molti cambi della compagine di Giunta».