IL SOGNO SPEZZATO A DOMUSNOVAS: DA ROMA PER INVESTIRE SUL TERRITORIO SARDO CON LE ENERGIE RINNOVABILI

festa patronale a Domusnovas


di Giovanni Antonio Cocco

Mi chiamo Giovanni Antonio Cocco, sono nato a Roma ma di origine sarda (mio padre veniva da Domusnovas) e, dal 1986 sono impegnato nell’Associazione Il Gremio di Roma, ricoprendo diverse cariche, ivi compresa quella del Commissario in un periodo non positivo per l’Associazione. Domusnovas si trova nella provincia del Sulcis Iglesiente, e ha conquistato l’invidiabile primato di provincia più povera d’Italia e con il più alto tasso di disoccupazione giovanile dell’intera Europa. E’ una terra dove non c’è speranza nonostante ci siamo grandi opportunità. Nel gennaio 2009 la mia famiglia decide di proporre alla Regione Sardegna un investimento sulle energie rinnovabili utilizzando a questo fine un terreno agricolo improduttivo di proprietà, modalità consentita dalla legislazione statale vigente. Al fine però di garantire anche un ritorno per il territorio utilizzando parte degli incentivi del Conto Energia, progettiamo delle opere a compensazione: accanto al campo fotovoltaico, mantenendo inalterata l’utilizzazione del terreno per l’allevamento di ovini, inseriamo quindi un centro di ricerca, un museo delle energie rinnovabili, secondo esempio in Europa dopo quello spagnolo, e la ricostruzione di un ponte crollato nel 1983 a seguito di una alluvione. Grazie a queste opere sottoscriviamo tre protocolli di intesa (con il Comune di Domusnovas, con la Provincia e con l’Università di Cagliari), coinvolgendo anche due professori universitari rispettivamente della LUISS di Roma e dell’Università di Genova che esprimono il parere favorevole in termini di ricadute turistiche sul territorio. Si prevede infatti un’occupazione di 30 unità lavorative di lungo periodo e 100 posti di lavoro per il tempo della costruzione. Dal 2009 al 2011 sono trascorsi tre anni nei quali non abbiamo ricevuto dalla Regione Sardegna alcun aiuto. Solo intoppi burocratici e nessuna soluzione, con una legge regionale che prescrive la conclusione del procedimento in 180 giorni. Tutto ciò nonostante siamo riusciti a coinvolgere nel progetto l’Astaldi, una società quotata alla Borsa di Milano ed impegnata in tutto il mondo nella costruzione di infrastrutture, inducendola ad investire in una micro realtà come quella di Domusnovas. Complessivamente tra progettazione tecnica ed iter burocratico amministrativo, insieme alla Astaldi, abbiamo sopportato un investimento di 500mila euro ottemperando a tutte le bizzarre richieste dell’Assessorato all’Ambiente, tra cui la necessità di salvaguardare il territorio di caccia dei chirotteri (pipistrelli) come se fossero più importanti di una speranza o di un posto di lavoro. E? inconcepibile che la Regione Sardegna si opponga alla realizzazione di campi fotovoltaici su terreni agricoli, in barba ad una Legge Nazionale ed ad una ordinanza del Tar Sardegna del 2008. Sembra grottesco ma la conclusione della Regione è: un NO alla occupazione; un NO alla utilizzazione di un terreno improduttivo; un NO ad un figlio della Sardegna che intende investire sui propri terreni senza chiedere contributi; un NO al recente appello del Presidente della Repubblica che ci invita ad avere coraggio e ad investire sul nostro territorio per combattere la crisi.

Ci troviamo di fronte ad un dubbio atteggiamento discrezionale che ha fatto perdere soldi ma soprattutto speranze a tutta quella gente di Domusnovas che ci ha creduto.

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